PORTOGALLO

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1998)

PORTOGALLO

M. Crusafont i Sabater

(portoghese Portugal)

Stato europeo, con capitale Lisbona, situato nella parte occidentale della penisola iberica. Abitata prima della conquista romana da popolazioni di ceppo e cultura iberica come i Lusitani, i Vettoni e i Calleci, la regione corrispondente all'od. P. fu staccata da Augusto dalla Hispania Ulterior e costituita come provincia autonoma di Lusitania et Vettonia; la Callaecia, compresa nella Hispania Tarraconensis, divenne provincia autonoma con la riorganizzazione amministrativa di Diocleziano (297) e comprendeva l'od. Galizia, parte dell'altopiano nordispanico e tutto l'od. P. settentrionale fino al corso del Duero.Dopo il patto (foedus) stabilito tra le popolazioni barbare e il potere romano (411), gli Svevi e i Vandali asdingi si spartirono la Callaecia, insediandosi i primi nell'antico conventus giuridico di Braga (v.). Un secolo più tardi, il re visigoto Leovigildo penetrò in Galizia e si impossessò di Porto e Braga (585) annettendosi il regno svevo. Appartengono a questo periodo le fonti storiche contemporanee di Orosio (Historia adversum paganos), di Idazio (Chronicon), di Giovanni di Biclaro (Chronicon), che documentano i contatti della regione con l'Oriente mediterraneo. Le fonti documentarie relative alla cristianizzazione e all'organizzazione ecclesiastica delle province di Callaecia e di Lusitania sotto il regno degli Svevi e dei Visigoti si trovano negli atti del primo (561) e del secondo (572) concilio di Braga e nel Parochiale Suevum (Divisio Theodomiri Conc. Lucense 569; David, 1947; de Jesús da Costa, 1959).Con la formazione del regno svevo, la provincia ecclesiastica di Braga superò i confini tradizionali della Callaecia romana e si estese fino al Tago, includendo le diocesi lusitane di Coimbra (v.), Lamego, Viseu e Idanha, la cui metropoli era Mérida (Emerita) nella prov. di Badajoz, in Spagna. Questa espansione territoriale comportò la divisione della provincia di Callaecia in due circoscrizioni amministrative o sinodi, l'una con sede a Braga e l'altra a Lugo in Galizia, in Spagna. Questa divisione, attribuita generalmente al concilio di Lugo del 569, esisteva già nel 561, poiché a questa data presenziarono al primo concilio di Braga i vescovi di Coimbra e di Idanha (de Jesús da Costa, 1959). Nel secondo concilio di Braga - presieduto da s. Martino di Braga (ca. 510-579), cui si deve la riorganizzazione ecclesiastica - la diocesi omonima aveva come suffraganee quelle di Dumio, Meinedo, Coimbra, Lamego, Viseu e Idanha. Alla metropoli di Braga appartennero le diocesi a S del Duero fino a poco dopo il 650, quando il vescovo Oroncio, metropolita di Mérida, riorganizzò la provincia ecclesiastica della Lusitania. Braga fu ridotta di nuovo ai confini tradizionali della Callaecia romana, scomparendo anche la divisione in sinodi.La provincia Carthaginiensis, devastata dai Vandali (425) e dagli Svevi (432) e occupata dai Bizantini nel 554, fu divisa in due metropoli: Cartagine per il territorio occupato da questi ultimi, che includeva forse la diocesi di Ossonoba (od. Milreu presso Faro) nell'Algarve (v.), e Toledo per il territorio dominato dai Visigoti. La conversione degli Svevi all'arianesimo e le sopravvivenze priscillianiste, unite alle radicate tradizioni pagane, furono tra i fattori che causarono una nuova cristianizzazione della regione gallego-duriense, iniziata da Martino di Braga. Oltre a fondare l'abbazia-vescovado di Dumio presso Braga (550 ca.) e a essere metropolita della città stessa (570 ca.), Martino fu il grande propulsore dell'istituzione monastica nell'ambiente rurale, fissando le basi di ciò che un secolo più tardi s. Fruttuoso di Braga (m. nel 665 ca.) avrebbe continuato nella sua Regula monachorum (Diaz y Diaz, 1976; Torres Rodriguez, 1977). Secondo Real (1995), la chiesa del complesso monastico di Dumio e, forse, quella di Meinedo (Douro Litoral, v.), con i loro capicroce trilobi del sec. 6°, sono chiari esempi della probabile autonomia dell'architettura del Nord-Ovest cara all'arte ispano-visigota di irradiazione emeritense (Ferreira de Almeida, 1986; Fontes, 1987; 1990).L'arte paleocristiana, nel suo contesto svevo o visigoto, è 'un'arte di continuità': nel Nord-Ovest si apprezza per l'elevato numero di capitelli a foglie d'acanto trovati nei primitivi luoghi di culto, mentre nel Sud del paese, dove si evidenzia fortemente l'influenza emeritense, gli indizi di continuità pervengono alla stessa scultura ornamentale (Real, 1995). Le iscrizioni cristiane di Mértola (v.), con caratteri greci, costituiscono un'espressione della corrente mediterranea unita al cristianesimo siriaco che ebbe influenza nell'area della Lusitania, così come le relazioni con l'Africa settentrionale si possono apprezzare nelle basiliche paleocristiane di Torre de Palma presso Monforte (Alentejo) e di Mértola, entrambe con absidi contrapposte (Ferreira de Almeida, 1986; Real, 1995). Attualmente si stanno riesaminando la cronologia, le fasi costruttive e la filiazione stilistica di alcuni monumenti ed elementi ornamentali classificati comunemente come 'visigoti'. La cappella funeraria di São Frutuoso, nella parrocchia di São Jerónimo de Real, nella località di Montélios presso Braga, la cui costruzione iniziale risale al sec. 7°, subì un importante rifacimento nella prima metà del 10°, presentando somiglianze stilistiche con la basilica mozarabica di São Pedro a Lourosa, consacrata nel 912 (Beira Alta; v. Beira) e con la cattedrale di Egitania (od. Idanha-a-Velha, Beira Baixa; Kingsley, 1980; Ferreira de Almeida, 1986; Caballero Zoreda, 1991; Torres, 1992; Real, 1995). Gli elementi decorativi di São Pedro a Balsemão (Beira Alta) sono stati recentemente messi in relazione con quelli di Lourosa, arretrandone la cronologia al sec. 10° (Ferreira de Almeida, 1986). A Beja (Mus. Rainha D. Leonor, Mus. Regional), nell'Alentejo (v.), è conservata la più importante collezione di pezzi scultorei dell'arte visigota portoghese (pilastri, capitelli, fregi, recinzioni), realizzati quasi tutti in marmo di San Brissos, che per stile e tecnica fanno parte del gruppo artistico di Badajoz-Mérida (de Almeida, 1962; Ferreira de Almeida, 1986).Dal 711, inizio dell'invasione araba della penisola iberica, la frontiera politica dei territori che formano l'od. P. subì continue oscillazioni fino al sec. 13° inoltrato. Sotto l'emirato di Córdova si crearono le province musulmane di Beja (comprendente tutto l'Alentejo) e di Ossonoba (comprendente l'Algarve), mentre le città di Lisbona (v.), Santarém (Ribatejo) e Coimbra (Beira Litoral) passarono a far parte della Marca Inferiore; tale situazione durò fino al 912. Nella seconda metà del sec. 9°, Alfonso III delle Asturie (866-912) riconquistò la fascia occidentale del Nord del P. fino al fiume Mondego. Ebbe così inizio una nuova organizzazione politica, amministrativa e militare, basata sulla presuria e sul ripopolamento di terre e città. Nei documenti contemporanei si fa menzione di tre territoria: Braga, Porto (Portucale) e Coimbra. Nell'878 si ebbe la prima conquista di Coimbra da parte del conte Hermenegildo. Nel 914, con l'ampliamento del regno asturiano e pertanto delle sue frontiere, la corte da Oviedo si trasferì a León (Spagna). Il territorio compreso tra il fiume Lima e il Duero fu affidato a un governatore che, dalla metà del sec. 10°, ricevette il titolo di dux. Questa unità politico-amministrativa aveva come sede il nucleo di Portucale. Fu allora che il nome di P. passò dal designare un centro situato sulle sponde del Duero a indicare tutta la regione con il nome di provincia Portugalensis (Peres, 1959⁵; Merêa, 1967). Le campagne devastatrici (981-1002) condotte da al-Manṣūr bi᾽llāh (Almanzor) interruppero l'avanzata cristiana, fissando di nuovo la frontiera sul Duero (de Azevedo, 1973). Dopo le crisi sofferte dai regni cristiani agli inizi del sec. 11° e dopo il frazionamento del califfato di Córdova nei regni di Taifas (il regno di Badajoz comprendeva praticamente l'antica Lusitania, dove la dinastia dei Banū᾽l-Afṭas mantenne una forte opposizione fino alla fine del sec. 11° contro i regni cristiani del Nord), il re Ferdinando I di Castiglia (1035-1065) fissò di nuovo la frontiera nel Mondego, conquistando Coimbra nel 1064.L'evoluzione artistica tra i secc. 8° e 12° nei regni cristiani del Nord fu caratterizzata dal ritorno all'Antichità classica e dall'adozione di modelli importati dall'al-Andalus. L'influenza musulmana si avvertì soprattutto a partire dal regno di Alfonso III, quando la migrazione dei mozarabi svolse un ruolo importante, alla metà del sec. 9° e nel primo quarto del 10° (Mattoso, 1985). La chiesa di São João a Nazaré (Estremadura), che è stata classificata da Schlunk (1970) come visigota per la presenza di una iconostasi e di un coro elevato, presenta tuttavia alcune peculiarità che fanno ritardare attualmente la sua datazione ai secc. 9°-10° (Real, 1995). Uno dei centri mozarabi più importanti del P. fu la città di Coimbra, insieme a Lisbona e ad alcune comunità dell'Algarve (Mattoso, 1985). Del piccolo complesso di edifici e di elementi ornamentali che si conservano in P. relativamente all'arte di questo periodo meritano di essere segnalate la basilica di São Pedro a Lourosa (912), la chiesa di São Torcato a Guimarães (Minho), edificio chiave per la datazione del mausoleo di São Frutuoso a Montélios dati i parallelismi che presentano alcuni pezzi scultorei, e l'antica cattedrale di Egitania-Idanha-a-Velha. Secondo recenti studi di Real (1995), questo gruppo di edifici riflette un ritorno a modelli classici all'interno della corte asturiana, che emulava ciò che accadeva nella corte carolingia (Ferreira de Almeida, 1986; Torres, 1992). Appartengono a questo periodo anche alcuni resti architettonici preromanici dei castelli di Santa Maria da Feira (Beira Litoral), Lanhoso, Mons Latio presso Guimarães, Trancoso (Beira Alta), Soure e Penela (Beira Litoral), costruiti per iniziativa della nobiltà comitale (Barroca, 1990-1991).L'arte romanica nacque e si sviluppò in P. parallelamente alla comparsa della contea di P., con il governo del conte francese Enrico di Borgogna (m. nel 1114) e di sua moglie Teresa, e alla sua successiva trasformazione in regno indipendente con suo figlio Alfonso I Henriques (1128-1185). L'occupazione militare del paese si realizzò in fasi distinte, avendo avuto inizio nel 1064 con la conquista di Coimbra e concludendosi con la presa di possesso dell'Algarve, tra il 1230 e il 1249. Tra il 1080 e il 1130, i Benedettini occuparono gran parte dei monasteri della regula mixta, insediandosi a N e nella valle del Duero, nelle montagne di Paiva e del Vouga e vicino Coimbra. Le tre abbazie cluniacensi di São Pedro a Rates (Douro Litoral), Vimieiro (Alentejo) e Santa Justa a Coimbra sono esempi isolati nel contesto religioso portoghese (Bishko, 1965).I Canonici regolari di s. Agostino, che ebbero come fondazioni principali il monastero di Santa Cruz a Coimbra (1131), la cui collocazione della prima pietra coincise approssimativamente con il trasferimento della corte da Guimarães a Coimbra, e quello di São Vicente de Fora a Lisbona (1147), occuparono antichi monasteri del Nord che probabilmente non avevano mai adottato la Regola di s. Benedetto; è da rilevare anche la loro partecipazione alla colonizzazione delle terre di frontiera, che li condusse a possedere numerosi priorati nelle città e nelle zone rurali (Mattoso, 1982a).I Cistercensi, che entrarono in P. verso il 1144, si stabilirono per la prima volta nel monastero di São João de Tarouca (Beira Alta), dipendente direttamente da Clairvaux, analogamente alle successive fondazioni di Lafões e Salzedas (Beira Alta; Cocheril, 1966; Real, 1983a). Gli ordini militari, insieme alla presenza attiva di crociati franchi e inglesi, contribuirono all'avanzare della riconquista del territorio portoghese, ricevendo in cambio grandi concessioni reali di terre e beni. Tra questi emerge l'Ordine dei Templari, soprattutto durante il mandato di Gualdim Pais, fondatore del castello e della charola di Tomar (Ribatejo; Barroca, 1990-1991). L'Ordine degli Ospedalieri si stabilì nell'Alto Alentejo, mentre quello dei Cavalieri di Santiago partecipò attivamente alla conquista dell'Algarve.Le sedi episcopali, abbandonate prima dell'avanzata musulmana che provocò l'instabilità della frontiera del Duero (secc. 8°-9°), furono di nuovo ripristinate parallelamente alla riconquista delle città: Braga (1070), Coimbra (1080), Porto (1112), Lisbona, Lamego, Viseu (1166). Alcune di esse vennero occupate agli inizi da monaci cluniacensi francesi, che garantirono la diffusione della liturgia romana (introdotta tra il 1080 e il 1085). Coimbra mantenne la liturgia mozaraba fino agli anni 1115-1116 (de Jesús da Costa, 1959).La maggior parte degli edifici conservatisi data al 12° e al 13° secolo. Il primo Romanico del sec. 11°, conosciuto anche come Romanico comitale, coincidendo la sua diffusione con il governo del conte Enrico di Borgogna, ha lasciato in P. poche vestigia. Oltre ai resti della primitiva cattedrale di Braga (Real, 1992), appartiene a questa epoca la chiesa monastica di São Pedro a Rates, costruita alla fine del sec. 11° per incarico del conte Enrico e della sua sposa, che la donarono nel 1100 al priorato francese di La Charité-sur-Loire. Della chiesa primitiva restano numerosi elementi nel capocroce e nella navata laterale nord, legati alla tradizione mozaraba (Ferreira de Almeida, 1975; Real, 1982). La sua pianta basilicale a tre navate divise in quattro campate e transetto diede origine a un tipo architettonico di radice benedettina, conosciuto come 'pianta benedettina portoghese', a tre navate di tre campate e falso transetto, dato che la maggior parte delle chiese romaniche portoghesi è a una navata con abside semicircolare, poligonale o rettangolare. La 'pianta benedettina portoghese' ebbe origine nel secondo quarto del sec. 12°, comparendo, tra le altre, nelle chiese di São Salvador a Travanca, São Salvador a Paço de Sousa (Douro Litoral), Santa Maria a Pombeiro, São Salvador a Ganfei (Minho) e Santa Maria a Ermelo (Trás-os-Montes; Real, 1983b). Questo schema fu adottato anche da un numero rilevante di collegiate, quasi tutte stabilite a Coimbra, fatto che può essere stato influenzato dall'appartenenza di Santa Justa a Coimbra al priorato francese di La Charité-sur-Loire. A questo Romanico comitale si attribuiscono anche i capitelli del chiostro di São João de Almedina a Coimbra (Mus. Nac. de Machado de Castro), la cui decorazione scultorea è in relazione a sua volta con quella che appare nella cappella di São Geraldo nella cattedrale di Braga e nelle parti antiche di São Pedro a Rates. I Canonici regolari di s. Agostino, che appoggiarono il re Alfonso Henriques nella sua politica di espansione e di autonomia del P., fondarono Santa Cruz a Coimbra nel 1131, fuori delle mura della città. La chiesa, molto trasformata, sarebbe stata costituita da una sola navata molto ampia e voltata, con cappelle laterali più basse della cappella maggiore, e da una grande torre-nartece davanti alla facciata, che le conferiva l'aspetto di fortificazione. Questo ultimo elemento architettonico è comune ad altre chiese dell'Ordine: São Vicente de Fora a Lisbona, fondata nel 1147, São Martinho a Crasto, São Salvador a Banho, São Esteban de Vilela (Nogueira Gonçalves, 1980; Mattoso, 1982a; Real, 1983b).La chiesa della prima fondazione cistercense di São João de Tarouca fu costruita a partire dal 1152 e consacrata nel 1169, seguendo la pianta di Clairvaux II. Il capocroce constava in origine di tre absidi rettangolari, rimpiazzate successivamente da una sola più profonda. La struttura interna seguiva, ancora, a eccezione dei pilastri, il modello di Fontenay. Lo schema di capocroce tripartito, scalare, con absidi rettangolari, è frequente nelle chiese cistercensi portoghesi, come nei casi di Abadia Velha de Salzedas, Santa Maria de Aguiar e Santa Maria de Fiães (Nobre de Gusmão, 1956; Crozet, 1964; Real, 1983). La costruzione dell'od. chiesa abbaziale di Santa Maria ad Alcobaça (v.) fu iniziata nel 1178 e terminata nel 1252, con l'appoggio dei re. Secondo la tesi di Nobre de Gusmão (1948), il suo capocroce segue il modello di Clairvaux III, con abside circondata da nove cappelle radiali a pianta trapezoidale e con transetto a due navate (Dimier, 1971).Con l'eccezione di un edificio anteriore alla Sé Velha di Coimbra, del 1100 ca., e delle differenti fasi costruttive della cattedrale di Braga, che si prolungarono lungo tutto il sec. 12°, le altre cattedrali portoghesi furono edificate a partire dalla seconda metà del medesimo secolo. Nella loro architettura si riscontrano formule direttamente ispirate alle grandi chiese di pellegrinaggio (navate della Sé Velha a Coimbra), influenze provenienti dalla Normandia (Sé a Lisbona e lanterna della Sé a Coimbra), dal Limosino (prima fase della cattedrale di Porto, che fu l'unica ad avere un deambulatorio, oggi scomparso).La scultura architettonica nei primi edifici del Romanico portoghese fu minima, riducendosi a capitelli decorati con motivi vegetali e imposte e zoccoli con motivi geometrici, elementi che si riscontrano nel chiostro di São João de Almedina a Coimbra, nella cappella di São Geraldo nella cattedrale di Braga e nel portale settentrionale di São Pedro a Rates. Questo genere di opere di tradizione locale raggiunse la più alta espressione nel portale occidentale di São Martinho a Manhente (Minho), firmato da Gundisalvus nel 1117. Una delle prime testimonianze dell'arte figurativa portoghese sono i modiglioni dell'edificio primitivo di Águas Santas (Porto), forse anteriore al 1100, riutilizzati nella chiesa della medesima località. Intorno alla metà del sec. 12° si sviluppò una corrente plastica di influenza gallega che interessò gran parte del territorio portoghese, in cui emergono i capitelli del presbiterio di São Cristóvão a Rio Mau (Douro Litoral), iniziato nel 1151, che dal punto di vista tipologico e tematico conservano affinità con modelli di alcune chiese della diocesi di Tuy, che comprendeva le terre portoghesi situate tra il Minho e il Lima fino al 14° secolo. In São Salvador a Bravães, in São Pedro a Rubiães e nella cappella di São João a Távora (Minho) compaiono le prime statue-colonna portoghesi (Perez Homem de Almeida, 1984; 1987). Da Travanca si diffuse per la diocesi di Braga un'altra corrente di scultura zoomorfa di origine benedettina, con un repertorio proprio dell'arte della Linguadoca, della Provenza, della Saintonge e anche dello Yorkshire. Questa corrente, che Mattoso (1954) definì come 'scuola benedettina portoghese', influenzò anche botteghe estranee all'Ordine, come quelle della cattedrale di Braga, o delle chiese di Rio Mau (nella seconda fase) e di São Romão ad Arões (Minho; Graf, Mattoso, Real, 1987). Il suo apogeo si ebbe nella seconda metà del sec. 12°, a São Salvador de Anciães, Bravães, Pombeiro, Rates, Travanca e Vilar de Frades.A Coimbra, durante la seconda metà del sec. 12°, si sviluppò nella bottega di Santa Cruz una scultura più decorativa che simbolica. Questa corrente ornamentale prese l'avvio dalla Sé Velha, principalmente dalle opere realizzate durante il vescovado di Miguel Salomão (1162-1176), formando gli artisti che successivamente lavorarono nelle chiese di São Salvador, São Cristóvão, São Bartolomeu e São Tiago. Tale scultura si caratterizza per l'abbandono dei modelli arabi, benché utilizzi un bestiario decorativo molto simile a quello dell'arte orientale, i cui modelli potrebbero rintracciarsi nelle miniature dello scriptorium di Santa Cruz e del convento di Lorvão presso Rebordosa (Beira Litoral; Real, 1974). Il timpano dell'Agnus Dei del portale nord di S. Martinho de Cedofeita a Porto, così come il rilievo con lo stesso soggetto conservato a Coimbra (Mus. Nac. de Machado de Castro) sono in relazione con l'arte del Pórtico de la Gloria della cattedrale spagnola di Santiago de Compostela, forse perché l'arcivescovado di Compostela possedeva a Coimbra alcune proprietà, come la collegiata di São Tiago (Graf, Mattoso, Real, 1987). Nel Douro Litoral, tra i fiumi Ave e Tâmega, si sviluppò una nuova corrente artistica denominata da Monteiro (1943) Romanico nazionalizzato, documentata nelle chiese di São Pedro a Ferreira - edificio dove lavorarono artisti provenienti da Zamora, dalla Sé Velha di Coimbra e dalla regione di Braga -, Paço de Sousa, São Pedro a Roriz, São Vicente a Sousa, Pombeiro. In essa riappaiono i modelli ornamentali visigoti o mozarabi, uniti a un certo gusto per la scultura figurativa proveniente dall'arte galiziana e della regione del Minho e dall'ornamentazione con temi floreali tipici di Coimbra e Braga.L'architettura militare del sec. 12° è rappresentata da numerosi castelli concepiti per una 'difesa passiva', la cui principale innovazione era la presenza del mastio (torre de Homenaje), normalmente a pianta quadrata, all'interno della corte, protetta da mura con torrioni addossati. Associati agli ordini militari, emergono i castelli di Tomar (v.), Almourol (Ribatejo), Pombal (Beira Litoral), Trancoso (Beira Alta), Lanhoso e Guimarães (Barroca, 1990-1991). A Bragança (Trás-os-Montes) si conserva la domus municipalis, la cui sala-portico a pianta pentagonale irregolare serviva come luogo di riunione per il consiglio municipale.In P. sono rimaste poche testimonianze dell'arte funeraria romanica. Vanno menzionati il sepolcro e il cenotafio di Egas Moniz (m. nel 1144), precettore del re Alfonso Henriques, conservati nel monastero di Paço de Sousa. Il primo, insieme a un'epigrafe, è opera della metà del 12°, mentre il secondo appartiene già alla metà del 13° secolo. Sarebbe il primo dei cenotafi realizzati nella regione di Entre-Minho-e-Douro e in esso compaiono scolpite le gesta di Egas Moniz nel suo viaggio a Toledo (Mattoso, 1985; Barroca, 1987; Graf, Mattoso, Real, 1987).Tra i pochi manoscritti miniati che si conservano sono notevoli due codici provenienti dallo scriptorium del monastero di Lorvão (de Egry, 1972): i Commentari all'Apocalisse di Beato di Liébana, del 1189 (Lisbona, Arq. Nac. Torre do Tombo, Armario dos Tratados, 160), dello scriba Egas, e il Livro das Aves, del 1183 (Lisbona, Arq. Nac. Torre do Tombo, Armario dos Tratados).Alla fine del sec. 12° ebbe inizio l'evoluzione verso il Gotico, come può constatarsi nelle sculture del chiostro del monastero di Celas presso Coimbra, nella cattedrale di Évora (v.) e nella chiesa di São João de Alporão a Santarém. L'arte gotica si sviluppò nel Centro e nel Sud del paese, con il procedere della Reconquista e con la comparsa dagli Ordini mendicanti. L'architettura gotica religiosa è da considerarsi monastica, avendo avuto origine in abbazie come quella di Santa Maria ad Alcobaça, mentre le cattedrali originariamente romaniche, con il passare del tempo introdussero il 'nuovo stile' (Tavares Chicó, 1981⁴). Le prime chiese mendicanti portoghesi, come São Domingos a Elvas (Alentejo), Santa Clara e São Francisco a Santarém (v.), presentano generalmente una pianta a tre navate, divise in cinque campate, transetto sporgente e capocroce scalare composto da cinque cappelle (Tavares Chicó, 1981⁴; Dias, 1994). Alla fine del sec. 14° e agli inizi del 15° si cominciarono a costruire il monastero del Carmo (od. Mus. Arquelógico) a Lisbona e la chiesa di Santa Maria da Vitória a Batalha (v.). In quest'ultima nacque l'arte gotica portoghese denominata manuelina, grazie alle opere realizzate dall'architetto Huguet (1402-1438).Le prime tracce della scultura monumentale romanico-gotica portoghese comparvero nella rappresentazione degli apostoli nel portale occidentale e degli evangelisti in ciascuno degli angoli del chiostro della cattedrale di Évora, probabilmente della fine del sec. 13° e degli inizi del 14°, scolpiti da maestri formatisi in Francia. Allo stesso modo il chiostro del monastero di Celas presso Coimbra, i cui capitelli istoriati narrano storie della Vita di Cristo e della Genesi, è stato recentemente considerato come opera di transizione con reminiscenze romaniche, databile tra la fine del sec. 13° e gli inizi del 14° (Graf, Mattoso, Real, 1987).L'introduzione della figura del giacente nell'arte funeraria è tarda, essendosi sviluppata nel 14° secolo. L'esempio più antico sarebbe ad Alcobaça l'arca sepolcrale di donna Urraca (m. nel 1220), sposa del re Alfonso II (1211-1223; Barroca, 1987; Graf, Mattoso, Real, 1987). Il sarcofago di Rodrigo Sanchez, figlio illegittimo di Sancio I (1185-1211), conservato nel monastero di Grijó, a S di Porto, presenta sulla fronte gli apostoli all'interno di edicole e annuncia lo splendore della scultura gotica delle botteghe di Coimbra del 13° secolo.

Bibl.:

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Monetazione

La storia della moneta portoghese ebbe inizio con il fondatore dello Stato Alfonso I Henriques. Le prime emissioni furono di denari di biglione, una lega costituita da rame e argento, inizialmente con il 25% di argento; sotto i regni successivi di Sancio I, Alfonso II e Sancio II (1223-1248), la percentuale di argento nella lega cadde al 16% e infine al 7%. Questa prima fase si caratterizzò per la grande varietà tipologica, con incisioni schematiche: stelle, figure, fiordalisi, lettere nel campo e infine piccoli scudi delle armi portoghesi, tema fondamentale della maggior parte delle monete posteriori.A partire dal regno di Sancio I si realizzarono marabottini (morabitinos) d'oro di metrologia almoravide, ma con incisioni cristiane raffiguranti un cavaliere che brandisce la spada. L'emissione di monete d'oro non si consolidò e venne abbandonata dopo Sancio II. Il sistema monetario si completò, dopo un breve periodo di emissione esclusiva di denari di biglione, con il tornese d'argento (tornés) di re Dionigi (1279-1325) e con la doppia d'oro (dobra pe terra) di Ferdinando I (1367-1383). Questi due tipi monetali si ispirarono a modelli francesi: il tornese al suo omonimo e la doppia al franc à pied di Carlo V di Francia (1364-1380). Tuttavia la doppia seguì il modello metrologico del tipo almohade, al pari delle doblas di Castiglia. L'influenza tipologica castigliana e quella francese furono una costante nella numismatica medievale portoghese.Stilisticamente le prime monetazioni sono collocabili all'interno dello schematismo del Romanico, a partire da Dionigi si introdussero una paleografia e una tipologia sempre più goticizzanti. Ferdinando I fu un grande innovatore nella monetazione; la produzione del suo regno è caratterizzata da originalità di tipi e accurata esecuzione. In oro il sovrano introdusse la dobra gentil, in argento reales con iniziale coronata e con armi portoghesi, in biglione il tornés con busto coronato, il grave, il pilarte e le magnifiche barbudas con elmo nel dritto. I grandi biglioni (torneses, barbudas) si collocarono nella linea delle blancas castigliane e francesi, introducendo dunque multipli di biglione. I tipi monetali si mantennero all'interno dell'influenza stilistica castigliana nei regni da Giovanni I (1385-1433) ad Alfonso V (1438-1481), con alcune innovazioni nell'argento (leal), con l'apparizione del rame (real preto) e del saggio di scudi d'oro. L'iniziativa più importante di Alfonso V fu l'introduzione del cruzado d'oro, un tipo monetale che per la prima volta svolse un importante ruolo internazionale, competendo con il ducato veneziano. La politica di espansione grazie alle esplorazioni dei Portoghesi e la loro conquista dell'oro garantirono questa prestigiosa moneta che presentava la tipologia dello scudo, ma un contenuto d'oro pari al ducato.

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