Raghunātha Śiromaṇi

Dizionario di filosofia (2009)

Raghunātha Śiromaṇi Pensatore indiano (n. 1475 ca


m. 1550). Bengalese, appartenne alla tradizione Navyanyāya (➔). Tra i suoi numerosi scritti il più noto è il commento Dīdhiti («Raggio di luce») al Tattvacintāmaṇi («Gemma dei desideri della vera essenza [dei mezzi di retta conoscenza]») di Gaṅgeśa (➔ Navyanyāya). R. ha commentato anche altre importanti opere di Nyāya e Vaiśeṣika ed è autore di tre trattati indipendenti: il Padārthatattvanirūpaṇa («Descrizione della vera essenza delle categorie») sull’assenza di fondamento logico delle tradizionali categorie di Nyāya e Vaiśeṣika, l’Ākhyātavāda («Discussione sui verbi»), sulla semantica delle forme verbali, e il Nañvāda («Discussione sulla negazione»), sui significati della negazione. Le opere di R. sono relativamente brevi, grazie allo stile conciso, ma al contempo talmente dense di contenuti da aver provocato a loro volta una ricca tradizione di commenti, spesso indispensabili per la comprensione. R. si pone non di rado in aperta polemica con la stessa tradizione cui appartiene e in questo senso è autore atipico nel panorama indiano. Lo spirito eterodosso di R. si esplicita, per es., nel Padārthatattvanirūpaṇa, in cui le sette tradizionali categorie ontologiche (➔ Vaiśeṣika) sono messe in discussione e tra queste solo sostanza e azione resistono alla critica. Non essendoci alcuna caratteristica comune a tutte le 24 qualità in Vaiśeṣika, per R. è infondato parlare di una siffatta categoria. Qualità, inerenza, universale e assenza sono, secondo R., tutte proprietà contingenti (upādhi) e quindi non classificabili come categorie a sé. R. procede anche a postulare nuove categorie, basandosi su relazioni e proprietà utilizzate nella tecnica argomentativa del Navyanyāya: qualificazione (vaiśiṣṭya), capacità (śakti), causalità (kāraṇatva), effettività (kāryatva), possedimento (svatva), natura di oggetto della relazione (pratiyogitvā), natura di substrato (adhikaraṇatva) e altre ancora. R. presenta un’innovativa teoria della relazione tra un numero e il suo referente. Nella Dīdhiti al Tattvacintāmaṇi, il numero 2, per es., inerisce ai due referenti della dualità qualora questi siano sostanze. Ma nel caso di qualità o altre categorie che non possono avere una relazione di inerenza con il numero, se questo è una qualità e le qualità possono inerire solo a sostanze, sorge un problema. R. propone una relazione complessiva sui generis, che chiama paryāpti, che collega il numero 2 non ai singoli membri della coppia ma alla coppia stessa. Un altro contributo innovativo di R. è quello sui limitatori (avacchedaka), un termine chiave nella tecnica Navyanyāya che, pur se già usato in precedenza, non era mai stato tematizzato prima di lui.

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