REGIONE

Enciclopedia Italiana (1935)

REGIONE

Roberto Almagià

. Il nome (in lat. regio) fu applicato a circoscrizioni territoriali della città di Roma, poi, sotto Augusto, alle undici circoscrizioni nelle quali fu divisa la penisola italiana. I nomi di queste regioni augustee, che non avevano né valore amministrativo, né giudiziario, né militare, ma probabilmente servivano per facilitare le operazioni del censo, erano desunti da quelli di antiche popolazioni (Tuscia, Picenum, Bruttium, ecc.), tranne in due casi (Transpadana, dalla situazione; Aemilia, dalla via). Com'è noto, la divisione regionale augustea non ebbe lunga durata e fu sostituita da altre, tutte travolte poi nel Medioevo. I nomi regionali augustei e qualche altro dei nomi regionali classici furono risuscitati, a partire dal sec. XV, dai nostri umanisti geografi, i quali, tuttavia, si preoccuparono più che altro di trovare una corrispondenza più o meno approssimativa tra quei nomi e quelli venuti in uso nel Medioevo (v. italia, XIX, p. 738); ma essi non si proposero veramente il problema geografico di una suddivisione dell'Italia in regioni, e tanto meno si proposero tale problema per tutto il mondo conosciuto. Per vero questo problema era rimasto allora estraneo alla scienza geografica: ché, se nell'evo classico Eratostene e altri con lui avevano diviso la terra in aree di solito a confini geometrici, σϕραγίδες, lo avevano fatto essenzialmente per comodità di descrizione, e se Strabone accenna talora al concetto di regioni determinate dalla natura - come l'Italia, l'Iberia, la Gallia, la Germania, ecc., le quali corrispondono perciò, almeno in parte, a quelle che saranno dette poi regioni naturali - egli tuttavia non considera sistematicamente la questione di una tale divisione per tutto il mondo conosciuto.

Il concetto di regione fisica o naturale appare solo nella seconda metà del sec. XVIII, dapprima presso taluni geologi francesi, che si preoccupano di cercare una divisione della Francia appunto in regioni fisiche, in base al criterio dell'uniformità, in ciascuna di esse, dei caratteri geologici. Ma contemporaneamente, o quasi, si fa strada un altro principio: quello d'indicare come regioni naturali i territorî circoscritti da confini naturali, come montagne, mari, fiumi, deserti, ecc., con preferenza per le catene di montagne, in seno alle quali le linee spartiacque delimitano nettamente i varî bacini idrografici. Questo principio, come di più facile applicazione, ebbe la preferenza (Ph. Buache, Ch. Denaix, K. Malte Brun, ecc.), fu applicato a tutta la terra e costituì la base di divisioni sistematiche in regioni naturali, durate fino alla seconda metà del secolo XIX (F. Lacroix, Th. Lavallée).

Carlo Ritter impostò invece più scientificamente il problema, prendendo a base la plastica del suolo per determinare sulla Terra regioni, anzi veri e proprî individui geografici, nei quali le caratteristiche fisiche e specialmente morfologiche esercitavano, secondo lui, anche un influsso sulle vicende degli abitatori; individui che avevano perciò quasi un loro destino storico.

Più tardi la dottrina delle regioni naturali ebbe svariate e complesse vicende, subendo anche l'influsso delle diverse correnti della geografia. Si è dato e si dà il nome di regioni alle aree di diffusione di un fenomeno (fisico, o anche biologico o antropico) e di uno solo; nel qual caso si può parlare di regioni semplici o elementari. Ma si usa anche il termine regione per indicare territorî che hanno in comune un gruppo di fenomeni: per es., regioni climatiche (ognuna di esse ha uniformità di caratteri climatici), regioni fitogeografiche, regioni faunistiche o zoogeografiche, regioni etnografiche, ecc.; in questi casi si può parlare di regioni complesse. Queste regioni complesse, caratterizzate ciascuna da un gruppo di fenomeni, potranno poi, in parte almeno, sovrapporsi e coincidere, in modo che ne resultino territorî caratterizzati da più gruppi di fenomeni, climatico-morfologici, di vegetazione, ecc.; siffatte regioni, che furono dette integrali, corrispondono meglio di tutte, forse, al concetto di regioni naturali. L. Gallois ritiene che come base di una distinzione sistematica si possano prendere i caratteri climatici, e successivamente aggiungere ad essi, per una più esatta determinazione e delimitazione, i caratteri morfologici, geologici, di vegetazione, ecc. Le regioni naturali così definite non sempre sono circoscritte da confini naturali; ma ciò avviene tuttavia abbastanza di frequente: la regione naturale italiana ne offre un esempio tipico.

Un passo più avanti si può fare, allorché si prendano in considerazione anche gruppi di caratteri derivanti da fatti umani (antropici, etnici, economici): le regioni così determinate raramente coincidono con quelle determinate da fatti fisici (regioni naturali in senso stretto); quando questa coincidenza si verifica, si può parlare di regioni geografiche nel senso più genuino. Talune di queste hanno allora un'individualità così spiccata ed evidente, che anche il popolo la intuisce e sente il bisogno di designarle con nomi che hanno spesso una tenace vitaliià: tali i nomi di molti pays della Francia e di molti territorî italiani, nomi antichissimi e perpetuatisi nell'uso popolare, anche se non corrispondenti a circoscrizioni di qualsiasi specie (nomi territoriali: Langhe, Monferrato, Casentino, Mugello, Marsica, ecc.).

Vi sono, infine, anche regioni storiche, i cui nomi sono consacrati dalla tradizione, e spesso anche dall'uso popolare e dotto: in Europa ne hanno, si può dire, tutti i paesi; qualche volta esse hanno una corrispondenza più o meno esatta con regioni naturali o geografiche. Per le vicende delle grandi regioni storiche italiane e il loro adattamento a "compartimenti" del regno, v. italia: Regioni e provincie.

Il problema pratico di suddividere, sia le diverse masse continentali (Europa, Africa, Asia), sia tutta la Terra in regioni, è estremamente difficile, quando si voglia prendere in considerazione il maggior numero di gruppi di caratteri, morfologici, climatici, di vegetazione, ecc. (regioni naturali in senso stretto), ed ancor più quando si vogliano aggiungere a quelli anche caratteri antropici, economici, ecc., per individuare delle vere e proprie regioni geografiche integrali. Esso è stato, tuttavia, affrontato da geografi moderni con varî metodi; in genere si è cominciato col costruire uno schema, prendendo per base un gruppo di caratteri climatici (A. J. Herbertson), e morfologico-tettonici (G. Braun), ecc., e successivamente si è proceduto a modificare o perfezionare tale schema considerando altri gruppi di caratteri come integrativi o sussidiarî; anche il metodo proposto dall'Unstead e da lui detto sintetico parte dall'esame di alcuni gruppi di caratteri fisici. Vi sono tuttavia anche tentativi di suddivisione che si basano su caratteristiche economiche. Per alcuni esempî di suddivisione della Terra in grandi regioni, v. terra. Per le "regioni" di Roma, vedi roma: Archeologia e topografia classica.

Bibl.: L. Gallois, Régions naturelles et noms de pays, Parigi 1908; G. Ricchieri, Il concetto di regioni e di confini nella sistematica geografica, in Scientia, 1920; O. Marinelli, Sopra le regioni di confini naturali con particolari cenni relativi all'Italia, in Riv. geogr. ital., 1916.

Per la bibliografia su alcuni schemi di divisione della Terra in regioni naturali, v. geografia.

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