NENNA, Pomponio

Dizionario Biografico degli Italiani (2013)

NENNA, Pomponio

Angelo Pompilio

– Figlio di Giovanni Battista, letterato e giurista, e di Laura Violante, fu battezzato nella cattedrale di Bari il 13 giugno 1556.

Il padre, cortigiano di Bona Sforza, autore di un noto trattato nobiliare, Il Nennio, fu inviato a Bologna nel 1530 come ambasciatore della città di Bari per l’incoronazione di Carlo V e nel 1533 l’imperatore lo insignì del titolo di cavaliere di Cesare, con la concessione d’inserire nello stemma familiare l’aquila imperiale a una testa. Il titolo di «cavalier di Cesare» esibito da Pomponio nei frontespizi dei suoi libri di musica è dunque acquisito per via ereditaria.

Nenna, gentiluomo, non ricoprì incarichi professionali di musicista: la sua biografia s’inscrive pertanto nella categoria dei nobili dilettanti di musica. Le prime composizioni a stampa furono quattro villanelle alla napolitana a tre voci ospitate nei due volumi di villanelle «de diversi musici di Barri» pubblicate a Venezia dai Gardano nel 1574 su iniziativa di Giovanni de Antiquis (ed. moderna Villanelle alla napolitana a 3 voci di musicisti baresi del sec. XVI, a cura di S.A. Luciani, Roma 1941). I sedici compositori presenti nelle due sillogi, di generazioni diverse, testimoniano un’attività musicale di una certa consistenza nella città pugliese (risulta che lo stesso De Antiquis abbia promosso anche un Primo libro a 2 voci di diversi autori di Bari, stampato a Venezia nel 1585, perduto, del cui contenuto rimane traccia in raccolte seriori: un brano attribuito a Nenna compare nei Bicinia, sive cantiones suavissimae duarum vocum, Anversa, Phalèse, 1590, ripreso in De’ ricercari a due voci libro primo, Firenze 1686; ed. moderna in Musicisti pugliesi: ricercari a due voci di diversi autori, a cura di D. Cieri, II, Roma 1979, pp. 14-16). Nei due volumi del 1574, oltre a De Antiquis, tra i musicisti più anziani compaiono Rocco Rodio, Colanardo de Monte e Stefano Felis, tutti possibili maestri di Nenna: tra costoro, il più probabile potrebbe essere Felis, allora maestro di cappella nel duomo di Bari, che ospitò nelle sue raccolte quattro madrigali di Nenna, rispettivamente Dolci amorose e leggiadrette ninfe nel Primo libro di madrigali a 5 voci (noto nella ristampa Venezia, Gardano, 1585), Vaghe erbe, verdi fronde nel Quarto libro di madrigali a 5 voci (Venezia, Vincenzi e Amadino, 1585), Torna, amato mio bene e l’ottava ariostesca Misera, a chi mai più creder debb’io nel Quinto libro di madrigali a 5 voci (Venezia, Gardano, 1585).

Nenna, a sua volta, incluse un noto madrigale di Felis, Sonno, scendesti in terra, nel suo Primo libro di madrigali a 5 voci (Venezia, Gardano, 1582). Questa sua prima raccolta a stampa è indirizzata a Fabrizio Carafa, duca d’Andria e conte di Ruvo, che dimorava abitualmente a Napoli (fu l’amante di Maria d’Avalos, consorte di Carlo Gesualdo principe di Venosa, il quale nel 1590 fece assassinare la coppia adultera). Nella dedica Nenna ringrazia il nobile per averlo eletto, nel 1582, nel «governo» della città di Andria. Il Primo libro di madrigali (ed. moderna in I madrigali di Pomponio Nenna, a cura di E. Dagnino, Roma 1942; tra i componimenti poetici un sonetto di Petrarca e uno di Remigio Nannini, e madrigali di Chiara Matraini e Lodovico Paternò) rientra in una breve, fervida stagione musicale barese caratterizzata sia dalla vitalità della cappella musicale del duomo sotto l’egida dell’arcivescovo Antonio Dal Pozzo (Puteo), sia dalla presenza di facoltosi forestieri che nelle proprie dimore coltivavano il canto di madrigali e villanelle.

Dopo le prime esperienze nella città natale, Nenna – così testimonia nel 1615 Romano Micheli – si trasferì a Napoli e trascorse l’ultimo lustro del secolo, all’incirca dal 1594 al 1599,  al servizio di Carlo Gesualdo. Il rapporto col principe  occupò un posto di rilievo nella sua vicenda artistica. Sono pervenuti nove madrigali intonati dai due nobili musicisti sugli stessi versi: essi rivelano evidenti affinità stilistiche e documentano un rapporto che dovette essere assai stretto, probabilmente il più fecondo fra quelli intrattenuti dal principe con altri musicisti nella sua cerchia. L’assenza di fonti documentarie relative alla corte gesualdiana non permette tuttavia di meglio conoscere la posizione che Nenna vi tenne né consente di chiarire alcuni punti oscuri relativi alla sua produzione in quegli anni. In particolare risulta enigmatica la totale mancanza di notizie circa il secondo e terzo libro di madrigali a cinque voci, una lacuna vistosa nel catalogo di Nenna, altrimenti completo: di questi due libri non c’è traccia in repertori bibliografici né in cataloghi editoriali o inventari librari coevi, che pur citano gli altri suoi libri. Le date di pubblicazione ipotetiche, che dovrebbero essere comprese tra il 1582 e il 1603 al più tardi, ricadrebbero almeno in parte nel periodo trascorso al servizio di Gesualdo: stante la riluttanza del principe a rendere pubbliche le musiche eseguite nella propria corte, non si può escludere che dei due libri di Nenna composti in quegli anni il principe abbia interdetto la pubblicazione.

Il Quarto libro di madrigali a 5 voci, pervenuto nelle sole ristampe veneziane del 1609 e 1617, potrebbe essere pertanto la prima raccolta pubblicata dopo aver lasciato la corte gesualdiana: vi compaiono in particolare vari madrigali epigrammatici di Battista Guarini e uno di Ottavio Rinuccini (ed. moderna in I madrigali di Pomponio Nenna, cit.). Da una lettera di presentazione che il 7 aprile 1600 Leonora d’Este, seconda moglie di Gesualdo, scrisse al fratello cardinale Alessandro d’Este a Roma, risulta che Nenna cercava allora uno sbocco nella città pontificia. Indirizzate rispettivamente a Fabrizio Branciforte e Diana Vittoria Carafa, le dediche del Quinto libro (Napoli 1603; una delle primissime raccolte madrigalistiche ricche di rime di Giovan Battista Marino; ed. moderna di due madrigali in A. Fontanelli, Secondo libro de madrigali a cinque voci, a cura di A. Newcomb, Madison 2000, pp. 78-80; e in A. II Verso, Madrigali a tre … e a cinque voci, a cura di L. Bianconi, Firenze 1977, pp. XII s.) – e del Sesto libro di madrigali a 5 voci (Napoli 1607; componimenti di Torquato Tasso, Battista Guarini, Marino, Ridolfo Arlotti, Antonio Ongaro, Enrico Falconio, Giovanni Villifranchi; ed. moderna di un madrigale in L. Luzzaschi, Complete unaccompanied madrigals, p.te 1a, a cura di A. Newcomb, Middleton 2003, pp. 153-156) sono tuttavia firmate da Napoli e non danno alcuna informazione circa la biografia del musicista in quegli anni.

Da un passo del Puttino di Alessandro Salvio (Napoli 1634, pp. 43 s.) risulta che Nenna, apprezzato giocatore di scacchi, nel 1606 era a Napoli, dove partecipava a riunioni sociali in casa di Ferrante di Cardona. La dedica del Settimo libro di madrigali a 5 voci (Napoli 1608; madrigali epigrammatici di Guarini, Scipione Caetano, Falconio, Michelangelo Angelico) rivela invece che al più tardi il 1° maggio 1608 era a Roma, al servizio di Francesco Borghese duca di Rignano, fratello del papa regnante Paolo V e zio di Diana Vittoria Carafa, dedicataria del libro precedente.

Pochi mesi dopo, il 25 luglio 1608, morì a Roma (Franchi 2006, p. 295).

Della presenza di Nenna a Roma non rimangono altre testimonianze dirette, ma senz’altro dovette intrattenere rapporti con musicisti locali. In particolare sue musiche erano in possesso di Ferdinando Archilei, probabilmente figlio della virtuosa di canto Vittoria Archilei, che curò la stampa postuma dell’Ottavo libro di madrigali a 5 voci (Roma 1618; la natura raccogliticcia del volume traspare dal fatto che, tra i 19 brani su versi di Battista Guarini, Angelo Grillo, Gaspare Murtola, due sono madrigali del salentino Gervasio Melcarne e due canzonette di Carlo Gesualdo, mentre un altro madrigale ancora, pur non recando alcuna paternità, va ascritto a Giovanni de Macque; Maccavino 2010, pp. 351 s.) e dei Sacrae Hebdomadae Responsoria a 5 voci (Roma 1622). Altre musiche di Nenna erano state conservate a Napoli da Nicola Tortamano, che curò la stampa del Primo libro di madrigali a 4 voci (Napoli 1613, ed. moderna in A. Pompilio, 1983; oltre a molte rime del Marino, contiene un madrigale del Tasso e uno di Alessandro Guarini): due brani ricomparvero nel 1616 in una ristampa del Primo libro de’ madrigali a 4 voci del napoletano Alessandro Di Costanzo (impossibile accertare se figurassero già nella prima edizione, datata 1604, perduta).

La produzione musicale di Nenna, che si completa con i Responsorii di Natale e di Settimana santa a 4 voci pubblicati dall’autore a Napoli nel 1607 e ristampati nel 1622 (ed. moderna parziale a cura di D. Cieri, Roma 1983) e con la canzonetta spirituale Non sei tu quello mondo crudele conservata mutila in un ms. datato 1610 (Brescia, Bibl. Queriniana, L.IV.99; Kurtzman, 1979), è prevalentemente concentrata sul genere del madrigale erotico, nella sua versione concettosa ed epigrammatica di fine Cinque-inizio Seicento. In quest’ambito si osserva un’evidente polarità stilistica tra i componimenti di carattere idillico e leggiadro, e quelli di conio marcatamente patetico e struggente. Nei primi si apprezza una ricca e sciolta sonorità accordale alternata a brevi episodi di contrappunto lineare. Negli altri il compositore sfrutta a piene mani, e con squisita perizia, le risorse del cromatismo nella condotta melodica e l’impiego di «durezze e ligature», ossia di dissonanze concatenate, tipiche dell’entourage di Carlo Gesualdo: esempi palmari ne offrono i madrigali Mercé grido piangendo (nel Quinto libro a 5 voci) e La mia doglia s’avanza (nel Primo a 4 voci), da confrontare con le non meno audaci versioni datene rispettivamente da Gesualdo (Quinto libro, Gesualdo 1611) e Giovanni de Macque (Sesto libro a 5 voci, Venezia 1613).

A partire dal 1609 la stamperia veneziana dei Gardano avviò una nutrita serie di ristampe dei libri di madrigali di Nenna, passati più volte sotto i torchi, fino alla «quarta impressione» del Settimo libro nel 1624. La notorietà del musicista e la diffusione delle sue musiche lasciò tracce anche nelle numerose citazioni apparse in trattati e cronache musicali del tempo (Micheli, 1615, p. 6; Vincenzo Giustiniani, Discorso sopra la musica de’ suoi tempi  [1628], in A. Solerti, Le origini del melodramma, Torino 1903, p. 109; Pietro della Valle, Della musica dell’età nostra [1640 circa],  ibid., p. 171; Severo Bonini, Discorsi e regole sopra la musica [1650 circa], a cura di L. Galleni Luisi, Cremona 1975, pp. 58, 118 e 125; Giovanni d’Avella, Regole di musica, Roma 1657, pp. 34, 56-58, 72, 75; Angelo Berardi, Ragionamenti musicali, Bologna 1681, p. 135); nella presenza di sue composizioni in edizioni antologiche (come le  «scelte» di Madrigali di Luzzasco Luzzaschi edite a Napoli nel 1611 e nel 1613); nelle trascrizioni manoscritte di alcuni madrigali ripresi dal primo libro a quattro voci (Firenze, Bibl. naz. centrale, Magliabechiano,  XIX.106bis, insieme con ricercari di Macque) o di interi libri di madrigali a cinque voci (il quinto e il settimo) con testi parafrasati in lingua inglese (Londra, British Library, ms. Egerton 3665, nn. 281-299, 358-377; Oxford, Christ Church Library, mss. 21 e 37; Oxford, Bodleian Library, St. Michael’s College, Tenbury Wells, ms. 1015). Non rientra invece nella storia della recezione nenniana il ms. It.VI.723 (16031) della Bibl. naz. marciana di Venezia, che sotto il titolo Madrigali a due voci di Pomponio Nenna di Bari I libro e la data 1630 nasconde un patente falso di fine Otto-inizio Novecento (si tratta di duetti da camera di Georg Friedrich Händel, HWV 187, Anh. B102, 196, 182).

Fonti e Bibl.: Bari, Archivio del Capitolo metropolitano, Libro dei Battezzati (1555-1561), c. 50v; Napoli, Bibl. naz., ms. XV.E.37: F. Lambardi, Le cento imagini de gli huomini baresi in lettere ed armi, pp. 312-323; N. Tagliaferro, L’esercitio, c. 82v; S. Cerreto, Della prattica musica vocale, et strumentale, Napoli 1601, pp. 156 s.; R. Micheli, Musica vaga et artificiosa, Venezia 1615, pp. n.n.; G.C. Capaccio, Il forastiero, Napoli 1634, p. 7; F. de’ Pietri, Dell’historia napoletana, Napoli 1634, p. 70; G. d’Avella, Regole di musica, Roma 1657, p. 34; G. Petroni, Della storia di Bari dagli antichi tempi sino all’anno 1856, Napoli 1857, pp. 581, 585, 613, 626; N. Faraglia, Bilancio del Reame di Napoli degli anni 1591 e 1592, in Archivio storico per le province napoletane, I (1876), p. 410; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatorii, I, Napoli 1881, p. 69; Documenti per la storia le arti e le industrie delle provincie napoletane, a cura di G. Filangieri, VI, Napoli 1891, p. 192; A. Solerti, Le origini del melodramma, Torino 1903, pp. 170 s., 109; U. Prota-Giurleo, La musica a Napoli nel Seicento (dal Gesualdo allo Scarlatti), in Samnium, I (1928), 4, p. 72; G. Pannain, L’Oratorio dei Filippini e la scuola musicale di Napoli, Milano 1934, pp. LIV-LX (con l’ed. di cinque responsori del 1607); G. Watkins, Gesualdo: the man and his music, London 1973 (II ed., Oxford 1991), ad ind.; Id., A madrigal in four voices: “La mia doglia s’avanza” (1613) by P. N., in Notations and editions: a book in honor of Louise Cuyler, a cura di E. Borroff, Dubuque 1974, pp. 48-54; J. Kurtzman, An early 17th-century manuscript of Canzonette e Madrigaletti spirituali, in Studi musicali, VIII (1979), pp. 149-171; K.A. Larson - A. Pompilio, Cronologia delle edizioni musicali napoletane del Cinque-Seicento, in Musica e cultura a Napoli dal XV al XIX secolo, a cura di L. Bianconi - R. Bossa, Firenze 1983, pp. 103-139; A. Pompilio, I madrigali a quattro voci di P. N., Firenze 1983; K.A. Larson, The unaccompanied madrigal in Naples from 1536 to 1654, Ph.D. diss., Harvard University 1985, pp. 361-368 et passim; P.E. Carapezza, «Quel frutto stramaturo e succoso»: il madrigale napoletano del primo Seicento, in La musica a Napoli durante il Seicento, a cura di D.A. D’Alessandro e A. Ziino, Roma 1987, pp. 19-27; P. Cecchi, Le scelte poetiche di Carlo Gesualdo: fonti letterarie e musicali, ibid., pp. 61-63; D. Fabris, Generi e fonti della musica sacra a Napoli nel Seicento, ibid., pp. 425 s.; A. Pompilio - A. Vassalli, Madrigalisti e madrigali del tardo Cinquecento in Puglia, in Atti del Convegno di studio su “Monopoli nell’età del Rinascimento”, a cura di D. Cofano, Monopoli 1988, pp. 309-356; D. Fabris, Vita musicale a Bari dal Medioevo al Settecento, in La musica a Bari, a cura di D. Fabris e M. Renzi, Bari 1993, pp. 44 s., 93 s.; S. Franchi, Annali della stampa musicale romana dei secoli XVI-XVIII, vol. I: Edizioni di musica pratica dal 1601 al 1650, Roma 2006, pp. 293-295, 443-445; N. Maccavino, I madrigali a cinque del “Libro ottavo” di P. N. (Roma 1618), in Musica tra storia e filologia. Studi in onore di Lino Bianchi, a cura di F. Nardacci, Roma 2010, pp. 347-384; F.-J. Fétis, Biographie univ. des musiciens, VI, pp. 298 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, VII, pp. 170 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, p. 167; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti. Le biografie, V, pp. 347 s.; New Grove dictionary of music and musicians (2001), XVII, pp. 752 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XII (2004), coll. 987 s.

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