Napoli, Regno di

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Entità statale sorta nel Mezzogiorno continentale alla fine del 13° sec., dopo la rivolta dei Vespri siciliani e il conseguente distacco della Sicilia.

Angioini, aragonesi e asburgo

Parte integrante del Regno di Sicilia durante l'età normanna e sveva, il R. di N. diventò entità a sé (1282) con Carlo I d'Angiò, quando, dopo la ribellione della Sicilia agli Angioini (rivolta dei Vespri, 1282), l'isola passò agli Aragonesi spezzando l'unità tra la Sicilia e l'Italia meridionale. Nel 1443, dopo lunghe guerre, Alfonso V d'Aragona riunificò i due possessi, conservando il nome di R. di N.: l'avvento degli Aragonesi segnò almeno all'inizio un periodo di potenza; tuttavia il Regno fu minato dalle ribellioni dei feudatari locali, cui si aggiunse la minaccia espansionistica del re di Francia, Carlo VIII, che conquistò Napoli nel 1494. Il Regno fu da allora conteso tra Francia e Spagna, finché, nel 1503, quest'ultima ebbe la meglio. Da allora il R. di N. visse di riflesso alla corona spagnola, dalle cui crisi, oltre che da problemi di ordine interno, ebbe origine la cd. rivolta di Masaniello (1647).

Il regno borbonico

Coinvolto nella crisi dinastica degli Asburgo di Spagna, il Regno passò agli Asburgo d'Austria (1707). Nel 1734, con un'azione militare, Carlo di Borbone (poi Carlo III di Spagna) instaurò a Napoli la dinastia borbonica. Con suo figlio Ferdinando IV (1759-1825; I dal 1815) una politica riformista, attuata dal ministro B. Tanucci, caratterizzò la collaborazione fra la monarchia e i settori illuminati. Negli anni della Rivoluzione francese nel R. di N. si costituì, dopo la vittoria delle truppe francesi su quelle borboniche, la Repubblica napoletana. L'ostilità del popolo, sobillato dagli agenti della monarchia e del clero, e l'azione delle bande armate al servizio dei Borbone fecero cadere la Repubblica in pochi mesi. Il Regno fu riconquistato da Napoleone, che lo affidò al fratello G. Bonaparte (1806-08) e poi a G. Murat (1808-15), mentre la Sicilia restava ai Borbone. Al crollo dell'Impero napoleonico, Ferdinando IV, rientrato a Napoli (1815), perseguì un rigido accentramento; la Sicilia vide scomparire la propria autonomia e il regno assunse il titolo ufficiale di Regno delle Due Sicilie. Nel 1848 Ferdinando II fu costretto a concedere una Costituzione, ma già nel maggio la fase costituzionale si chiuse con il ripristino dell'assolutismo. Nella seconda metà degli anni Cinquanta si segnarono i destini del Regno con il distacco dei ceti più avanzati della società meridionale dalla dinastia borbonica, giudicata reazionaria, e con la costruzione dell'unità d'Italia. I Borbone rimasero al potere fino al 1860, anno in cui il loro potere crollò a seguito della spedizione dei Mille di Garibaldi e del plebiscito del 21 ott. 1860 con cui fu sancita l'annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno di Sardegna, tappa che portò alla costituzione del Regno d'Italia nel marzo 1861.

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