CENTRAFRICANA, REPUBBLICA

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

Centrafricana, Repubblica

Alberta Migliaccio
Emma Ansovini
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(App. III, i, p. 349; IV, i, p. 408; V, i, p. 567)

Geografia umana ed economica

di Alberta Migliaccio

Popolazione

Stime condotte dagli organismi internazionali attribuivano al paese quasi 3,5 milioni di ab. nel 1998. La distribuzione della popolazione ha accentuato il suo carattere di irregolarità: le maggiori concentrazioni demografiche sono situate nella parte occidentale del paese, mentre le regioni orientali sono, di fatto, spopolate. Il tasso di accrescimento annuo è molto elevato: si aggira sul 22‰ ed è rimasto sostanzialmente stabile da un ventennio a questa parte. Nel 1996 la capitale, Bangui, contava 524.000 abitanti.

Condizioni economiche 

Il paese versa in una pesante situazione di arretratezza economica e le possibilità di attenuarla sono fortemente compromesse dal marcato squilibrio esistente fra i tassi di crescita della popolazione e quelli dell'economia. I principali fattori di vulnerabilità sono collegati alla forte dipendenza dal settore primario, alla scarsa industrializzazione basata su impianti di ridotte dimensioni, tecnologicamente arretrati, e, come già detto, all'elevatissima pressione demografica.

I tentativi di ampliamento del potenziale produttivo hanno dato, sinora, esiti molto limitati: nel corso dei primi anni Novanta il declino dei prezzi internazionali di caffè e cotone (le principali voci delle esportazioni centrafricane), unitamente al forte incremento del contrabbando dei diamanti, ha messo a dura prova le finanze dello Stato, al punto che il governo è stato costretto a sospendere il pagamento degli emolumenti agli impiegati pubblici e ai militari. In questo periodo si sono poi manifestati forti sintomi di instabilità politica a causa delle inquietudini emerse fra i componenti delle forze armate. Nel tentativo di far superare alla R. C. l'emergenza economica, nel corso del 1996 la Francia è venuta in soccorso del governo centrafricano; nel contempo le autorità governative hanno varato un insieme di provvedimenti, concordati con il Fondo monetario internazionale, per riavviare i programmi di sviluppo.

Caffè e cotone rappresentano le principali risorse dell'agricoltura, ma la loro redditività è condizionata sia dall'andamento dei prezzi sui mercati internazionali, sia dalle perturbazioni climatiche che ciclicamente coinvolgono tutta la regione. Altre fonti di reddito sono la coltivazione del tabacco e lo sfruttamento commerciale della foresta equatoriale (che si estende su 35,8 milioni di ha e nel 1996 ha fornito 3,9 milioni di m³ di legname).

I diamanti sono la principale risorsa del sottosuolo (486.800 carati nel 1986); le aree di estrazione sono ubicate nelle regioni occidentali, in grandi depositi alluvionali. Tra le altre risorse vanno ricordati l'oro e, soprattutto, l'uranio. Depositi di questo minerale sono stati scoperti a Bakouma, 500 km a E di Bangui; le riserve, valutate in circa 20.000 t, sono caratterizzate da un elevato tenore di metallo contenuto. I prezzi internazionali sono bassi, attestati, cioè, su livelli che rendono l'estrazione poco economica, e pertanto lo sfruttamento di questa risorsa è stato dilazionato, in attesa, fra l'altro, che le aree di ritrovamento siano servite da strade, indispensabili per l'esportazione del minerale (ne è in progetto una che attraverserà tutta la parte meridionale della R. C., raggiungendo il Camerun). Le infrastrutture di trasporto sono molto carenti in tutto il paese e ciò rappresenta un pesante handicap per le prospettive di sviluppo. Si calcola che sui 25.000 km di rete stradale solo il 2% sia asfaltato e quindi percorribile per tutto l'anno.

Le attività industriali sono scarse: il comparto manifatturiero contribuisce solo con l'8,6% al PIL ed è in massima parte orientato alla lavorazione dei prodotti agricoli. Nel tentativo di sostenere l'economia è stato varato un nuovo piano di sviluppo: notevoli risorse sono state destinate al sostegno dell'agricoltura allo scopo di abbatterne il grado di dipendenza dall'estero, quanto meno per i prodotti alimentari. Fra i maggiori problemi che il paese deve affrontare si ricordano: l'onerosissimo indebitamento con l'estero, l'esigenza di implementare un sistema di tassazione, il controllo sulla spesa dello Stato e l'avvio di misure per stimolare il settore privato. La svalutazione del franco CFA ha aggravato il costo delle importazioni (soprattutto per quanto riguarda il petrolio per usi energetici) senza che le esportazioni ne abbiano tratto significativi vantaggi.

Bibliografia

P. Kalck, Central African Republic, Oxford-Santa Barbara (Calif.) 1993.

Africa South of the Sahara 1999, London 1998.

Storia

di Emma Ansovini

Come quella di molti altri Stati africani, la vita politica della R. C. ha subito il pesante condizionamento da un lato del potere dell'esercito e dall'altro dell'intervento diretto e indiretto della ex potenza coloniale, nel caso specifico la Francia, che ha continuato, grazie anche al mantenimento di propri contingenti militari, a esercitare un ruolo dominante nelle travagliate vicende del paese.

Nel 1979 la fine del più che decennale regime dittatoriale del colonello J.B. Bokassa, tra i più efferati che l'Africa abbia conosciuto, non segnò l'inizio di una normalizzazione della vita politica e soltanto nel 1992 prese avvio, sotto l'occhio vigile della Francia, un contrastato e fragile processo di democratizzazione, costellato da ammutinamenti e tentativi di colpo di Stato. Questo complesso mutamento avveniva inoltre in una situazione economica difficile, scossa dalle conseguenze della svalutazione, nel 1994, del franco CFA (Coopération Financière en Afrique, la moneta comune dell'Africa francofona), dalle misure di austerità imposte dalla politica di aggiustamento strutturale concordata con il Fondo monetario internazionale, dalla caduta, agli inizi degli anni Novanta, dei prezzi internazionali del caffè e del cotone, principali prodotti di esportazione del paese. Una serie di modifiche costituzionali introdotte nel 1992 dal gen. A. Kolingba, ostile alle riforme ma obbligato dalle pressioni internazionali, aprirono la via al cambiamento e portarono all'adozione del sistema multipartitico e allo svolgimento delle elezioni generali, tenutesi nel 1993, che videro la vittoria del Mouvement pour la libération du peuple centrafricain, il cui leader, A.F. Patassé, già primo ministro dal 1976 al 1978, divenne presidente della Repubblica.

Una nuova Costituzione, adottata nel gennaio 1995, dopo essere stata approvata da un referendum popolare che aveva però visto una scarsa partecipazione al voto, rafforzò i poteri del presidente e introdusse una forma di decentramento amministrativo attraverso la creazione di assemblee regionali a elezione diretta. Contestata dalle opposizioni, contrarie al rafforzamento delle prerogative presidenziali e preoccupate delle scarse garanzie assicurate alla libertà di espressione, la nuova carta costituzionale non contribuì a risolvere gli elementi di crisi, e la situazione politica rimase incerta e condizionata da un susseguirsi di sollevazioni militari sedate solo grazie all'intervento diretto delle truppe francesi. Il quadro era ulteriormente complicato dalle difficoltà economiche e dal dissesto delle finanze statali che avevano indotto il governo, accusato peraltro dalle opposizioni di corruzione e di incapacità gestionale, a sospendere il pagamento degli stipendi del settore pubblico, provocando scioperi e manifestazioni. Né la firma nel giugno del 1996 di un protocollo con le opposizioni per la formazione di un governo di unità nazionale, né l'accordo di assistenza finanziaria per il pagamento degli stipendi arretrati del settore pubblico, firmato nello stesso mese con la Francia, furono in grado di imprimere una svolta decisiva alla situazione di precarietà e di incertezza in cui versava il paese; infatti, mentre procedevano le discussioni per la formazione del nuovo governo, si verificò in novembre un'ennesima insurrezione militare. Una parte della capitale fu occupata dalle truppe ribelli, che rivendicavano anche la propria appartenenza a un determinato gruppo etnico, connotazione - quella etnica - inusuale nelle sollevazioni militari nella Repubblica Centrafricana. Dopo lunghe e faticose trattative, che videro l'intervento mediatore di alcuni paesi africani, si giunse a un accordo che portò alla formazione, nel febbraio 1997, di un governo di unità nazionale e alla sostituzione delle truppe francesi con una forza di pace dell'ONU. Le elezioni legislative del dicembre 1998 confermarono come primo partito il Mouvement pour la libération du peuple centrafricain.

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