Qandahar

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(o Kandahar) Città dell’Afghanistan meridionale (324.800 ab. nel 2006), capoluogo della provincia omonima, 500 km a SO di Kabul, in una piana nei pressi del fiume Tarnak, a 1000 m s.l.m., ai piedi del Monte Kaitul. È il principale mercato dell’Afghanistan meridionale, nel mezzo di una regione irrigata (frumento, riso, cotone, frutta), in posizione strategica tra importanti vie di comunicazione colleganti l’Asia centrale e l’India. Attività industriali nei settori tessile, agroalimentare e meccanico.

Probabilmente corrisponde all’antica Alessandria d’Aracosia, fondata da Alessandro Magno nel 329 a.C.; ma rare sono le testimonianze archeologiche preislamiche. Nell’11° sec. passò dagli Afghani sotto la dominazione di Maḥmūd, sultano di Ghazna; nel 13° e 14° sec. fu devastata da Genghiz khān e dalle orde tatare di Tamerlano. Parte dell’Impero del Gran Mogol (1526-1625), fu in seguito conquistata dai Persiani; nel 1709 cadde in mano afghana; nel 1738 tornò alla Persia. Dopo il 1818, Q. costituì per qualche tempo il centro di uno Stato afghano indipendente, ribelle al sovrano.

Nel sito di Mundigak (a NO della città) è stato individuato un insediamento caratterizzato da 7 principali fasi di occupazione (4°-1° millennio a.C.). Nell’area dell’antica Q. sono venuti alla luce resti di un insediamento pluristratificato dotato di fortificazioni (1° millennio a.C.). L’ellenizzazione della regione è testimoniata dai ritrovamenti di due iscrizioni greche relative al regno di Aśoka, della dinastia indiana Maurya (ca. 268-232 a.C.).

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