Priapo (gr. Πρίαπος) Antica divinità dei Greci, simbolo dell’istinto sessuale e della forza generativa maschile, e quindi anche della fecondità della natura. Centro principale del culto di P. fu Lampsaco nell’Ellesponto, dove si diffuse, fiorendo specialmente in età ellenistica e romana. P. fu considerato anche figlio di
Poesia priapea Componimento poetico greco e latino, in origine specie di mimo in onore del dio P.; il genere dei priapei, introdotto nella letteratura greca da Eufronio di Chersoneso (3° sec. a.C.), perse in seguito l’originario significato religioso tendendo all’artificioso e all’osceno. Nella letteratura latina i priapei furono introdotti dai poetae novi. Si conoscono frammenti di priapei di
Proprio dei componimenti priapei è il verso priapeo. Si trova già nella lirica erotica (Anacreonte) e nel dramma, specialmente nei cori dei drammi satireschi; in latino, è presente in Catullo (carme 17) e negli autori di priapei. Il verso è asinarteto, ossia composto di due membri di natura e andamento ritmico differenti: un gliconeo e un ferecrateo, con schema. Altri metri tipici, oltre al priapeo, sono l’endecasillabo falecio, il distico elegiaco e il coliambo. Priapismo In medicina, sindrome clinica caratterizzata da erezione dolorosa del pene, di lunga durata, non accompagnata da eccitamento sessuale né seguita da eiaculazione; può essere determinata da cause varie che provocano un’eccitazione dei nervi erigenti.