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questore

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Nel diritto pubblico romano, la più antica fra le magistrature minori, attestata dal 5° sec. a.C.: con l’introduzione del consolato, ciascuno dei 2 consoli ebbe come ausiliare un quaestor, in origine di nomina consolare poi (dal 449 a.C.) eletto annualmente dai comizi tributi; daterebbe al 409 l’ammissione alla questura dei plebei. Il numero dei q., salito a 4 nel 424 a.C. (2 come ausiliari per l’imperium domi, 2 per l’imperium militiae) e a 8 nel 267 (di essi, 4 q. italici, o classici, ebbero per compito l’allestimento della flotta e la polizia delle coste, con sede a Ostia, a Cales in Campania, a Rimini o Ravenna e forse a Lilibeo), crebbe ancora con l’aumento delle province, con la necessità di assegnare aiutanti a ogni governatore e anche per facilitare l’incremento del senato, nel quale si entrava dopo aver esercitato la carica di questore. Una lex Cornelia, di Silla, ne fissò il numero a 20, entità raddoppiata da Cesare (45 a.C.) e riportata da Augusto alla misura sillana. Gli aspiranti dovevano aver servito almeno 10 anni nelle legioni; età minima per l’eleggibilità in base alla lex Villia annalis fu 25 anni, con Silla 30 o 31; i nuovi eletti entravano in carica il 5 dicembre. Come magistrato minore, il q. non aveva sella curulis né littori, ma semplici viatores e altri ausiliari. Le funzioni più importanti erano quelle dei due quaestores urbani; in origine semplici ausiliari dei consoli, divennero in seguito una vera e propria magistratura con attribuzioni determinate: la giurisdizione in materia penale, in particolare l’inquisizione per i crimini contro la persona (quaestores parricidii) e la gestione del tesoro pubblico (aerarium populi romani) e di conseguenza la custodia del tempio di Saturno dove erano depositate le chiavi del tesoro. Tale gestione comprese la riscossione delle entrate, la revisione dei conti dei pubblicani, l’esazione delle ammende, i procedimenti contro i debitori dello Stato. Per le spese i q. provvedevano di loro arbitrio solo a quelle di ordinaria amministrazione, restando per il resto sottoposti alle direttive del senato. I due q. ausiliari dei consoli in guerra avevano prevalentemente funzioni finanziarie e amministrative, così come i quaestores nelle province. Con l’Impero la questura decadde rapidamente, poiché la giurisdizione criminale passò al praefectus urbi e al praefectus praetorio, e l’amministrazione finanziaria fu trasferita al praefectus aerarii Saturni; in età imperiale si hanno q. nell’amministrazione municipale con funzioni esclusivamente finanziarie. Nuovi tipi di q. appaiono nel Basso Impero: importante il quaestor sacri palatii, istituito da Costantino, una specie di ministro guardasigilli; con questa carica Triboniano presiedette le commissioni legislative che compilarono il Corpus giustinianeo.

Nel diritto pubblico, autorità provinciale di pubblica sicurezza alla quale è affidata, alle dipendenze del prefetto, la direzione tecnica dei servizi di polizia e di ordine pubblico della provincia Per analogia, q. delle Camere, membri degli uffici di presidenza delle Camere (in numero di tre sia alla Camera dei deputati sia al Senato della Repubblica), i quali sovrintendono al cerimoniale, ai servizi e alle spese delle Camere, e in particolare al mantenimento dell’ordine durante le sedute; come gli altri membri degli uffici di presidenza, sono eletti dalle assemblee fra i rispettivi membri.

Vedi anche
Provincia Diritto La provincia è l’ente territoriale intermedio tra Comune e Regione. Ai sensi dell’art. 114 Cost. le Province - così come i Comuni, le Città metropolitane e le Regioni – sono “enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione”(co. 2). A seguito della ... Gaio Giulio Césare Césare, Gaio Giulio (lat. C. Iulius Caesar). - Generale romano, triunviro, dittatore (Roma 100/102 - ivi 44 a. Cesare, Gaio Giulio). Nato da nobile famiglia romana, fu bandito da Silla; prestò servizio nelle province dell'Asia Minore tra l'81 e il 78, fu questore nel 70, edile nel 65, pontefice massimo ... Gaio Màrio Màrio, Gaio (lat. C. Marius). - Generale e uomo politico romano (Arpino 157 a. C. - Roma 86 a. C.); di famiglia contadina, riuscì con l'appoggio dei Cecilî Metelli a farsi strada; tribuno militare, questore, tribuno della plebe (119), pretore (116), ebbe occasione di distinguersi soprattutto nella guerra ... Marco Licinio Crasso (lat. M. Licinius Crassus Dives). - Uomo politico romano (114 circa - 53 a. Crasso, Marco Licinio); figlio di P. Licinio Crasso, Marco Licinio, console nel 97, visse una giovinezza austera e laboriosa. Divenne presto un principe del foro; sfuggito alla reazione di Cinna e Mario, partecipò alla ripresa ...
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Altri risultati per questore
  • questore
    Dizionario di Storia (2011)
    In Roma antica, la più antica fra le magistrature minori. Con l’introduzione del consolato, ciascuno dei due consoli ebbe come ausiliare un q., che in origine pare fosse scelto dal console stesso. Nei secoli successivi il numero dei q. crebbe con l’aumento delle province, con la necessità di assegnare ...
  • QUESTORE
    Enciclopedia Italiana (1935)
    (quaestor) Vincenzo ARANGIO-RUIZ Nome di una magistratura romana, e precisamente - a quanto pare - della più antica fra le magistrature minori. Mentre infatti non ha nessun valore qualche tardivo accenno all'esistenza di questori in epoca regia, Cicerone (De rep., 2, 35, 60) li menziona a proposito ...
Vocabolario
questóre
questore questóre s. m. [dal lat. quaestor -oris, der. di quaerĕre «cercare, investigare, inquisire», part. pass. quaestus]. – 1. In Roma antica, titolo di magistrati elettivi con attribuzioni varie nei diversi tempi (di polizia e di giurisdizione...
questòrio
questorio questòrio agg. e s. m. [dal lat. quaestorius agg., quaestorium s. neutro (per ellissi di tentorium «tenda»)]. – 1. agg. Relativo al questore, in Roma antica: dignità q.; provincia q., amministrata da un questore. 2. s. m. La tenda,...
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