Psicoanalisi
Il termine psicoanalisi (dal tedesco Psychoanalyse) indica la disciplina fondata da
Sommario: 1. I principi fondamentali. 2. Il metodo terapeutico. 3. Gli sviluppi della disciplina. 4. La psicoanalisi nella cultura contemporanea. □ Bibliografia.
1. I principi fondamentali
Volta originariamente alla diagnosi e alla cura dei sintomi isterici e nevrotici, intesi come manifestazioni di conflitti psichici inconsci, la psicoanalisi si è sviluppata in seguito in una teoria psicologica generale fondata sull'ipotesi di un'attività psichica inconscia, indipendente dai processi volitivi coscienti e tendente alla soddisfazione di esigenze istintuali dette pulsioni. Secondo la definizione datane da S. Freud, la psicoanalisi è: 1) un procedimento per l'indagine di processi psichici altrimenti inaccessibili; 2) un metodo terapeutico per il trattamento dei disturbi nevrotici; 3) una gamma di conoscenze psicologiche ottenute nel modo indicato ai punti precedenti e convergenti in una nuova disciplina scientifica. Metodo d'indagine, metodo terapeutico e teoria psicologica a un tempo, la psicoanalisi si fonda su un insieme di nozioni e di assunti teorici che le conferiscono tratti completamente diversi e autonomi tanto rispetto alla psichiatria e alla psicologia sperimentale quanto rispetto agli altri orientamenti psicologici del Novecento. Tali nozioni e assunti ne avrebbero fatto, già nella tarda sistematizzazione freudiana, una vera e propria concezione del mondo, ritenuta in grado di illuminare la situazione umana sia all'interno del nucleo familiare e dei sistemi educativi, sia nel più ampio contesto socioculturale. La psicoanalisi prende l'avvio dall'interesse di Freud per gli studi e gli esperimenti di J.-M. Charcot sui fenomeni ipnotici e per l'ipotesi da questo avanzata che l'ipnosi potesse costituire un metodo terapeutico per i casi di isteria.
In seguito, in collaborazione con
Riflettendo sul fatto che le esperienze dimenticate, le quali probabilmente erano da identificarsi con le cause remote dei sintomi isterici, presentavano un carattere penoso, doloroso, vergognoso (in quanto perlopiù legate alla sfera della sessualità e dell'aggressione, che il soggetto al quale è stata impartita un'accurata educazione non può o non vuole ammettere come rientranti nelle sue attitudini), Freud pervenne all'ipotesi che esse fossero in qualche modo inconsciamente censurate; quest'opera di censura dei fatti traumatici prende il nome di rimozione. Il processo per cui un contenuto psichico viene mantenuto estraneo alla coscienza tramite la rimozione è di tipo diverso dal fenomeno della repressione di istinti avvertiti e coscientemente ricusati dall'Io: esso presuppone un conflitto inconscio e viene mantenuto mediante un continuo dispendio di energia psichica. La rimozione del ricordo del trauma in una zona inconscia della psiche è alla base dei sintomi isterici; il sintomo è infatti una sorta di simbolo mnestico del trauma: è il testimone attraverso cui l'avvenimento traumatico è in qualche modo commemorato. Manifestazione di un processo conflittuale che ha luogo nell'inconscio, forma di compromesso tra le rappresentazioni rimosse e le difese con cui l'Io si oppone al loro ricordo, il sintomo è pertanto un sostituto di ciò che è stato rimosso dalla coscienza. Così, scaricandosi nell'innervazione somatica e motoria e convertendosi nel sintomo, ciò che è stato rimosso ritorna in una forma irriconoscibile al soggetto.
Sulle tracce dell'analisi del sintomo isterico, la psicoanalisi raggiunge il suo stadio maturo allorché affianca all'eziologia di questo l'interpretazione dei sogni, da cui scaturiranno quelle categorie esplicative dei fenomeni nevrotici in genere che la condurranno infine a caratterizzarsi come una teoria generale della psiche. Contrariamente alle concezioni scientifiche prefreudiane, che vedevano nei sogni soltanto degli effetti di eccitamenti fortuiti e disordinati del
La comprensione del significato del sogno esige un delicato lavoro d'interpretazione, poiché gli impulsi, i ricordi e i conflitti che in esso si manifestano vengono in qualche modo mascherati da una censura onirica; è al contenuto latente del sogno, celato sotto quello manifesto, che intende pervenire l'interpretazione psicoanalitica. Il sogno è infatti regolato da un suo peculiare linguaggio fatto di deformazioni, condensazioni (mediante cui elementi disparati sono fusi in un'unica immagine) e spostamenti (tramite cui caratteristiche tipiche di cose e persone appaiono trasferite su altre), che tendono a celare quello che esso effettivamente è: cioè l'appagamento di un desiderio rimosso. Analogamente al sintomo isterico, il sogno rinvia a un processo conflittuale inconscio e rappresenta una formazione di compromesso tra i desideri e gli impulsi rimossi nell'inconscio (desideri e impulsi che sono in gran parte di origine infantile) e le difese censorie e repressive dell'Io. Altri elementi che completano la descrizione dei conflitti psichici tra il rimosso e ciò che tende al suo ritorno sono gli atti mancati (lapsus, dimenticanze, sbadataggini) e i motti di spirito, che rivelano anch'essi quel carattere di compromesso e di appagamento del desiderio
Il punto di vista secondo cui i fenomeni psichici sono considerati come risultanti da un conflitto di forze contrastanti è quello dinamico: il conflitto nevrotico, che contrappone desiderio e difesa e si compone in un compromesso, presuppone la rimozione, consistente nell'espellere e nel tenere lontano qualcosa dalla coscienza. In tale prospettiva, la rimozione è il principale meccanismo di difesa, in quanto processo che istituisce l'inconscio come campo separato dal resto dell'apparato psichico, inconscio che esercita in permanenza una forza che spinge al ritorno del rimosso. Dal punto di vista topico, l'inconscio è il luogo nel quale risiedono le forze istintuali e i desideri più arcaici, quelli che risalgono alla storia infantile di ciascun individuo. Secondo la metafora spaziale così istituita, all'inconscio vanno affiancati il preconscio (il luogo dei contenuti psichici, come i ricordi, non attualmente presenti ma in grado di essere portati alla coscienza o, anche, di essere rimossi nell'inconscio) e la coscienza (il luogo della percezione esterna come dell'interna). Al confine fra i tre sistemi così definiti intervengono censure che impediscono o discriminano il passaggio dall'uno all'altro.
Questa tripartizione dell'apparato psichico sarebbe stata poi integrata, se non proprio soppiantata, nell'elaborazione freudiana, dal punto di vista strutturale (noto anche come seconda topica), con cui si distingue tra Es, Io e Super-Io. Il termine tedesco Es, pronome della terza persona singolare neutra, introdotto originariamente da
Geneticamente il Super-Io sorge per un processo di differenziazione dell'Io ed è l'erede della più tipica situazione psichica infantile, consistente nella rivalità verso il padre che il bambino avverte per l'amore esclusivo che rivolge alla madre (complesso di
Da questo punto di vista l'Es è il serbatoio di ogni energia e le pulsioni che da esso provengono sono prevalentemente, anche se non unicamente, di carattere sessuale. Che l'energia psichica della pulsione sessuale, la libido, venga a rappresentare il prototipo di ogni pulsione dipende soprattutto dal ruolo centrale che, in termini dinamici, le pulsioni sessuali dell'Es assumono nei conflitti con le istanze dell'Io e del Super-Io da cui derivano i sintomi nevrotici. Lo stesso Freud, d'altra parte, ha implicitamente invitato a vedere nella psicoanalisi una forma di pansessualismo allorché, estendendo in una prospettiva genetica lo studio dei fattori che presiedono all'insorgere delle nevrosi, ha delineato le fasi di una vita sessuale infantile (orale, anale, fallica), scandite come fasi dello sviluppo individuale e rimosse nell'inconscio. Secondo questa impostazione, l'arresto (fissazione) o la deviazione (regressione) delle pulsioni a certe fasi immature della loro evoluzione, indicanti un mancato adattamento alla realtà in seguito a traumi psichici subiti nella prima infanzia o a causa di un'educazione eccessivamente repressiva, possono provocare l'insorgere di sintomi nevrotici qualora intervengano i meccanismi della rimozione, di vere e proprie perversioni sessuali qualora l'Io riesca a opporsi a quei meccanismi; un ruolo centrale nell'eziologia delle nevrosi viene ad assumere inoltre un non superamento dello stadio edipico e, in genere, l'insieme dei rapporti con le figure parentali. Accanto a questi fenomeni, poi, può manifestarsi quello della sublimazione, allorché le pulsioni sessuali (o, anche, quelle aggressive) vengono indirizzate o spostate verso altri obiettivi come la ricerca scientifica e la creazione artistica, nelle quali si appaga la libido desessualizzata. Ma la teoria psicoanalitica riconosce in realtà anche altri tipi di pulsioni, come quelle di autoconservazione, poi unificate con quelle sessuali sotto la denominazione di pulsioni di vita (o Eros) e contrapposte alle pulsioni di morte (o Thanatos), nelle quali Freud vede la tendenza stessa del vivente a ritornare a una stabilità inorganica: è per indicare questa tendenza che Freud introduce il concetto di coazione a ripetere, con cui s'intende l'impulso a ripristinare uno stato antecedente. Con quest'ultimo dualismo, che introduce elementi fortemente speculativi, si compie il passaggio della psicoanalisi da teoria della psiche a vera e propria concezione del mondo, in cui prevale l'orientamento ermeneutico (già ampiamente presente nell'interpretazione dei sogni) su quello causale, più strettamente legato all'esperienza clinica e all'indagine dei fenomeni psichici in genere. La diade amore e morte (Eros-Thanatos) sta alla base dei tentativi degli stadi più maturi della psicoanalisi di pervenire a una visione unitaria della situazione umana all'interno non solo dei contesti familiari ed educativi, ma della stessa civiltà, che trarrebbe origine dal divieto ancestrale dell'incesto per poi evolvere come risultato di un compromesso fra Eros, l'insieme delle pulsioni che mirano alla propria soddisfazione in base al principio del piacere, Thanatos, quello delle pulsioni aggressive e autodistruttive, e i mezzi con cui la società oppone loro resistenza. A ciò si aggiungano i tentativi di interpretazione della cultura (arte, religione, etica), di cui lo studio freudiano sulle opere di Leonardo, considerate come un sintomo di inibizioni e di componenti omosessuali, ma anche di sublimazione della libido nella curiosità, rappresenta forse l'esempio più significativo.
2. Il metodo terapeutico
La tecnica delle libere associazioni configura la strategia terapeutica come mezzo volto alla verbalizzazione del rimosso. Questa presuppone che il paziente dica tutto quel che gli viene in mente, rinunciando a ogni atteggiamento critico che lo porterebbe a tacere qualcosa perché avvertita come penosa, inaccettabile o insignificante. Fondamentale, nella terapia, appare il transfert, cioè il trasferimento o spostamento alla persona stessa dell'analista di atteggiamenti, sentimenti, tendenze e comportamenti che un tempo il soggetto ha avuto nei confronti di persone importanti della sua infanzia, generalmente i genitori. L'analista diventa così sempre più per il paziente la personificazione inconsapevole delle figure parentali amate o temute, dalla relazione con le quali derivano i sintomi e i comportamenti nevrotici. Questi passano quindi, attraverso il transfert, da un grado di massima rimozione a un certo tipo di esteriorizzazione, l'acting-out, che comporta anche manifestazioni di aggressività che oppongono ostacoli alla terapia. Ciò permette all'analista di rendersi conto della struttura della nevrosi, ma consente anche al paziente di rendersi conto, mediante l'aiuto dell'interpretazione terapeutica, delle proprie pulsioni censurate e soprattutto delle difese da lui inconsciamente poste in essere. La caratteristica più tipica del lavoro dell'analista è quella dell'interpretazione, che egli è in grado di fornire ricostruendo le esperienze passate del paziente: per es., l'attrazione sessuale che un paziente ha verso le donne anziane può essere interpretata come la ripetizione di una situazione edipica che egli ha vissuto in passato con la madre. L'interpretazione riguarda naturalmente anche i sogni, che vengono decifrati onde far riaffiorare i contenuti psichici rimossi del paziente. Nella
3. Gli sviluppi della disciplina
Nata con Freud e organizzatasi in istituzioni già quando Freud stesso era ancora in vita (è da ricordare la nascita delle società psicoanalitiche di
Un terzo indirizzo è stato inaugurato, a partire dagli anni Quaranta del 20° secolo, da E. Erikson, che ha insistito in particolare sullo sviluppo graduale dell'Io nel suo rapporto con la società, mettendone in evidenza le varie fasi che attraversa in tutto il ciclo vitale dell'individuo. Le vicende della psicoanalisi dovevano comunque caratterizzarsi anche per una varietà di indirizzi in aperto conflitto con le teorie di Freud. Tra questi vanno ricordati soprattutto quelli di autori che operarono delle vere e proprie scissioni all'interno dell'originaria scuola freudiana. Con l'avvento del nazismo il centro di creatività della psicoanalisi si spostò dall'Austria, dall'Ungheria e dalla
A partire dagli anni Cinquanta e Sessanta la psicoanalisi italiana ha conosciuto nuovi impulsi e grande diffusione, soprattutto per opera di Musatti e, successivamente, di altri psicoanalisti, i quali hanno subito anche le influenze dei vari orientamenti che hanno caratterizzato la psicoanalisi sul piano internazionale.
a) Gli scissionisti. Già nel 1910
Le immagini primordiali dell'inconscio collettivo sono degli archetipi, ovverossia delle forme che si ritrovano nelle culture più disparate. La psicoterapia di Jung, che utilizza le libere associazioni come quella freudiana, mira a mettere il paziente in contatto con l'inconscio collettivo. Le teorie junghiane, per il loro insistere sulle forze primitive e più profonde a fondamento dell'agire umano, presentano aspetti filosofici e metafisici che hanno esercitato grande influenza sull'estetica, sulla filosofia, nonché sulla cultura in genere. A O. Rank si deve fondamentalmente la teoria secondo cui la nevrosi ha origine non dalla situazione edipica, ma dal trauma della nascita. Ogni tipo di separazione (per es., lo svezzamento, la separazione dalla persona amata) riprodurrebbe uno stato di
b) La scuola britannica. Le due scuole britanniche più importanti sono quella di
c) Le scuole neofreudiane statunitensi. Durante e dopo la
d) Ulteriori sviluppi. Nell'ambito delle vicende a cui è andata soggetta la psicoanalisi, va fatto cenno alle teorie psicofilosofiche di
Alla fine del 20° secolo la psicoanalisi è stata ulteriormente caratterizzata da una disseminazione di interessi che ne rendono sempre più difficile l'inquadramento in quello che, ai tempi dell'ultimo Freud, veniva denominato movimento psicoanalitico. L'espressione 'psicoanalisi postfreudiana', con cui talvolta si indica la psicoanalisi più recente, ben sintetizza la sua distanza dalle teorie freudiane originarie, ma anche l'ideale continuità con il suo fondatore. Innovazioni concettuali, terapeutiche e sperimentali, spesso divergenti tra loro, hanno sempre più dominato la scena psicoanalitica internazionale. Lo spostamento d'interesse dalle pulsioni agli oggetti, lo studio delle fasi pre-edipiche, la riconsiderazione linguistica dell'inconscio, l'integrazione con prospettive interpersonali, la rinnovata attenzione al rapporto tra processi psicologici e processi biologici: sono queste le principali linee di ricerca che, a partire dall'enorme lavoro compiuto negli anni Quaranta e Cinquanta, impegnano attualmente la psicoanalisi. Avvicinatasi di volta in volta al marxismo, alla fenomenologia, alla linguistica, alla sociologia, alla psicobiologia, recentemente la psicoanalisi si è incontrata anche con l'ermeneutica, in particolare nella corrente che si è raccolta intorno a R. Schafer e D. Spence. Da tale incontro prendono l'avvio nuove teorie, orientate in una direzione relativistica e antipositivistica, che non consentirebbero più alla psicoanalisi di considerarsi come metodo d'indagine volto al conseguimento di proposizioni transculturali sulla natura umana, ma, più modestamente, come portavoce di formulazioni locali di atteggiamenti che riflettono l'andamento di una cultura.
4. La psicoanalisi nella cultura contemporanea
La psicoanalisi ha esercitato notevoli influssi nei più vari campi della cultura, dalla filosofia alla letteratura, alla critica d'arte ecc. Spesso oggetto di discussione filosofica relativamente ad alcuni suoi importanti presupposti, essa, almeno nelle originarie elaborazioni freudiane, si è prestata fondamentalmente a due ordini di considerazioni: quello relativo all'interpretazione deterministica dell'attività psichica e del comportamento umano, e quello, più strettamente epistemologico, relativo al suo status di disciplina scientifica; invece in ambito più generalmente culturale la psicoanalisi si è caratterizzata per il suo configurarsi come concezione unitaria della condizione umana, sia sul piano individuale sia su quello sociale. Il ridimensionamento psicoanalitico delle nozioni di scopo e deliberazione consapevole a fondamento dell'agire umano ha presentato importanti ripercussioni sul piano della considerazione etica tradizionale, riproponendo in qualche modo il vecchio problema della libertà del volere, soprattutto in relazione al grado di responsabilità da attribuire all'uomo, dal momento che le cause psicologiche appaiono nella psicoanalisi inaccessibili al soggetto e fuori del suo controllo. D'altro canto, la descrizione dei conflitti postulati dalla psicoanalisi, estesi ben oltre i casi patologici, di là dal problema del determinismo, se propone alla ricerca psicologica e alla riflessione filosofica la nuova dimensione dell'inconscio, può essere tuttavia considerata come un'originale riformulazione e rielaborazione della problematica relativa al conflitto tra ragione e passioni e alla natura radicalmente divisa dell'animo umano, problematica che, a partire da Platone, attraversa pressoché tutta la storia della filosofia. Dal punto di vista epistemologico, va segnalata quella che è stata spesso considerata la carenza della psicoanalisi. Oltre alla commistione tra concetti di derivazione biologica o fisica e interpretazioni suggestive dei miti greci che la caratterizza, alla psicoanalisi è stato spesso rimproverato, nonostante l'esperienza clinica su cui intende basarsi, di essere fondata su nozioni definite solo intrateoricamente e di non essere sufficientemente controllabile dal punto di vista empirico, oltre che di essere priva di quel potere predittivo tipico delle scienze deterministicamente strutturate.
Su un piano più ampio, la psicoanalisi, che già in Freud aveva inteso configurarsi come concezione generale e metodo interpretativo dell'uomo nella sua totalità e della stessa società, ha intersecato altre discipline influenzando successivamente la filosofia (
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