Quito

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Città capitale dell’Ecuador (1.822.397 ab. nel 2017 considerando l’intera agglomerazione urbana) e capoluogo della provincia di Pichincha. È situata a circa 2880 m s.l.m. sul margine occidentale di un altopiano circondato da numerosi coni vulcanici. L’effetto dell’altitudine compensa quello della vicinanza dell’equatore, per cui la temperatura media non è elevata (14 °C). Le escursioni annue sono minime; le piogge abbondanti e ben distribuite in tutte le stagioni. Q. è alle falde del vulcano Pichincha; due profonde piccole valli che scendono dal vulcano attraversano la città. Questa presenta una topografia regolare, con parchi, tra i quali l’Alameda, o giardini, viali e ampie piazze. Sede arcivescovile, Q. è uno dei maggiori centri del cattolicesimo nell’America Meridionale. È anche notevole centro culturale. A Q. hanno sede, poi, numerosi istituti di istruzione superiore e di ricerca scientifica, un osservatorio astronomico e meteorologico, musei, biblioteche, teatri e un conservatorio. Centro amministrativo e importante mercato dei prodotti agricoli della zona, ha sviluppato anche le attività industriali, che riguardano i settori tessile (in particolare cotonifici), alimentare, chimico-farmaceutico, del legno, delle materie plastiche, della carta, delle calzature.

Capitale, secondo Juan de Velasco, già verso il 1000 d.C., del Regno di Quitu, passata poi sotto il dominio dei Cara, verso il 1450 fu conquistata dall’inca Tupac Yupanqui. Presa dagli Spagnoli nel 1533 ma incendiata dagli abitanti, nel 1534 S. de Belalcázar ne iniziò la ricostruzione. Sede di una Real Audiencia dal 1563, dal 1717 entrò a far parte del vicereame della Nueva Granada. Nel 1809 i creoli di Q. deposero il presidente dell’Audiencia e formarono una giunta di governo, presto rovesciata da truppe spagnole. Nel 1810 una nuova rivoluzione cacciò gli Spagnoli, che rioccuparono la città nel 1812. Liberata da A.J. de Sucre nel 1822, nel 1830 divenne capitale dell’Ecuador, staccatosi dalla República de la Gran Colombia.

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