Puzzo e puzza

Enciclopedia Dantesca (1970)

puzzo e puzza

Lucia Onder

. In senso proprio per " odore corrotto e sgradevole ", in If IX 31 Questa palude che 'l gran puzzo spira / cigne dintorno la città dolente; XI 5 l'orribile soperchio / del puzzo che 'l profondo abisso gitta; XXIX 50 tal puzzo n'usciva / qual suol venir de le marcite membre; Pg XIX 33 mostravami 'l ventre; / quel mi svegliò col puzzo che n'uscia. In costrutto figurato, e con decisa accentuazione polemica, per esprimere tutto il " sozzume morale " di Baldo d'Aguglione (v.), in Pd XVI 55. Con metafora realistica e popolarescamente espressiva per la " lordura delle idolatrie " (Vellutello), in Pd XX 125 si parla del puzzo... del paganesmo, " imperò che ogni pagano ‛ pute ' " (Buti).

Di ‛ puzza ', soltanto un'occorrenza, con forte rilievo ‛ comico ', ma in contesto figurato, in Pd XXVII 26 Quelli ch'usurpa in terra il luogo mio, / il luogo mio, il luogo mio che vaca / ne la presenza del Figliuol di Dio, / fatt'ha del cimitero mio cloaca / del sangue e de la puzza, nell'invettiva di s. Pietro contro Bonifacio VIII, indegno di sedere sulla cattedra di Pietro e che ha reso Roma, sacra per il martirio dell'Apostolo, " ricettacolo di bruttura " (Buti), " latrina di micidi e nefandezze " (Cesari) che raccoglie il sangue che si sparge in Roma nelle lotte e il " fetore " dei vizi della Curia romana.