MOLMENTI, Pompeo Gherardo

Enciclopedia Italiana (1934)

MOLMENTI, Pompeo Gherardo


Scrittore e storico, nato a Venezia il 1° settembre 1852, morto a Roma il 24 gennaio 1928. Laureatosi in diritto, esercitò per breve tempo l'avvocatura; ma, tutto preso com'era da interessi letterarî e artistici (nel 1875 uscivano due suoi romanzi, Dolor e Clara), lasciò la pratica forense per il giornalismo; salito poi in fama specialmente con La storia di Venezia nella vita privata, fu nominato professore di lettere italiane al Liceo Foscarini di Venezia (poi insegnò nell'Accademia di belle arti a Venezia). Col 1889, entrava decisamente nella vita pubblica come consigliere comunale di Venezia (e da allora sedette per lunghi anni nel Consiglio e fu anche assessore); l'anno appresso veniva eletto deputato al parlamento dal primo collegio di Brescia (dal 1890 al 1892); nel 1895 veniva rieletto, da Salò, ch'egli continuò a rappresentare sino al 1909. Nominato senatore in quest'anno, fu nel 1919-20 il primo sottosegretario alla Belle arti.

In tutta la sua attività pubblica il M. fu quello che era contemporaneamente nella sua attività di studioso: cioè tutto preso dall'amore per la città nativa, di cui studiava le glorie passate, ma di cui cercava in pari tempo di tutelare, e con ostinata energia, gl'interessi presenti (donde le molte e vivaci polemiche quando gli parve che questi interessi venissero danneggiati). Ma, nonostante questo fervore di vita pubblica, il M. attese di continuo ai suoi studî, storici-artistici-letterarî; dal saggio Carlo Goldoni (Milano 1875), a quelli su La dogaressa di Venezia (Torino 1884); su Il Carpaccio e il Tiepolo (Torino 1885; poi le due monografie Vittore Carpaccio (1906) e Giovanni Battista Tiepolo, 1909), su Sebastiano Veniero e la battaglia di Lepanto (Firenze 1892), su I banditi della repubblica veneta (2ª ed., Firenze 1898). L'opera fondamentale del M. è però La storia di Venezia nella vita privata, dalle origini alla caduta della repubblica (1ª ed., 1879; 7ª ed., voll. 3, Bergamo 1927: più volte tradotta in varie lingue), che è diventata opera modello per le ricerche di questo genere, di storia del costume, concepita, questa, con largo respiro e non come quisquilia erudita. Alla fortuna di questa, come delle altre opere, giovarono, oltre che la perfetta conoscenza della storia veneziana e il fine senso critico, anche le doti di brillante narratore caratteristiche del M., che fu in realtà anche uno dei più noti e acclamati conferenzieri del suo tempo.

Bibl.: V. Cian, in Giornale storico della letteratura ital., XLI (1928), p. 261 segg.; R. Cessi, in Archivio veneto, 1928 (con bibl.).