Polonia
Geografia umana ed economica
di Luigi Stanzione
Stato dell'Europa centrale. La riduzione dei ritmi di crescita della popolazione e i fenomeni migratori hanno portato nel 2006 la popolazione polacca ad attestarsi intorno ai 38,5 milioni di ab. (stime Ufficio centrale di statistica). La natalità, in calo dalla seconda metà degli anni Ottanta, si è collocata su livelli vicini al 9,8‰ (2006), valore del tutto simile al tasso di mortalità. Tuttavia, a partire dal 2002, il saldo naturale risulta, sia pur di poco, negativo. La struttura per età della popolazione risente del boom delle nascite registrato a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta; tuttavia la sua evoluzione mostra segnali di allineamento rispetto alle dinamiche che marcano i Paesi dell'Europa occidentale, come dimostrato dall'innalzamento dell'età media della popolazione (37 anni nel 2006). Per ciò che concerne i flussi migratori, va sottolineato che, mentre tra gli anni Ottanta e la prima metà dei Novanta, quelli in uscita superavano di gran lunga i pochi rientri, nel decennio successivo le migrazioni di ritorno hanno compensato in misura maggiore i pur persistenti espatri (che attualmente, secondo stime ufficiali, superano di poco le 20.000 unità annue). Sul versante degli spostamenti interni, si rileva che il processo di inurbamento, molto significativo negli ultimi decenni del Novecento, si è di fatto arrestato a partire dall'anno 1999, quando la popolazione urbana totale ha raggiunto il picco massimo di 23,7 milioni di ab., per poi calare fino a 23,4 milioni nel 2005. Ciò nonostante, a fronte di un'estensione delle aree rurali pari a poco più del 90% della superficie totale, la popolazione che vive in aree urbane è comunque superiore al 60% e si distribuisce in maniera abbastanza equilibrata nelle principali aree metropolitane, tra cui quella di Katowice (circa 4 milioni di ab.), Varsavia (1,7 milioni di ab. nella città, 2,5 milioni nell'area metropolitana), Danzica e Poznań (entrambe con circa 1,5 milioni).
Nonostante i miglioramenti registrati, restano irrisolti alcuni problemi relativi al sistema dei trasporti che collocano la P., da questo punto di vista, ancora lontana dagli standard dei Paesi più sviluppati d'Europa. Per quanto riguarda la rete viaria, alla base di tali carenze vi è un insufficiente livello degli investimenti, una inadeguata manutenzione, a fronte di un incremento del traffico veicolare, che crea problemi di congestione delle grandi arterie soprattutto in corrispondenza dei centri urbani principali. Anche il sistema ferroviario presenta, nel complesso, problemi di vetustà, relativamente sia alle infrastrutture sia al materiale rotabile, con riflessi negativi sui livelli di servizio offerti. Si segnala, inoltre, l'assenza di collegamenti veloci tra le maggiori città e l'inadeguatezza dei servizi di trasporto pubblico urbano. Il traffico aereo, che si avvale dell'aeroporto internazionale di Varsavia e di altri undici scali minori, pur raddoppiato negli ultimi cinque anni (11,5 milioni di passeggeri nel 2005), appare tuttora inferiore rispetto a quello generato da altri Paesi dell'Europa centro-orientale. Resta, infine, ancora problematica l'accessibilità portuale, sia dal lato mare sia dall'entroterra.
Sul piano internazionale, gli eventi più importanti che hanno contrassegnato la storia recente della P. sono rappresentati dall'ingresso del Paese nella NATO (1999) e nella Unione Europea (2004). Al di là del significato politico, quest'ultimo evento ha impresso anche una considerevole crescita all'economia del Paese che, nello stesso anno, ha visto balzare in avanti il proprio PIL del 5,3% e, nel 2005, aumentare del 3,2%. In realtà, i processi di liberalizzazione dell'economia, intrapresi sin dagli anni Novanta, avevano già dato impulso a un forte programma di privatizzazione delle imprese statali nel settore industriale, delle telecomunicazioni e del credito. Anche per il comparto energetico (per oltre il 90% legato all'estrazione del carbone) è prevista una fase di privatizzazione e di adeguamento tecnologico che, fra l'altro, dovrebbe contribuire a diminuire ulteriormente i livelli di inquinamento, particolarmente elevati soprattutto nella regione industriale della Slesia. Attualmente le principali produzioni manifatturiere riguardano i comparti dell'abbigliamento e del tessile, della meccanica, delle automobili, dei prodotti siderurgici. Nonostante la crescita economica, il reddito pro capite resta modesto (circa il 50% di quello medio della UE a 25) e il tasso di disoccupazione elevato (circa il 18% al 2005), il cui impatto è in parte attutito dalla presenza di un'economia sommersa che, secondo alcune stime del Ministero del Lavoro e della Politica Sociale, assorbirebbe circa un terzo dei non occupati. Gli indicatori socioeconomici, inoltre, delineano un quadro contrassegnato da rilevanti squilibri territoriali e sociali. Un significativo divario, infatti, separa ancora le regioni più sviluppate (tra cui, in primo luogo, il voivodato comprendente l'area metropolitana di Varsavia e quelli della sezione centro-occidentale del Paese) da quelle più povere al confine orientale. Tale divario è imputabile sia alla rapida crescita che si è concentrata in poche regioni, sia ai problemi di riconversione di strutture industriali obsolete e al mancato innesco di processi di sviluppo locale in aree rurali storicamente marginali. Nonostante i livelli di reddito e dei consumi siano complessivamente cresciuti nel corso degli ultimi anni, una cospicua quota di famiglie polacche, concentrata soprattutto nelle piccole città e nelle aree rurali, vive al di sotto della soglia di povertà (circa il 12% nel 2003, un valore quasi triplo rispetto a quello del 1996).
Nel contempo il governo è impegnato in un processo di risanamento di bilancio, finalizzato anche all'adeguamento ai parametri di Maastricht, che rende particolarmente difficile affrontare i problemi del welfare con un ulteriore ricorso a risorse pubbliche. Tuttavia, i consistenti fondi europei, di cui la P. sarà il principale beneficiario (80,5 miliardi di euro nel periodo 2007-2013), giocheranno un ruolo rilevante per lo sviluppo futuro del Paese. A tal proposito, il governo ha approntato un piano nazionale che punta soprattutto al rafforzamento della competitività delle imprese, a investimenti nei settori cruciali delle infrastrutture, a trasformazioni strutturali nel settore primario, alla qualificazione del capitale umano e all'incremento dell'occupazione, alla riduzione dei divari regionali con particolare riguardo alle aree rurali. Fra gli effetti del recente ingresso della P. nella UE, si rilevano un incremento delle esportazioni di prodotti agroalimentari e l'espansione del mercato finanziario. Parallelamente si rafforza la proiezione internazionale dell'economia polacca, testimoniata tanto dalle esportazioni nel mercato UE e verso i Paesi dell'Europa orientale (Russia, Ucraina, Bielorussia), quanto da un elevato livello degli investimenti diretti esteri, che hanno favorito la modernizzazione dell'industria.
Contribuisce non poco al consolidamento della positiva immagine del Paese, lo sviluppo del turismo che, dopo la forte espansione della seconda metà degli anni Novanta e una fase di stallo nei primi anni del Duemila, appare in ripresa (quasi 62 milioni gli arrivi stranieri nel 2004). Fra gli elementi di attrazione, una ricchissima dotazione di aree di rilevante valore naturalistico e ambientale, che include zone di alta montagna e foreste, coste suggestive, la presenza di specie floristiche e faunistiche rare, il tutto articolato in un sistema composto da 23 parchi nazionali e circa 100 riserve naturali. Non meno importante per i visitatori appare il notevole patrimonio urbanistico, storico e architettonico, concentrato soprattutto nelle città di Cracovia, Varsavia, Toruń e Zamość (quattro degli undici luoghi polacchi riconosciuti dall'UNESCO quali patrimoni dell'umanità). La capitale, rasa al suolo durante la Seconda guerra mondiale, rappresenta un esempio felicemente riuscito di fedele ricostruzione del centro storico, cui si accostano le moderne architetture della più recente espansione urbanistica.