proletariato Genericamente, la massa delle classi con redditi bassi o minimi, in contrapposizione alle minoranze detentrici del potere economico.
Il termine ebbe origine in età romana. Esso indicava, nell’ambito della divisione della popolazione di
Scomparso in età medievale, il termine ricomparve nel 16° sec. in
Con la Rivoluzione francese il termine acquisisce un nuovo significato: il proletario è l’appartenente a una classe di lavoratori disperati ma virtuosi, esclusi dai diritti, cui occorre riconoscere e dare uno ‘stato’. Questo significato ‘positivo’ continua però ad affiancarsi a quello ‘negativo’, tanto che nella stessa parola si trova già contenuta in nuce la successiva distinzione tra proletario e sottoproletario (➔ Lumpenproletariat).
La definizione del p. come classe dei lavoratori sfruttati nella società industriale compare nel linguaggio dei socialisti premarxiani nel primo ventennio dell’Ottocento: C.H. Saint-Simon con il termine proletari indica la massa di quanti vivono senza proprietà. Con L.-A. Blanqui proletario appare tanto nel senso generico e tradizionale di povero quanto in quello più specifico di operaio che si contrappone al capitalista. S. de Sismondi distingue il proletario antico, un non lavoratore che vive a spese della società, da quello moderno, un lavoratore sulla cui attività nell’era industriale vive la società. I proletari costituiscono il soggetto centrale di un celebre scritto polemico di F.R. de Lamennais, De l’esclavage moderne (1840). La condizione del p. e l’analisi dei mezzi per cambiarla sono il tema centrale dell’opera, destinata a esercitare grande influenza, di L. Blanc, Organisation du travail (1839).
Nel corso della seconda metà degli anni 1840 il concetto di p. è profondamente rielaborato dai comunisti e in particolare da
A partire dagli ultimi decenni del Novecento la riduzione progressiva del peso della grande fabbrica nel sistema produttivo, la drastica diminuzione del numero degli operai proprio nei paesi maggiormente sviluppati, la crescita dei servizi e dei processi di automazione nei luoghi di produzione, la riduzione in posizioni di crescente marginalità delle forze politiche che si ispirano al marxismo nei paesi capitalistici, e infine il crollo del sistema comunista nell’Unione Sovietica e nei paesi europei dell’Est hanno provocato prima la crisi e poi la scomparsa del p. come movimento politico e sociale autonomo e rivoluzionario.