VENTIDIO Basso, Publio

Enciclopedia Italiana (1937)

VENTIDIO Basso, Publio (P. Ventidius Bassus)

Mario Attilio Levi

Italico, assai noto per aver compiuto lucrosi affari e per esser salito, grazie alle ricchezze accumulate, da umile condizione (mulattiere) alle più alte cariche dello stato. Originario del Piceno, dopo la presa di Ascoli nell'89 a. C. fu condotto prigioniero a Roma. Arricchitosi, ebbe alti uffici militari e, nel 43, fu console dopo aver ampiamente reclutato truppe per Antonio nel 44, rendendogli così un servigio realmente notevole nelle difficili circostanze precedenti la guerra di Modena e con essa conclusesi. Nell'anno successivo V. ebbe, con Fufio Caleno, un comando legatizio in Gallia in luogo di Antonio e si oppose a Ottaviano quando questi cercava di assicurarsi, dopo Filippi, le Spagne. Dopo il sopravvento d'Ottaviano in Occidente V. continuò a collaborare con M. Antonio in Oriente. Nel 39 a. C. sbarcò in Asia Minore, e sconfisse Labieno, allora al servizio dei Parti, al Monte Tauro e al Monte Amano, aprendo la via per una totale rioccupazione della Cilicia, della Siria e della Palestina. V. non portò la guerra anche contro il re asmoneo Antigono, e, benché questa monarchia fosse sospetta ai Romani, non credendo conveniente impegnarsi in una guerra dinastica a favore di re Erode, preferì accordarsi con lui e sottoporlo a tributo per poter meglio sfruttare i risultati delle magnifiche vittorie con cui aveva risollevato il prestigio del nome romano in Oriente. Nel 38, con una seconda campagna contro Pacoro, il 9 giugno, nell'anniversario di Carre, V. raccolse una nuova vittoria nella battaglia di Gindaro, in cui perse la vita anche il re Pacoro. Da quella giornata i Parti rinunziarono definitivamente ai tentativi di espansione verso il Mediterraneo. V. ebbe il 27 novembre successivo gli onori del trionfo, che avrebbe dovuto celebrare con Antonio, ma che invece celebrò dopo essersi urtato con il suo capo, che lo ritenne colpevole di essersi lasciato corrompere da Antioco di Commagene nell'assedio di Samosata. Morì probabilmente poco dopo.

Bibl.: A. Rostagni, Virgilio Minore, Torino 1933; M. A. Levi, Ottaviano capoparte, Firenze 1933; Cambridge Ancient History, X, pp. 20-53 (cfr. ivi anche per la bibliografia).

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata