PROLETARIATO

Enciclopedia Italiana (1935)

PROLETARIATO

Rodolfo Mondolfo

. Modernamente questo nome (per il suo significato in epoca classica, v. proletario) designa la classe lavoratrice in quanto è composta di salariati, ossia di operai che portano sul mercato non i prodotti del lavoro, ma la stessa forza di lavoro quale merce, sul cui prezzo influisce il rapporto tra l'offerta e la domanda. Il nome proletariato pertanto s'introduce quando lo sviluppo del capitalismo industriale, spodestando il mestiere autonomo, sostituisce il salariato all'artigianato, padrone degli strumenti e dei prodotti del suo lavoro.

Il quarto stato esce dal terzo come classe a sé; e mentre ancora Babeuf, rivendicando i diritti dei miseri, parlava solo di popolo o plebe, Saint-Simon comincia a parlare di proletariato. Dopo i moti di Lione (1830) l'uso della parola si diffonde; e V. Considérant, C. Pecqueur, L. Blanc, P.-J. Proudhon indicano nel proletariato il protagonista della questione sociale. Sotto l'influsso loro, del "chartismo" e delle esperienze sociali inglesi, Marx e Engels svolgono la teoria del proletariato che si delinea già vigorosa nel Manifesto del 1848.

Punti essenziali: genesi del proletariato dall'industria capitalistica; riduzione dell'operaio (con la crescente divisione del lavoro) ad accessorio della macchina, costretto a vendersi giorno per giorno quale merce, subendo le vicende del mercato, della concorrenza; dell'azione depressiva dell'armata di riserva dei disoccupati; possibilità di vita ridotta alla possibilità di trovar lavoro, subordinata a sua volta alla capacità del lavoro di accrescere il capitale (sopralavoro e plusvalore). Condizione dunque di disumanità; ma, contro questa, la negazione della negazione: risveglio della coscienza di classe nell'addensamento in masse e nei conflitti col padronato; organizzazione sempre più forte, decisa e vasta; progressiva unificazione internazionale del proletariato; suo destino di seppellitore del capitalismo per la sua emancipazione di classe, che sarà superamento di ogni divisione di classi e liberazione dell'umanità dall'asservimento alla merce. Questi lineamenti si sviluppano nella successiva letteratura socialistica, che svolge larghe discussioni sulle questioni della proletarizzazione e miseria crescente e della legge di bronzo dei salarî, sui rapporti fra proletariato e classi medie, fra lavoratori manuali e intellettuali, tra riforme e rivoluzione, fra azione politica ed economica, specie con G. Sorel (v.) e il sindacalismo, e anche sulla dittatura del proletariato, sulla quale poi si è imperniata in Russia la rivoluzione bolscevica (v. capitalismo; comunismo; internazionale; operaio, movimento).

Bibl.: Oltre a quella data alle voci indicate, v.: F. Engels, I fondamenti del comunismo, in italiano, Milano 1914; Marx-Engels, Manifesto dei comunisti e A. Labriola, In memoria del Manifesto dei comunisti, Roma 1902; Ch. Andler, introduction historique et commentaire au Manifeste communiste, Parigi 1901; P. Louis, Histoire du socialisme français, Parigi 1901; A. Labriola, Il capitalismo, Torino 1910; id., Il socialismo contemporaneo, Chieti 1914; R. Mondolfo, Il materialismo storico, Genova 1912 e Parigi 1917; id., Sulle orme di Marx, Bologna 1924; G. Sorel, Matériaux d'une théorie du prolétariat, Parigi 1929.