Professionismo

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Nello sport, esercizio dell'attività sportiva con carattere di esclusività e continuità, su una base di impegni contratti e dietro retribuzione regolare e costante. In Italia il p. sportivo è disciplinato dalla legge 23 marzo 1981, n. 91 che detta i criteri per distinguere l'attività professionistica da quella dilettantistica e le norme in materia di rapporti tra società e sportivi professionisti. L’attività sportiva professionistica è subordinata al riconoscimento, da parte delle federazioni sportive, del carattere professionistico dell’attività svolta secondo le norme emanate dalle federazioni stesse, con l'osservanza delle direttive stabilite dal CONI per la distinzione dell'attività dilettantistica da quella professionistica.

Professionalismo e dilettantismo nelle Olimpiadi

Per volontà di P. de Coubertin,  il regolamento dei Giochi  olimpici redatto nel 1894  escluse dalle gare i professionisti (tranne i maestri di scherma). Le barriere poste agli atleti che guadagnavano soldi con la loro attività sportiva tennero lontano dai Giochi, soprattutto nelle prime edizioni, molti grandi protagonisti, e avrebbe portato poi a clamorose esclusioni e squalifiche. La battaglia sul dilettantismo è andata avanti per decenni, mentre la norma voluta da De Coubertin veniva in più modi aggirata. Con la pratica delle sponsorizzazioni (nel 1952 iniziò quella del Comitato olimpico da parte della Coca-Cola) e le esigenze di spettacolo imposte dai media (è del 1960 la vendita per la prima volta dei diritti di ritrasmissione televisiva) il p. è rientrato via via nell'agonismo olimpico e la caccia ai 'traditori' dello spirito delle Olimpiadi si è fatto sempre più tenue. Dal 1992 il CIO ha dichiarato 'open' i Giochi Olimpici, aprendo agli atleti professionisti.

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