REGALIA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1998)

REGALIA

H. Drechsler

Termine del lat. medievale con il quale si indicano le insegne del potere. Esse hanno avuto sin dall'Antichità un ruolo importante, in quanto per mezzo di determinati segni (signa o insignia) chi di volta in volta li portava simbolizzava il fatto di essere il sovrano. Le radici delle singole insegne medievali affondano variamente, oltre che nel mondo antico, anche nell'ambito celtico-germanico e in quello persiano-islamico.Mentre presso i Merovingi la lunga capigliatura era ancora distintiva della dignità sovrana, i Carolingi, a partire da Pipino III il Breve (m. nel 768) nel 751, con l'unzione e poi anche con l'incoronazione, testimoniata dal 768 per Carlo Magno (m. nell'814), crearono nuovi valori: come parte del solenne insediamento del sovrano (anche nel senso di una cerimonia collettiva), l'incoronazione (insieme all'unzione) divenne per tutti i regni occidentali, a partire dalla Francia, l'atto costitutivo o simbolico dell'ingresso al potere.Dal sec. 9° si ebbero ordines dell'incoronazione come atti liturgico-giuridici primari nell'ordinazione alla dignità regale e imperiale. Partendo da radici franco-occidentali essi confluirono nel Deutscher Ordo (tramandato nel pontificale romano-germanico redatto a Magonza intorno al 960), che ebbe influenza in tutta Europa. Sebbene tali ordines si presentino come regolamentazioni del corso di un cerimoniale di incoronazione, sono tuttavia piuttosto da intendere come 'linee guida' teoriche e raramente si possono mettere in relazione con incoronazioni storicamente avvenute. Essi prevedono la consegna dello scettro dopo l'unzione e l'incoronazione e, nell'ulteriore corso della cerimonia, quella di spada, bastone, anello e, infine, del globo, nonché l'insediamento sul trono di colui o anche di colei che si stava incoronando; l'ordine di successione nella consegna delle insegne e la loro importanza variarono nel corso del tempo. Le singole insegne venivano prese dal tesoro della Corona, oppure si andavano ad aggiungere a esso se venivano eseguite per una determinata occasione; al tesoro apparteneva in senso lato anche l'apparato del sovrano, comprese le vesti; l'ornatus o apparatus delle incoronazioni, costituito da vesti, guanti, calze e scarpe o sandali, non costituiva direttamente parte dei r. e aveva minore importanza rispetto alle altre insegne. Questo vale in modo del tutto particolare per le insegne dell'impero (Vienna, Kunsthistorisches Mus., Schatzkammer), l'unico tesoro d'incoronazione del Medioevo conservatosi quasi integro, che comprende, tra l'altro, la corona dell'impero, la croce dell'impero, la 'santa lancia', lo scettro, il globo, la spada dell'impero o di s. Maurizio, i vangeli dell'incoronazione, le vesti del l'incoronazione e i guanti, nonché alcune reliquie; diversamente rispetto agli altri paesi, esso veniva custodito dal sovrano germanico in carica, il quale aveva piena libertà anche nella scelta delle insegne da adoperare di volta in volta.Nonostante vi fossero corone predilette della tradizione, fino all'incoronazione con la corona dell'impero di Federico III (m. nel 1493) ad Aquisgrana nel 1442 qualsiasi corona poteva essere impiegata per l'imperatore ('libero uso della corona') così come accadeva per le altre insegne; diversamente si verificava per es. in Inghilterra o in Francia, i cui corredi per l'incoronazione (distrutti da Cromwell e dalla Rivoluzione francese), erano indipendenti dal cambio di dinastia e dal possesso del tesoro. Intorno al 1500 in tutta l'Europa le insegne persero importanza come espressione del potere nei confronti del cerimoniale di corte.La corona (v.) è il più importante segno di sovranità, in cui si uniscono differenti tradizioni formali e di contenuto. L'impero bizantino tardoantico creò la più antica 'benda' con pietre preziose e perle (diadema) portata in Oriente, la corona a cerchio o la corona piatta con gioiello frontale (a trifoglio) e pendília. Nell'Alto Medioevo occidentale, precoce fu l'adozione della corona a cerchio ad anello chiuso. Elemento fisso dell'apparato regale longobardo era già la corona aurea, il cui possibile aspetto è rispecchiato da quella che probabilmente è la più antica corona conservata, la c.d. corona di Teodolinda (Monza, Mus. del Duomo), degli inizi del 7° secolo.Mentre le corone femminili bizantine già precocemente mostrano caratteri specifici, ovvero forma convessa aperta con la parte superiore arrotondata, triangolare o anche a ovale acuto - per es. nel mosaico dell'imperatrice Teodora in S. Vitale a Ravenna, del 546 ca. -, in Occidente non si sviluppò alcuna particolare forma per le corone delle sovrane; queste potevano, come il loro consorte, disporre di regola di corone diverse, che per lo più somigliavano a quelle del sovrano. Le corone a cerchio (con rialzi gigliati, pendília, di rado anche archi), in epoca carolingia documentate iconograficamente in un primo tempo solo per gli uomini, si trovano più tardi anche per le donne: per es. i rialzi gigliati nella corona funeraria dell'imperatrice Gisella (Spira, Historisches Mus. der Pfalz), morta nel 1043 e sepolta nel duomo di Spira; i pendília nella corona di Teofano (m. nel 991) su una placchetta eburnea, del 972 ca. (Parigi, Mus. Nat. du Moyen Age, Thermes de Cluny); la corona a cerchio con arco dell'imperatrice Agnese di Poitiers (m. nel 1077), raffigurata nel Codex Aureus di Enrico III detto il Nero (1028-1056) per il duomo di Spira, del 1046 ca. (Escorial, Bibl., Vitr. 17, c. 3r).Tra le corone conservate, che non si possono di norma distinguere tra femminili e maschili, si ricordano la c.d. corona della statuetta, alta cm 85, della Maestà di Sainte-Foy a Conques (Trésor de l'Abbaye), che unisce una corona a cerchio (forse un'armilla carolingia) con una parte superiore gigliata e con archi incrociati, e la più antica corona gigliata conservata (Essen, Münsterschatzmus.), una 'corona infantile' dotata di pietre preziose e perle, che forse venne usata nell'incoronazione di Ottone III (m. nel 1002) nel 983.L'unica corona a placche dell'Occidente è la corona dell'impero, unica nel suo genere, risalente a epoca ottoniana, che è sormontata da un arco che va dalla fronte alla nuca; nella forma ottagonale con la croce frontale, le placche centinate, gli inserti di pietre preziose rispondenti a una simbologia numerica e le placchette a smalto, essa racchiude un programma teologico-salvifico che esprime l''essenza dell'ordine cosmico'. Contrariamente a un'opinione ampiamente diffusa, fino alla metà del sec. 15° essa venne usata nell'incoronazione dei sovrani germanici solo molto di rado. Due archi incrociantisi non pertinenti - provenienti da una corona forse dell'imperatore Federico II (1220-1230) - decorano una corona su di un reliquiario a Stoccolma (Statens historiska Mus.), risalente alla prima metà del sec. 13°, che è sormontata da gigli e croci alternati; la sua originaria destinazione è controversa. La c.d. corona di Venceslao (Praga, tesoro della cattedrale) venne realizzata negli anni quaranta del sec. 14° sotto Carlo IV di Lussemburgo (1347-1378): la fascia frontale aurea gigliata con novantasei pietre preziose è sormontata da archi incrociati, in parte provenienti probabilmente da un'altra, ampia 'corona femminile', decorati nel punto di intersezione da una croce; con il suo astuccio in cuoio, la corona di Venceslao costituisce l'elemento più antico delle insegne boeme. Il c.d. kameláukion dalla tomba di Costanza d'Aragona (m. nel 1222) a Palermo (Mostra Permanente del Tesoro della Cattedrale) deriva probabilmente dalla commistione, realizzata a Bisanzio, tra diadema ed elmo da parata imperiale (corona a cerchio gigliata e archi piatti incrociati con cuffia sottostante); da questa corona a cuffia, interpretata come corona del regno di Sicilia, come insegna del potere di Federico II ma anche come corona della sua consorte Costanza, pendono da entrambi i lati particolari pendília, di un tipo che non si conosce a Bisanzio. Derivata probabilmente dal tipo del kameláukion bizantino, strutturato sulla forma base del diadema, è la Sacra corona d'Ungheria (Budapest, Magyar Nemzeti Múz.) nel suo rimaneggiamento di controversa cronologia, unione di una corona graeca, a cerchio con placchette a smalto, pinnae e pendília risalente al 1075 ca., con una corona latina (forse del tardo sec. 12°) formata da archi disposti a croce con otto ritratti di apostoli, la raffigurazione del Pantocratore e la croce latina.Accanto alla corona ad arco, il tipo della corona a cerchio - spesso ornata da croci o gigli - continuò a essere diffuso, accogliendo nel Tardo Medioevo esuberanti forme decorative, come mostra per es. la c.d. corona del Palatinato, corona gotica forse boema, risalente forse al 1370-1380 ca. (Monaco, Schatzkammer der Residenz), con alte terminazioni gigliate, che nel 1402 giunse con Bianca di Lancaster nel Palatinato.Lo scettro si sviluppò dal semplice bastone, un simbolo universale del potere spirituale e temporale presente nella protostoria di quasi tutte le culture. Come segno biblico di equità (Sal. 44 [43], 7; Eb. 1, 8) rappresenta nelle mani del sovrano un'insegna di particolare valore. Nell'Alto Medioevo e nella piena età medievale, l'Occidente distingueva tra il bastone lungo (baculum o virga) e lo scettro corto (sceptrum), benché i rispettivi valori possano anche sovrapporsi. Il bastone lungo coronato da una sfera (nell'Antichità lo scettro di Giove, dunque un attributo divino), rappresentato nella mano destra dei sovrani carolingi e ottoniani, venne soppiantato nel corso del sec. 11° dallo scettro corto, attestato nell'impero a partire da Carlo II il Calvo (875-877), mentre i re dei Franchi, secondo il modello della regalità davidica, conoscevano e impiegavano sceptrum e virga come due scettri (come anche in Inghilterra e successivamente in Norvegia). Al più tardi dal sec. 13° ed esclusivamente in Francia, un bastone veniva coronato dalla main de justice, così denominata tuttavia solo nel 15° secolo.Insieme alla corona, lo scettro venne considerato nel corso dei secoli come un'insegna di massima importanza e dovette comparire in quasi tutti i paesi europei: tra gli altri, in Inghilterra al più tardi a partire da re Edgardo il Pacifico (959-975), nel 973; in Castiglia da Ferdinando I, re di Castiglia e di León (1035-1065), nel 1037; in Norvegia probabilmente da Magnus V, nel 1163; in Navarra probabilmente da Teobaldo I, nel 1234; nessuno scettro venne invece adottato da Visigoti e Longobardi. Tuttavia, rispetto alla corona esso ricevette molta meno attenzione, forse a causa della sua forma più semplice e priva di decorazione (lo scettro adorno di pietre preziose divenne usuale soltanto nella seconda metà del sec. 16°).Il coronamento dello scettro variò durante il Medioevo in molti regni (gigli o trifogli, sfere, uccelli, ecc.); tra gli esempi significativi conservati vanno menzionati, in particolare per l'Alto Medioevo: lo scettro in pietra di Sutton Hoo (Londra, British Mus.), che costituisce probabilmente il più antico scettro anglosassone, risalente a dopo il 625 o a una data intorno al 660, terminante superiormente e inferiormente in bottoni sferici leggermente schiacciati, originariamente dotato di un fodero bronzeo; il c.d. scettro di Alfredo (Oxford, Ashmolean Mus. of Art and Archaeology), del 900 ca., caratterizzato da coronamento con disco ovoidale; lo scettro con sfera ungherese, caratterizzato da una sfera di cristallo fatimide su uno scettro di argento dorato con rosette in lamina d'oro e sferette auree, risalente alla metà del sec. 10° (Budapest, Magyar Nemzeti Múz.). Il Vogelzepter (Aquisgrana, Domschatzkammer) è un bastone in argento dorato, coronato, come era usuale solo in Inghilterra, da una colomba risalente forse al 1220 ca.; lo scettro forse di Ludovico IV il Bavaro (m. nel 1347), del 1314, in argento dorato, appare coronato da sei foglie di quercia stilizzate che sostengono una ghianda (Vienna, Kunsthistorisches Mus., Schatzkammer); il c.d. scettro di Carlo Magno (Parigi, Louvre), in oro, presenta un coronamento con sfera decorata di perle e pietre preziose su cui troneggia, secondo l'iscrizione, Carlo Magno: realizzato forse nel 1364 a Parigi per il re di Francia Carlo V il Saggio (1364-1380), esso costituisce l'unico scettro medievale francese conservato.Analogamente al sovrano, la sua consorte nel corso del Medioevo, in alcuni regni come Danimarca e Francia, ricevette parimenti uno scettro come virgam virtutis et equitatis, come l'Ordo di Borgogna già prevedeva alla fine del sec. 10°; nell'impero e come imperatrice lo scettro è documentato solo da raffigurazioni, per es. quella di Cunegonda nel Libro delle Pericopi di Enrico II (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 4452, c. 2r). Lo scettro della regina di Francia Giovanna di Borbone (1338-1378) mostra che esso poteva essere strutturato diversamente rispetto a quello del sovrano.Un ruolo a parte dovrebbe spettare alla lancia come segno di comando. Poiché essa non è mai rappresentata insieme al bastone lungo o scettro lungo, recentemente si è supposto che le due insegne siano da equiparare (Bouzy, 1996). Accanto alla spada regale, anche la lancia regale fu importante in origine per l'insediamento del sovrano. Alla svolta del millennio la lancia passò generalmente in secondo piano rispetto al trono, alla corona e allo scettro corto; solo nel regnum Theutonicorum essa ricevette su nuovi presupposti un nuovo significato come insegna dell'impero universale, nonché come reliquia: facente parte del tesoro a partire dal re di Germania Enrico I l'Uccellatore (919-936), che l'aveva ricevuta probabilmente nel 926 da Rodolfo II, re di Borgogna e d'Italia (912-937) e che nel 933 l'aveva portata nella battaglia contro gli Ungari, così come nel 955 suo figlio Ottone I il Grande (m. nel 973), la 'santa lancia' divenne, con l'elevazione dell'imperatore Enrico II il Santo (1014-1024), che faceva risalire la legittimazione della propria sovranità per linea paterna a Enrico I, un decisivo segno di potere (testimoniato solo per questa cerimonia). Nell'incavo nel mezzo della lancia ad alette senza asta (Vienna, Kunsthistorisches Mus., Schatzkammer), di datazione discussa (forse longobarda, sec. 7°-8°, oppure carolingia, sec. 8°-9°, o del sec. 11°), è inserito un pezzo di ferro ornamentale, il c.d. chiodo della croce di Cristo. Una placchetta d'argento dell'epoca dell'imperatore Enrico IV (m. nel 1106) rafforza la cuspide spaccata della lancia.La spada in mano a un capo supremo manifesta la sua rivendicazione del comando: solo nel corso del Medioevo essa divenne un simbolo di potere, sebbene le radici di tale significato affondino nell'Alto Medioevo. Le spade impiegate originariamente erano armi semplici e pratiche; già all'epoca di Childerico, tuttavia, l'impugnatura della spada del re mostrò un significato particolare come simbolo del potere regale. All'epoca dei Carolingi e degli Ottoni ogni sovrano disponeva di una propria spada, che solo dalla metà del sec. 12° gli venne conferita come insegna degli ordines dell'incoronazione imperiale ad vindictam malefactorum, ad laudem vero bonorum; la raffigurazione più antica è quella dell'imperatore Enrico II nel Sacramentario di Ratisbona, risalente al 1002-1014 (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 4456, c. 11r).Mentre nelle regioni settentrionali la spada ricevuta dal re nell'incoronazione veniva usata per l'accollata del cavaliere, a tale scopo poteva anche essere impiegata una spada da cerimonia appositamente realizzata, come per es. la spada da cerimonia dell'imperatore Federico II, databile al 1220 ca. e realizzata forse a Palermo, che è una spada di legno con fodero di lino rinforzato da placchette auree (Vienna, Kunsthistorisches Mus., Schatzkammer). A questo gruppo appartengono inoltre altri importanti manufatti: la spada da cerimonia di Essen (Münsterschatzmus.), del 1000 ca., forse dono di Ottone III alla cugina Matilde, con lama d'acciaio e fodero di lamina d'oro con girali a sbalzo su anima lignea; la c.d. spada di s. Stefano, con lama risalente verosimilmente all'epoca del duca di Boemia Venceslao (m. nel 935) e impugnatura d'avorio non idonea al combattimento, che dovette essere usata nell'incoronazione degli Arpadi e che dall'epoca dell'imperatore Carlo IV di Lussemburgo si trova a Praga (tesoro della cattedrale); la c.d. spada di Carlo Magno (Parigi, Louvre), così definita dal sec. 11° come spada dell'incoronazione dei sovrani francesi, che nel 1271, all'epoca del re di Francia Filippo III l'Ardito (1270-1285), ricevette il nome di Joyeuse: essa presenta pomo aureo e impugnatura del sec. 10°-11° o 12°, fodero in argento dorato con pietre preziose del 13°-14° e del 19° secolo. La spada da cerimonia dell'imperatore Federico III (Vienna, Kunsthistorisches Mus., Schatzkammer), risalente al 1440-1452, è in acciaio, con smalto d'oro e pittura, e in ottone e presenta un'impugnatura di ferro ed elsa con guarnizione in osso.Di identificazione discussa come spada di cerimonia è, fra altri casi, la 'spada di stato' del re d'Inghilterra Edoardo III (1327-1377), la cui impugnatura, nonostante la ricchezza, è pratica e molto discreta nella sua decorazione (Londra, Westminster Abbey Mus.). Come 'spada da combattimento' non può essere considerata neanche la spada dell'impero o di s. Maurizio (Vienna, Kunsthistorisches Mus., Schatzkammer), che veniva portata davanti al re con la punta verso l'alto; la spada - con pomo d'argento dorato con stemmi dell'imperatore Ottone IV di Brunswick (1209-1218) - è probabilmente francese, del 1198 ca., mentre il fodero, eseguito intorno al 1084 forse in Italia, reca placchette sbalzate su un'anima lignea con la raffigurazione della serie storica dei quattordici re e imperatori tedeschi da Carlo Magno fino a Enrico III. Dubbia è anche la funzione della spada del re di Castiglia e di León Ferdinando III il Santo (1230-1252; Madrid, Real Armeria), la cui lama doveva essere appartenuta alla Colada, la spada del Cid Campeador (m. nel 1099).La spada ebbe un ruolo anche nel simbolismo dello Stato, poiché il portatore di spada in carica se ne riconosce dipendente, come nel sec. 12° i re danesi e i duchi polacchi.L'anello, ornamento portato nel Medioevo da tutti gli strati sociali, ma che originariamente era in primo luogo un emblema episcopale, costituisce una delle insegne di minore importanza. Introdotto dapprima dai Carolingi, esso come anulus fidei del re, ma anche della regina, venne ripreso dagli altri regni. Nell'impero è testimoniato per la prima volta nel 1191 con l'incoronazione imperiale di Enrico VI (m. nel 1197). All'epoca di Carlo IV facevano parte delle insegne imperiali due anelli, di cui uno, ornato di un grande rubino e quattro zaffiri e perle disposti a croce, doveva essere appartenuto a Ottone IV. L'anello usato per un'incoronazione veniva fatto realizzare probabilmente di volta in volta da ciascun sovrano.Il globo imperiale è anch'esso un'insegna tradizionale dell'incoronazione e, come lo scettro, poteva essere scelto a piacimento dal tesoro. Esso si sviluppò dalla sfera simboleggiante il cosmo, la spháira, e venne dapprima portato dall'imperatore occidentale come segno del potere universale in rappresentanza del Signore del mondo, a cui si riferiva la croce ornata di pietre preziose. Testimoniato dapprima in raffigurazioni, come per es. sul manto dell'incoronazione ungherese nel 1031 (Budapest, Magyar Nemzeti Múz.), esso fece parte delle insegne dell'impero d'Occidente a partire da Enrico II (dal 1014) che la maggioranza dei paesi - con l'eccezione della Francia e di Bisanzio, così come dei regni di volta in volta a questi strettamente legati (in particolare quelli di Navarra, Scozia, Bulgaria e Serbia) - ben presto adottò: la Boemia al più tardi nel 1249; la Polonia nel 1333 da re Casimiro III il Grande (m. nel 1370); la Svezia probabilmente nel 1302 da re Birger II (1290-1321); la Sicilia dal 1130. Nelle raffigurazioni, il globo imperiale, di regola sormontato dalla croce, è per lo più testimoniato molto prima, anche in paesi dove non venne realmente impiegato (forse in Norvegia, in Castiglia e in Bulgaria). Come per lo scettro e per il bastone, non vi fu una regola fissa relativamente alla mano nella quale il sovrano doveva reggere il globo; egli lo recava tuttavia prevalentemente nella sinistra; secondo l'interpretazione popolare, la spada nella destra del sovrano evidenzia la sua iustitia, il globo imperiale nella sinistra ne indica invece la grazia; la croce come segno del dominio cristiano sul mondo è posta di regola direttamente sul globo. Una particolarità costituì perciò fino al 1432 il globo imperiale inglese 'dal lungo stelo', una combinazione tra il globo e lo scettro sassone coronato dalla croce, nata dal concetto che il sovrano dovesse recare contemporaneamente nelle sue mani tre segni.La sovrana è raffigurata più spesso con il globo imperiale, anche se lo ricevette solo tardi nel Medioevo, quando veniva incoronata, come per es. nel 1399 Maria, moglie di Martino I il Vecchio, re d'Aragona (II, come re di Sicilia; 1395-1410).Tra i numerosi globi imperiali del Medioevo si sono conservati: il globo imperiale di Vienna (Kunsthistorisches Mus., Schatzkammer), una sfera di materia resinosa rivestita con lamina d'oro (diametro cm 9, altezza complessiva cm 21), decorata con filigrana d'oro, pietre preziose e perle, probabilmente utilizzata nel 1191 nell'incoronazione imperiale di Enrico VI, ma assegnabile anche stilisticamente all'epoca di Ottone IV; il modesto globo imperiale ungherese d'argento dorato (Budapest, Magyar Nemzeti Múz.) con lo stemma degli Angiò, coronato da una singolare doppia croce apostolica priva di decorazione - da re Béla III (m. nel 1196) in poi presente sulle monete -, che venne realizzato nel 1301 per l'incoronazione di Carlo I re d'Ungheria (1308-1342) in sostituzione delle insegne 'autentiche' che si trovavano in Boemia.Il trono infine quale seggio del sovrano era simbolo della sua autorità e rivestiva anch'esso un ruolo importante nella cerimonia dell'incoronazione. Il trono medievale deriva da tre forme base dell'Antichità: la sella curulis romana, seggio a quattro gambe con basso schienale; il faldistorium ripiegabile, di facile trasporto; il solium riccamente decorato, l'antico seggio delle divinità, uno scanno a forma di cassa con poggiapiedi e alto schienale, presto dotato anche di un baldacchino retto da quattro colonne. La denominazione cathedra del seggio vescovile paleocristiano passò a designare il seggio fastoso di ambito sia religioso sia laico. Come materiali venivano impiegati la pietra, il legno (di origine celtica o germanica) e il metallo prezioso, nonché l'avorio, con un richiamo al trono di Salomone (2 Re 10, 18ss.), che spesso costituì un modello per la struttura del trono medievale (gradini, braccioli, leoni e altre decorazioni). Il c.d. trono di Carlo Magno - un seggio marmoreo con sedile di quercia del 935-936 ca. (Aquisgrana, duomo) - come totius regni archisolium (Vipone, Gesta Chuonradi II imperatoris, 6; MGH. SS rer. Germ., LXI, 19153, p. 28), fece parte dal sec. 10°, con la corona e la 'santa lancia', delle più importanti insegne del sovrano, ma con gli Svevi perse di importanza. Il trono pieghevole e portatile nella cattedrale di Barcellona potrebbe risalire a Martino I il Vecchio, re d'Aragona. Inusuali sono i prospetti di trono senza gradini che si trovano in Sicilia, a Monreale e a Palermo (Cappella Palatina), probabilmente risalenti all'epoca di Guglielmo II il Buono (1166-1189), davanti ai quali venivano posti faldistori o seggi a cassa.Al più tardi dal sec. 11° i sovrani vennero sepolti con corone funerarie, in un primo tempo semplici imitazioni con croce e/o gigli, per es. nelle tombe imperiali nel duomo di Spira. Nel sec. 12° però si verificò un processo che determinò la sepoltura del sovrano adorno di tutte le insegne, come nel caso della tomba dell'imperatore Lotario II di Suplimburgo (III, come re di Germania e d'Italia; 1125-1137) nell'abbaziale dedicata ai ss. Pietro e Paolo a Königslutter, in Bassa Sassonia, con scettro, anello e globo imperiale. Le corone funerarie, come il resto del corredo, poterono in seguito essere realizzate anche in modo più sfarzoso con argento dorato e pietre preziose, come mostra quella (Toledo, tesoro della cattedrale) di Sancio IV el Bravo (1282-1295), re di Castiglia e di León.

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