CAPIZUCCHI, Raimondo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 18 (1975)

CAPIZUCCHI, Raimondo

Silvana Nitti

Battezzato Camillo, nacque a Roma nel novembre 1616 da Paolo, marchese di Poggio Catino e di Montieri, e da Ortensia Marescotti. Dopo i primi studi compiuti presso il Collegio Romano, l'8 giugno 1630 vestì l'abito domenicano nel convento di S. Maria della Minerva, assumendo il nome di Raimondo. Prese i voti dopo l'anno di noviziato, con una dispensa di Urbano VIII perché non aveva ancora raggiunta l'età richiesta dal concilio di Trento.

Dei suoi anni di studio rimane una Oratio panegirica in laudem Sancti Thomae Aquinatis, pronunziata nella chiesa della Minerva, alla presenza del Collegio dei cardinali in occasione della festa del santo, pubblicata a Roma in data imprecisabile e dedicata al granduca di Toscana.

Conseguito il dottorato in teologia nel 1644, l'anno successivo il C. divenne coadiutore del maestro del Sacro Palazzo, Vincenzo Candido, già priore del convento della Minerva. Nel 1650 Innocenzo X lo nominò segretario della Congregazione dell'Indice e, nel dicembre 1651, lo dichiarò esaminatore dei promovendi a vescovi; infine, agli inizi del novembre 1654, alla morte del Candido, lo scelse come suo teologo ufficiale, conferendogli il titolo di maestro del Sacro Palazzo. Da questa carica il C. fu destituito nel 1663 da Alessandro VII, a quanto pare perché, nell'esercizio di essa, aveva concesso la licenza di pubblicazione ad un libello ritenuto eccessivamente polemico dal papa.

Il C. trascorse il decennio successivo, privo di qualsiasi carica, nel convento della Minerva, intento alla redazione delle sue opere teologiche. Il 1º febbr. 1673 riottenne il suo antico ufficio da Clemente X, con una bolla che riabilitava la sua competenza teologica e scritturale; il medesimo pontefice lo chiamò a far parte con diritto di voto delle Congregazioni cardinalizie del S. Uffizio, dei Riti, delle Indulgenze, dell'Indice e dei Vescovi.

Nei suoi rinnovati compiti di censore il C. esercitò un ruolo notevole nei dibattiti teologici del tempo. Approvò nel 1675 la versione italiana della Esposizione della dottrina della Chiesa cattolica del Bossuet, e, durante il pontificato di Innocenzo XI e conformemente agli orientamenti di questo papa, prese nettamente posizione contro il probabilismo, approvando la polemica di F. Genet contro questa dottrina. Ma, nonostante le inclinazioni rigoriste che sembrerebbero implicite in queste iniziative, subì anche lui il fascino della predicazione romana di Miguel de Molinos - le cronache lo ascrivono infatti tra gli alti prelati di Curia che gli furono assidui - quanto meno ingannandosi sull'ortodossia del quietista spagnolo, tanto da approvare nel 1675 la stampa della sua Guida spirituale. Quando tuttavia, nel 1685, Innocenzo XI e il S. Uffizio decisero l'arresto del Molinos, il C., in qualità di cardinale inquisitore, partecipò senza riserve alla condanna del quietismo e ai successivi, numerosi processi contro i seguaci della dottrina.

Alla porpora cardinalizia il C. era stato elevato da Innocenzo XI il 1º sett. 1681, con il titolo presbiteriale di S. Stefano, mutato poi con quello di S. Maria degli Angeli. Nel conclave seguito alla morte di Innocenzo XI, nel 1689, fu fatto anche il suo nome tra i papabili. Non partecipò invece, perché malato, a quello del 1691, successivo alla morte di Alessandro VIII, e morì il 20aprile di quell'anno, prima ancora che il conclave si concludesse.

La prima e più importante opera del C., dedicata a Leopoldo di Toscana, è un grosso volume in folio dal titolo Controversiae theologicae selectae,scholasticae,morales,dogmaticae,scripturales,ad mentem D. Thomae Aquinatis ... resolutae, pubblicato a Roma nel 1670, in seguito rivisto e ampliato dal C. per le successive edizioni.

Lo stesso titolo lascia intendere quale sia l'intento e il tenore dell'opera: essa non segue un piano organico di sviluppo, ma propone ventotto quesiti della più disparata natura ai quali offre le relative resolutiones, attenendosi scrupolosamente al pensiero teologico di s. Tommaso. Grande la varietà dei problemi, teologici, morali, scritturali, talvolta richiamanti la problematica sollevata al concilio di Trento (sulla natura e sulla funzione dell'episcopato, o sulla transustanziazione); altre volte il C. si limita ad una sottile casistica morale: "De clerico in sui defensionem occidente" (controversia 22); "An tristari liceat de alterius bono vel prosperitate" (controversia 10).

Tra le altre opere del C. è un trattato De opinione probabili ed una Historia della famiglia Capizucchi (Roma, Bibl. nazionale, mss. Vitt. Em. 540-541); il catalogo completo degli scritti è pubblicato da G. Catalano, De secretario, pp. 104-106.

Fonti e Bibl.: C.De Lellis, Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, Napoli 1654, pp. 68-71; V. Baronius, Libri quinque apologetici, Parisiis 1666, V, p. 343; V. Armanni, Della nobile et antica famiglia de' Capizucchi, Roma 1668, pp. 70 s.; C. Fontana, Monumenta dominicana, V, Romae 1675, p. 689; J.-B. Bossuet, Correspondance, a cura di Ch. Urbain-E. Levesque, Paris 1909, I, pp. 366 s.; Conclavi di pontefici romani quali si sono potuti trovar sino a questo giorno, Colonia 1691, III, pp. 31 s.; Histoire des conclaves dépuis Clement V jusqu'à présent, Lyon 1691, II, pp. 554 ss.; Bullarium Ordinis fr. praedicatorum, VI, Romae 1735, p. 312; V. Forcella, Catal. dei manoscritti nella Bibl. Vaticana, I, Torino-Roma-Firenze 1879, p. 505; G. M. Cavaliere, Galleria dei sommi pontefici,patriarchi,arcivescovi e vescovi dell'Ordine dei predicatori, II, Benevento 1696, pp. 132-134; J. Quetif-J. Echard, Scriptores Ordinis Praedicatorum, II, Lutetiae Parisiorum 1721, pp. 729 ss.; A. Touron, Histoire des hommes illustres de l'Ordre de Saint-Dominique, Paris 1743, V, pp. 649-658; G. Catalano, De magistro Sacri Palatii Apostolici, Romae 1751, II, pp. 174-182; Id., De secretario Sacrae Congregationis Indicis, ibid., II, pp. 103-108; M. Guarnacci, Vitae et res gestae Pontif. Romanorum, ibid., I, p. 167; F. Petruccelli della Gattina, Histoire diplom. des conclaves, Paris 1865, ad Ind.; H.Reusch, Der Index der verbotenen Bücher, II, Bonn 1885, p. 680; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae, IV, Innsbruck 1910, pp. 347 s.; M. Dubruel, Le pape Alexandre VIII et les affaires de France, in Revue d'hist. éccl., XV (1914), pp. 296 s., 503 s., 508; A. Walz, I cardinali domenicani, in Memorie domenicane, LVII(1940), p. 48; M. Petrocchi, Ilquietismo italiano del Seicento, Roma 1948, pp. 158, 168; L. von Pastor, Storia dei papi, XIV, 2, Roma 1942, pp. 303, 313, 326, 387; F. Nicolini. SuMiguel de Molinos e taluni quietisti italiani, Napoli s. d., I, p. 27; A. Gheno, Contributo alla bibl. genealogica italiana, Bologna 1971, p. 86.

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