Primati Ordine di Mammiferi Euteri in genere suddiviso nei sottordini
Comprendono la specie Homo sapiens; ciò ha dato grande impulso alla primatologia, il settore specialistico delle scienze biologiche rivolto allo studio dei P. sotto l’aspetto comparativo e filogenetico, allo scopo di ricostruire la storia evolutiva dell’uomo. Forme estinte, che presentano già un certo grado di opponibilità del pollice, affini agli attuali Lemuridi, compaiono nel Paleocene. Solo 10 milioni di anni più tardi, nell’Eocene, sono presenti forme decisamente moderne, con caratteri simili a quelli delle attuali scimmie e proscimmie. Le trasformazioni che caratterizzano la storia evolutiva dell’ordine, sono: l’adozione di abitudini arboricole; la conseguente, progressiva diminuzione dell’importanza della dieta insettivora a vantaggio di quella frugivora ed erbivora; la trasformazione dei costumi notturni, che divengono diurni nella maggioranza delle specie. Questi adattamenti portano a una riorganizzazione degli organi di senso: l’olfatto si riduce e la vista assume maggiore importanza, con conseguente perfezionamento della sensibilità cromatica (i P. sono tra i pochi Vertebrati a possedere la visione a colori). Sul piano anatomico tutto ciò si riflette in una riduzione del massiccio frontale e del muso (si riducono il rinario e le vibrisse) e nella comparsa di un naso con narici più o meno ravvicinate. La contemporanea frontalizzazione degli occhi, che porta alla sovrapposizione dei campi visivi consentendo una migliore stima tridimensionale, conduce gradualmente alla comparsa di tratti progressivamente più ‘umani’.