Puerto Rico (it. Portorico) Isola delle Grandi
La popolazione è di origine ispanica o africana (retaggio, quest’ultima, del periodo schiavista), urbanizzata per circa il 75%, di religione in maggioranza cattolica. Le aree metropolitane più importanti sono, oltre alla capitale
Priva di materie prime, P. ha registrato una forte espansione del settore secondario (45% del PIL nel 2009): particolare sviluppo ha avuto il comparto chimico-farmaceutico, cui seguono l’elettromeccanico e il tradizionale ramo alimentare (con la grande diffusione delle distillerie). Lo sviluppo è stato favorito da incentivi fiscali e facilitazioni doganali di cui godono le imprese statunitensi e le merci portoricane. Il settore agricolo, un tempo preminente nell’economia portoricana, ha ormai un ruolo marginale (fornisce appena l’1% del PIL: fra le colture prevalgono canna da zucchero, caffè, banano). In forte crescita le attività legate al turismo. Nel commercio estero, le maggiori esportazioni riguardano i prodotti chimici, i macchinari elettrici e gli apparecchi elettronici, i prodotti farmaceutici e dell’industria agroalimentare. Gli USA sono di gran lunga il più importante partner commerciale.
L’isola, chiamata Boriquen dagli
Dopo il fallimento di un moto indipendentista (1868) e l’abolizione della schiavitù (1873), l’isola ottenne l’autogoverno nel 1897. L’anno seguente divenne possedimento statunitense in virtù del trattato di
Nel 1952 entrò in vigore una Costituzione: P., che rimaneva soggetta alla sovranità e all’amministrazione di
Del tutto dipendente dagli USA sotto il profilo economico e sotto l’aspetto delle relazioni internazionali, P. è rimasta però fortemente legata al mondo latinoamericano. Un referendum nel 1998 confermò nella sostanza i dati delle precedenti consultazioni del 1991 e 1993, con il 46,5% degli elettori schierato in favore della piena integrazione dell’isola nell’unione federale degli Stati Uniti, il 50,2% favorevole al mantenimento dello status di
Il primo cronista di carattere nazionale può essere considerato M.A. Alonso (19° sec.), il quale è contemporaneamente l’iniziatore del costumbrismo/">costumbrismo e del criollismo nel paese. El Jíbaro (1849) è infatti una raccolta di quadri di costume indigeni cui danno carattere di documento linguistico i tentativi di tradurre in ortografia fonetica il linguaggio dei contadini meticci, detti appunto jíbaros. A. de Tapia y Rivera nello stesso periodo si fece portavoce di idee nuove ed eretiche, come quelle espresse ne La Sataniada (1878), e raccolse leggende (El bardo de Guamaní, 1862) e storie di pirati (Cofresí, 1876). Il Romanticismo in poesia ricalca i temi di quello spagnolo; G. A. Bécquer in particolare esercita notevole influsso su J.G. Padilla, S. Vidarte,
Molteplici movimenti d’avanguardia (Diapalismo, Euforismo, Atalogismo ecc.) tentarono negli anni 1920 una trasformazione del panorama lirico, senza tuttavia riuscire a esercitare un’influenza durevole. Negli anni successivi la poesia è percorsa da impulsi di rinnovamento formale, come nei Poemas de Vanguardia di J. Rivera Chevremont, o mira a un’indagine sull’uomo come nel grupo trascendentalista cui fanno capo F. Lluch Mora e F.F. Oppenheimer. Massimo esponente della poesia afro-antillana è L. Palés Matos, mentre l’influsso di
Già dalla fine degli anni 1960, accanto alla narrativa di impianto realista, s’impone il romanzo sperimentale; alla sua diffusione contribuiscono L.R. Sánchez, che crea un linguaggio neobarocco con radici nella lingua colloquiale e popolare, ed E. Rodríguez Juliá, che rilegge la storia del paese da un punto di vista caribico. Queste due tendenze (critica del colonialismo nordamericano, con la conseguente rivisitazione della propria storia da un’ottica non più statunitense, e invenzione di una lingua neobarocca che riscopre le origini popolari) hanno attraversato la narrativa degli anni 1970 e 1980 e sono presenti, in maggior o minor misura/">misura, nei romanzi e nei racconti di