Qaṭar

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Stato dell’Arabia orientale, indipendente dal 1971, situato su una penisola protesa per circa 200 km nel Golfo Persico, in direzione NS, e larga al massimo 90 km.

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Il territorio del Qaṭar, desertico e roccioso, è costituito nella parte interna da un altopiano carsico con lievi ondulazioni interrotte da piccole depressioni, uniche aree, insieme alle piccole pianure costiere (sabkha) lungo la frastagliata costa, adatte all’agricoltura (cereali, ortaggi, datteri). Clima molto arido, con forti escursioni termiche. Gli abitanti, il cui numero è variabile a causa della migrazione stagionale di Beduini dediti alla pastorizia originari dell’Arabia Saudita, sono costituiti per il 53% circa da Arabi sunniti, per il 25% da Iraniani sciiti, per il rimanente da altre minoranze (Indiani e Pakistani 15% ecc.). La capitale Doha è un notevole porto del Golfo Persico, attrezzato per la movimentazione di container; vi risiede oltre il 70% della popolazione. Altre città: ar-Rayyan, al-Waqra, Umm Said.

A partire dagli anni 1940, lo sfruttamento di estesi giacimenti petroliferi e di gas naturale ha portato all’abbandono delle tradizionali attività economiche (pastorizia nomade e raccolta delle perle) a favore di un forte sviluppo dell’industria (petrolchimica, siderurgica, del cemento) e dei servizi, rendendo necessario il ricorso alla manodopera straniera (Egiziani, Palestinesi, Indiani, tecnici occidentali); tuttavia, il previsto esaurimento dei pozzi petroliferi ha spinto il Q. a intraprendere una serie di piani per diversificare la base produttiva.

Le comunicazioni si avvalgono di circa 1230 km tra strade e autostrade. Aeroporto internazionale a Doha.

Storia

Già dominato dalla famiglia Āl Khalīfa del Baḥrain, nel 1872 il Q. fu sottoposto alla sovranità ottomana. Nel 1916 venne occupato dagli Inglesi, che riconobbero come regnante la famiglia Āl Thānī. Divenuto protettorato nel 1934, nel 1971 il Q. ottenne l’indipendenza come emirato e fu ammesso all’ONU e alla Lega Araba. Nel 1960 lo sceicco ‛Alī ben ‛Abdallāh, sul trono dal 1949, abdicò in favore del figlio Aḥmad ben ‛Alī, deposto nel 1972 dal cugino Khalīfa ben Ḥamad; quest’ultimo ha regnato fino al giugno 1995, quando è stato a sua volta deposto dal figlio Ḥamad ben Khalīfa al Thani. Sul piano internazionale il Q. nel 1981 costituì insieme ad Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Oman il Consiglio di cooperazione del Golfo, mentre firmò, tra il 1992 e il 1994, accordi difensivi con gli USA, il Regno Unito e la Francia, e al tempo stesso condusse una politica estera relativamente indipendente dall’Arabia Saudita. Avverso all’invasione irachena del Kuwait (1990), il Q. appoggiò gli USA nelle guerre in Afghanistan (2002) e Iraq (2003). Poco dopo l’emiro nominò come principe ereditario il figlio più giovane Tamim bin Hamad al-Thani, in favore del quale ha abdicato nel 2013, mentre Abdullah bin Nasser al-Thani ha assunto la guida dell’esecutivo. Nel 2005 è entrata in vigore la prima Costituzione nella storia del Paese, passaggio cruciale nel processo riformatore annunciato dall’emiro.

Nel giugno 2017 Bahrain, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi, Yemen e Maldive hanno interrotto le relazioni diplomatiche con il Paese, accusato di appoggiare le minoranze sciite sostenendone le azioni terroristiche.

Divenuto nel corso degli anni Duemila il più grande esportatore al mondo di gas liquido, il Qatar ha acquisito una forte influenza nel panorama geopolitico mondiale, come pienamente evidenziato dall’assegnazione al Paese dell’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2022, peraltro ampiamente contestata dalla comunità internazionale per le ripetute violazioni dei diritti umani e della sicurezza sul lavoro perpetrate dal regime qatariano. Nello stesso anno un'indagine della magistratura belga nei confronti di alcuni membri del Parlamento Europeo ha documentato un’ampia catena di corruzione volta a influenzare le posizioni dell’istituzione. Nel 2023, affiancato dagli Stati Uniti, il Qatar ha rivestito un decisivo ruolo di mediazione nei negoziati di pace per porre fine al conflitto esploso ad ottobre tra Israele e Hamas, concordando giorni di tregua dei combattimenti e la liberazione di parte degli ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi detenuti in Israele.

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