Putifarre

Enciclopedia Dantesca (1970)

Putifarre

Angelo Penna

Trascrizione del latino Putiphar (adattamento dell'egiziano Pôti-pera' o p-ede(j)-p-rê' che significa " colui che Ra [il dio Sole] ha donato "); grande dignitario (il testo ebraico lo chiama " eunuco ", ma nel senso generico di alto dignitario) nella corte del faraone. A lui fu venduto Giuseppe dai Madianiti, che l'avevano acquistato dai suoi fratelli (Gen. 37, 27 ss.).

P., avendo constatato che l'entrata dello schiavo ebreo nella sua casa aveva coinciso con una straordinaria prosperità, ripose la massima fiducia in lui. Il dramma fu occasionato da un'insana passione della moglie di P. per il giovane Giuseppe. Riusciti vani i suoi tentativi di seduzione, la donna l'accusò al marito come insidiatore della propria pudicizia (Gen. 39, 1 ss.). e Giuseppe finì in prigione.

D. parla solo indirettamente di P., quando ne incontra la moglie fra i falsari (If XXX 91-129). Vedi Moglie di Putifarre.

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