SETTENTRIONALE, REGIONE

Enciclopedia Italiana (1936)

SETTENTRIONALE, REGIONE (A. T., 66-67)

Giorgio Pullè

La Regione Settentrionale o Severnij Kraj già detta Regione della Dvina Settentrionale, è, come estensione, una delle maggiori divisioni amministrative della parte europea dell'U.R.S.S. È limitata, a nord, tra il Golfo dell'Onega e quello di Badarack, dal Mar Bianco e dal Mar di Barents; quindi, ad est, dalla provincia dell'Ob′-Irtyš; a sud, dalla regione di Gor′kii (Niznii-Novgorod) e dalla provincia di Ivanovo-Voznesensk; a ovest, dalla provincia di Leningrado e dalla repubblica della Carelia. La superficie dell'intera regione è di 1.124.700 kmq., 214.500 dei quali sono da assegnarsi al circondario nazionale del Nenec (Samojedi) e 374.900 alla provincia autonoma dei Komi o Sirieni. Alla Regione Settentrionale sono aggregate le isole Kolguev, Vajgač e della Novaja Zemlja. Tutta la regione presenta aspetto uniforme, pianeggiante, benché i Monti Timani disegnino un piccolo sollevamento, che divide in parte il bacino della Pečora da quello del Mezen′; ma si tratta di una debole catena, lunga 900 km. in cui la massima altitudine è di 326 m., e sulla quale la glaciazione, agendo energicamente, ha però prodotto una certa varietà di forme. Verso occidente si delinea un altro sollevamento, di altitudine non superiore ai 175 m., il quale costituisce le alture dell'Olonec. Verso oriente, oltre il corso della Pečora e del suo affluente l'Usa, sorgono le creste e i contrafforti dell'Ural settentrionale, coperti da foreste sino a 700 m. di altitudine, ma disabitati. Dalla catena degli Urali si distaccano, prolungandosi nelle Isole Vajgač e della Novaja Zemlja, le colline Paichoi. Da queste alla Penisola di Kanin e alla zona litoranea del Mar Bianco, le terre più prossime al mare costituiscono, nel loro assieme, la regione delle tundre, distinta in tundre della Grande Terra (Bolšezemelskaja t.) e della Piccola Terra (Malozemelskaja t.), tundre di Kanin e, attorno al Golfo di Arcangelo, di Spiaggia Invernale e Spiaggia Estiva. I corsi d'acqua, che solcano la regione sono la Pečora, il Mezen′, la Dvina Settentrionale e l'Onega.

Il clima, rigidissimo, che ostacola lo sviluppo dell'agricoltura e rende difficili le comunicazioni, non poteva non influire sulle condizioni demografiche del paese, per quanto la regione venisse calcata sino dal sec. XV da mercanti e cacciatori novgorodesi, che, disperdendosi nei distretti forestali dell'Alta Russia e della Kama, la cosiddetta Barmia, raccoglievano pellicce, utilizzavano i giacimenti di sale ed aprivano miniere d'argento nella vallata del Mezen′. Ma gli scambî diventano facili soltanto durante la buona stagione, quando teorie di barche e cumuli di legname fluitato ora risalgono, ora discendono lungo i fiumi. Per quanto alcuni villaggi siano sorti sino dal secolo XVI, i centri abitati sono rari e soltanto Arcangelo, il capoluogo con 194.300 ab., Vologda, Velikij-Ustjug, Onega, Sokol, possono considerarsi centri urbani. La popolazione dell'intera regione conta 2.731.600 ab. (1934), compresi 276.300 ab. della provincia autonoma dei Komi e 16.700 ab. del circondario del Nenec. La densità è perciò inferiore ai 3 ab. per kmq. e la grande maggioranza della popolazione vive sparsa in piccoli villaggi. Uniche risorse economiche sono lo sfruttamento del legname, l'allevamento delle renne e dei bovini, la caccia agli animali da pelliccia e la pesca. Le comunicazioni, oltre che per via fluviale, si svolgono per via aerea e per le linee ferroviarie Vologda-Arcangelo, Vjatka-Kotlas. Arcangelo ha da alcuni anni un attivissimo movimento commerciale.