MODESTI, Publio Francesco

Enciclopedia Italiana (1934)

MODESTI, Publio Francesco

Giuseppe Pavanello

Nacque a Saludecio (Forlì) il 17 agosto 1471 e a Rimini fu canonico e patrizio. Andò per qualche tempo ramingando in cerca di protezione per sé e più per l'opera sua, a Venezia, a Bologna, a Roma, dove insegnò con lode in quell'archiginnasio, ma finalmente, eletto arciprete del borgo natio, vi si ritirò e vi morì il 17 marzo 1557.

Cultore appassionato della letteratura latina e specialmente di Virgilio, s'accinse presto al poema, Per il quale è ricordato, la Veneziade, in cui canta la guerra veneto-austriaca del 1505-08. Questo poema non supera quelli di ugual argomento, che il Foscarini ricorda; è talvolta una successione di elogi principeschi e di episodî, tal'altra una vera guida di monumenti veneziani. Invano il M. sperò aiuti e compensi dal doge Leonardo Loredan, cui il poema è dedicato, e da Leone X; non ebbe che un magro privilegio di stampa per dieci anni, quando il fratello dell'autore, Sebastiano, notaio a Bologna, curò la stampa del poema a sue spese (1521). Nello stesso volume della Veneziade il M. pubblicò un libro di Selve dedicato a Claudia, regina di Francia; nel 1552, sotto il titolo di Christiana pietas, una raccolta di meditazioni religiose e di epigrammi in onore di Giulio III. L'Albini, che ne tradusse bellamente la Veneziade, scrisse di lui, che se gli mancano alcune doti di artista, ingegno vero di poeta non gli mancò; ma forse più giusto è il giudizio del Giraldi, che lo proclamò "poeta di studio".

Bibl.: G. Albini, in Il M. e la Veneziade, Imola 1886.