Ransomware

NEOLOGISMI (2018)

ransomware


s. m. inv. Programma maligno che limita o impedisce l’accesso al dispositivo sul quale si installa a insaputa dell’utente, richiedendo un riscatto da pagare per ripristinare l’uso normale del dispositivo.

• Duqu è imparentato con Stuxnet e viene adoperato per sottrarre dati, in particolare nelle aziende. I criminali hanno utilizzato una parte dei suoi codici per assemblare Cool: è un laboratorio a pagamento dove gli utenti possono fabbricare software malevoli (malware), come i ransomware, ed è stato costruito dal medesimo gruppo che ha varato l’exploit kit più diffuso al mondo, Blackhole, diventato da anni un modello di riferimento per il «crime as a service». I criminali imparano presto. (Luca Dello Iacovo, Sole 24 Ore, 10 febbraio 2013, Nòva24, p. III) • entrano di soppiatto nei nostri personal computer, di solito tramite finti allegati mandati da mittenti sconosciuti o fasulli; eludono i controlli degli antivirus e rapidamente criptano tutti i documenti. A quel punto parte la trattativa usando una rete Internet parallela che garantisce anonimato a prova di National security agency. Si chiamano ransomware, software per il riscatto, e sono l’ultima moda anche se non sono una novità assoluta. (Riccardo Luna, Repubblica, 21 gennaio 2015, p. 25, Cronaca) • Wannacry fa letteralmente venir da piangere. È un ransomware, ovvero un insieme di istruzioni informatiche maligne in grado di bloccare interi sistemi informatici e consentire ai suoi creatori di pretendere un riscatto (ransom) per ristabilire la normalità. Questo genere di programma trasforma testi, archivi, immagini e ogni altro documento in file cifrati che risultano illeggibili per chi ne è il proprietario o il legittimo utilizzatore. (Umberto Rapetto, Messaggero, 13 maggio 2017, p. 4, Primo Piano).

- Espressione inglese composta dai s. ransom ‘riscatto’ e (soft)ware.

- Già attestato nella Repubblica dell’8 gennaio 2007, Affari & Finanza, p. 52 (M. R.).

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