Raion

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(o rayon) Termine indicante le fibre tessili artificiali derivate da materiali cellulosici, i cui tipi fondamentali sono r. viscosa, r. cuproammoniacale (Bemberg) e r. all’acetato.

Il r. viscosa si ricava da polpa di cellulosa per es. di legno o paglia. Il filo si ottiene mediante mercerizzazione della cellulosa per immersione in soluzione di soda caustica al 18%, triturazione della sodio-cellulosa per ottenere una massa sfibrata e soffice (al 25-30% di cellulosa, 14-15% di soda caustica e 50-55% di acqua), maturazione di questa e solfurazione con solfuro di carbonio (per trasformarla in xantogenato di cellulosa a sua volta disciolto in soda caustica diluita), estrusione della soluzione colloidale, detta viscosa, dopo maturazione e filtrazione. Il filo è sottoposto a finitura, per es. desolforazione, sbiancamento, tintura. La soda caustica in eccesso dopo la mercerizzazione e il solfuro di carbonio durante la coagulazione della viscosa sono recuperati. È in commercio in forma di filo continuo (monofili ritorti insieme), di tow (fili uniti non ritorti) e di fiocco. Da solo o miscelato con fibre naturali o artificiali, si impiega nei tessuti per abbigliamento e arredamento. Le fibre polinosiche, anch’esse costituite da cellulosa rigenerata e ottenute con procedimenti particolari di filatura della viscosa, hanno caratteristiche tecnologiche, migliori di quelle del r. viscosa, prossime a quelle del cotone.

Il r. cuproammoniacale è una fibra di cellulosa (per es. di cotone) rigenerata, ottenuta mediante trattamento con soda caustica, lavaggio e asciugatura per centrifugazione, miscelazione con solfato basico di rame (soluzione cuproammoniacale) e aggiunta (a temperatura 0-4 °C) di ammoniaca e piccole quantità di bisolfito e cremor tartaro, filtrazione della soluzione su reti di nichel, essiccamento sotto vuoto per eliminare bolle d’aria, filatura e coagulazione con soluzioni più acide dell’acido solforico. Rame e ammoniaca dal liquido di filatura sono recuperati. Le fibre di r. cuproammoniacale, con caratteristiche simili a quelle di altre fibre cellulosiche, presentano aspetto e tatto serico e ottimo potere riempitivo e coibente per cui si usano (da sole o miste ad altre fibre) in tessuti di alta qualità per arredamento, alta moda, biancheria e industria laniera (in forma di fiocco).

Il r. acetato è una fibra di acetato di cellulosa invece che di cellulosa (per la normativa con meno del 92%, ma almeno il 74% dei gruppi ossidrilici, acetilato), la cui fabbricazione passa per il triacetato di cellulosa, a partire da una miscela di anidride acetica e acido acetico (con circa l’1,1% di acido solforico concentrato), poi idrolizzato con acido solforico o acido acetico e diluito fino ad avere acetato secondario, diluito in acetone e filato a secco. Acido acetico (dalla soluzione acetilante) e acetone (dalla fase di filatura) sono recuperati. A differenza dei r. a cellulosa rigenerata, il r. acetato è solubile nei solventi organici per cui il tessuto non si lava a secco. Oltre che nel tessile, esso si usa come isolante elettrico, nei filtri per liquidi e gas e, trasformato in fibra di cellulosa rigenerata ad alta tenacità mediante saponificazione, in applicazioni a carattere militare.

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