DE COURTEN, Raffaele

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

DE COURTEN, Raffaele

Giorgio MEMMO

Ammiraglio di squadra, nato a Milano il 23 settembre 1888. Partecipò alla guerra libica, indi alla prima Guerra mondiale, col grado di tenente di vascello. Scoppiata la seconda Guerra mondiale, assunse nel 1941 il comando della VII e poi dell'VIII divisione navale; il 25 luglio, nel primo gabinetto Badoglio, fu contemporaneamente ministro e capo di stato maggiore della marina. L'8 settembre 1943 fece eseguire alla marina le clausole armistiziali, compito che, per quanto durissimo, venne portato a termine in modo disciplinato e completo. In virtù dell'accordo da lui concluso a Taranto il 23 settembre con l'ammiraglio Cunningham, riuscì a far inserire la flotta italiana nel quadro della cooperazione militare (poi mutata in cobelligeranza) con le N. U. Liberata l'Italia, restò ministro fino al luglio 1946, e capo di stato maggiore della marina fino al 31 dicembre 1946, quando lasciò, a domanda, il servizio permanente effettivo.

Nel 1946, durante le trattative per la firma del trattato di pace, sostenne la tesi dell'intangibilità della flotta italiana cobelligerante. La tesi del De Courten, pur non accettata in teoria, è stata peraltro successivamente accolta nella pratica applicazione dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna e in parte anche dalla Francia.

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