CONGO, Repubblica del

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

Congo, Repubblica del

Claudio Cerreti e Sebastiano Gentile
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(v. congo, App. III, i, p. 419; congo, repubblica democratica del, App. IV, i, p. 511; congo, repubblica popolare del, App. V, i, p. 712)

Geografia umana ed economica

di Claudio Cerreti

Popolazione

Nonostante la progressiva liberalizzazione dell'economia all'interno e verso l'esterno del paese, le condizioni generali della popolazione sembrano sostanzialmente peggiorate nel corso dell'ultimo decennio. Malgrado ciò, o piuttosto proprio come conseguenza, il ritmo di accrescimento demografico si mantiene tra i più elevati del mondo, così come continua l'addensamento relativo della popolazione lungo il corso del fiume Congo e in particolare nella capitale e nei suoi dintorni immediati, che ospitano ben più di un terzo del totale degli abitanti del paese. Questi vivono in condizioni ambientali tutt'altro che soddisfacenti e con scarse o nulle prospettive di inserimento nel sistema produttivo, peraltro debolissimo nella stessa capitale; l'assetto urbano di Brazzaville appare quello tipico delle città del Terzo Mondo, con estese periferie di baraccopoli, scarsa o nulla erogazione di servizi, attività economiche modeste (e spesso informali), a eccezione del settore burocratico privilegiato dal potere politico. La densità complessiva degli abitanti rimane bassa e diminuisce bruscamente procedendo verso la regione interna forestale, dove gli insediamenti rurali, praticamente abbandonati nel corso degli anni Settanta e Ottanta, non hanno recuperato né popolazione né capacità produttive.

Condizioni economiche

L'agricoltura di sussistenza continua a essere praticata a livello familiare, ma le grandi colture di piantagione (arachidi, frutta, cacao, caffè) sono in totale declino, a fronte di una relativamente larga disponibilità di terre coltivabili (attualmente è coltivato solo lo 0,5% del territorio); rimane, invece, notevolmente alta la produzione di legname (3,9 milioni di m³ nel 1996), che viene in buona misura lavorato sul posto.

Scarse sono le risorse minerarie estratte, e pressoché inesistente il settore industriale, con l'unica eccezione del comparto petrolifero (estrazione e prima lavorazione del greggio), per il quale, a metà degli anni Novanta, sono entrati in attività altri giacimenti (tra cui, molto importante, quello off-shore di Nkossa, a largo di Pointe Noire), raddoppiando la produzione (oltre 20 milioni di t annue nel 1996).

Petrolio e legname costituiscono le due voci assolutamente prevalenti (oltre i quattro quinti delle esportazioni) della bilancia commerciale, che registra regolarmente un avanzo piuttosto ampio, dovuto però in gran parte alla modestia della capacità di spesa della popolazione, i cui consumi si attestano su livelli elementari. L'esportazione del petrolio rende meno gravi le conseguenze della recessione economica, ma è chiaro che, a fronte di una crescita continua e sostenuta della popolazione, anche minime contrazioni del PIL (se ne sono verificate più volte durante gli anni Novanta) si ripercuotono duramente sulle disponibilità reali degli abitanti. Al tempo stesso, la disponibilità di valuta consentita dalle royalties sul petrolio (estratto, lavorato e commercializzato da compagnie estere) costituisce, e soprattutto ha costituito in passato, una sorta di rifugio per la classe dirigente e, in qualche misura, anche per la popolazione, la cui percezione delle reali prospettive dello Stato sembra essere rimasta falsata dalla teorica ricchezza derivante dal petrolio; questo, in realtà, alimenta prevalentemente gli introiti esteri delle compagnie petrolifere, mentre all'interno del paese, secondo un modello assai diffuso, finisce con il concentrare grandi risorse in pochissime mani, escludendone la grande maggioranza della popolazione.

A partire dal 1993, la Repubblica del C. ha potuto nuovamente fruire del sostegno finanziario offerto dagli organismi internazionali (accumulando, però, un debito estero che nel 1996 rappresentava il 260% del PIL), a condizione di avviare una politica di aggiustamento strutturale che non è tuttavia riuscita a produrre effetti sensibili. Nello stesso anno 1996, ha ottenuto la cancellazione di una parte del debito pregresso e l'erogazione di ulteriori crediti, immediatamente dopo sospesi per il mancato raggiungimento degli obiettivi prioritari previsti e per l'ulteriore deteriorarsi delle condizioni politiche interne, che avevano privato di credibilità ed efficacia il governo in carica. I più recenti sviluppi politico-militari (a partire dal 1997), in qualche misura collegati anche con l'evoluzione della vicina Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire), hanno aggravato la situazione, innestando ulteriori pesanti tensioni in uno stato di cose già fortemente compromesso; la temporanea occupazione della fascia costiera da parte di truppe angolane provenienti da Cabinda, inoltre, ha anche bloccato per qualche tempo i contatti con l'esterno e le esportazioni.

bibliografia

Ph. Decraene, L'Afrique centrale, Paris 1989, 1993².

G. Menga, Congo, la transition escamotée, Paris 1993.

Produire et gérer l'habitat à Brazzaville. Mémoires du cours "Habitat et ville dans le PVD", éd. M. Tiepolo, Torino 1995.

F. Soudan, A. Massou, Le Congo peut s'en sortir, in Jeune Afrique, 1996, pp. 77-97.

Storia

di Sebastiano Gentile

Sul finire degli anni Ottanta la gravissima situazione economica, la forte tradizione sindacale, le mai sopite rivalità etniche, i dissensi nati all'interno del partito unico PCT (Parti Congolais du Travail), al governo dal 1969, portarono alla crescita dell'opposizione. D. Sassou-Nguesso, presidente della Repubblica e leader del PCT, rieletto alla presidenza nel 1989 per altri cinque anni, iniziò allora una fase di liberalizzazione incoraggiando le imprese private e aprendo il paese agli investimenti stranieri. Per favorire la democratizzazione del paese, nel 1990 il PCT convocò un congresso che introdusse il multipartitismo e l'anno successivo un'Assemblea costituente abrogò la vecchia Costituzione, stendendone una nuova, la cui bozza fu approvata per referendum (marzo 1992).

Nelle successive elezioni legislative l'UPADS (Union Panafricaine pour la Démocratie Sociale) conquistò 39 seggi su 125, seguita dal MCDDI (Mouvement Congolais pour la Démocratie et le Développement Integral) con 29 seggi e dal PCT con 19. L'UPADS prevalse anche nelle elezioni per il Senato e successivamente il suo leader P. Lissouba vinse le presidenziali (agosto 1992), superando al primo turno B. Kolelas (MCDDI) e il presidente Sassou-Nguesso (PCT), e battendo nettamente al secondo turno Kolelas con il 61,32% dei voti. Si formò allora una coalizione di governo tra l'UPADS e il PCT, ma ben presto l'ex partito unico, rimasto deluso dalle assegnazioni ministeriali, preferì allearsi con l'URD (Union pour le Renouveau Démocratique), un raggruppamento di partiti comprendente il MCDDI. Lissouba indisse allora nuove elezioni per il 1993, a cui l'alleanza URD-PCT rispose con una campagna di disobbedienza civile che portò a un governo di transizione.

Alle successive elezioni prevalse la Mouvance présidentielle (maggio 1993), una coalizione formatasi attorno a Lissouba, che però fu accusata di brogli e illegalità dall'URD-PCT. La ripetizione delle elezioni (ottobre 1993) le assicurò comunque la maggioranza. Malgrado l'URD-PCT avesse accettato formalmente i risultati, nel paese si accese la guerriglia tra le milizie armate affiliate ai diversi partiti, a cui si unirono le proteste dei sindacati e degli studenti contro un governo che sembrava incapace di fronteggiare una situazione economica sempre più precaria. Nell'estate furono adottate misure restrittive contro i sindacati e la stampa; nel dicembre venne siglato un accordo tra la Mouvance présidentielle e i gruppi dell'opposizione per sancire la fine dei conflitti; nel maggio 1996 Lissouba annunciò nuove elezioni per il luglio-agosto 1997.

Sassou-Nguesso tornò, dopo un'assenza di due anni, nella Repubblica del C. da Parigi (gennaio 1997) per candidarsi ufficialmente alle elezioni. Si riaccese ben presto il conflitto tra le diverse fazioni (giugno 1997); la capitale Brazzaville si ritrovò suddivisa in tre settori, rispettivamente nelle mani dei miliziani Cobras di Sassou-Nguesso, Zoulous di Lissouba e Ninjas di Kolelas. Dopo cinque mesi di guerriglia l'aiuto armato dell'Angola di J.E. dos Santos, oltre all'appoggio delle compagnie petrolifere, che non avevano gradito l'aumento delle tasse sulla produzione del greggio da parte di Lissouba, e dopo il fallimento della mediazione sostenuta dalla Francia e da alcuni paesi africani, del presidente del Gabon, O. Bongo, cugino di Lissouba ma allo stesso tempo genero di Sassou-Nguesso, permisero a quest'ultimo di volgere il conflitto in suo favore. La conquista di Brazzaville e successivamente quella di Pointe-Noire (ottobre 1997) da parte dei Cobras e delle milizie angolane sancì la presa del potere da parte di Sassou-Nguesso ma non la fine del conflitto: i Ninjas non deposero le armi e continuarono l'attività di guerriglia, impegnando le truppe governative, ancora nella prima metà del 1999, in violenti combattimenti.

bibliografia

R. Fegley, The Congo, Oxford-Santa Barbara 1993.

F. Weissman, Élection présidentielle de 1992 au Congo. Entreprise politique et mobilisation électorale, Talence 1993.

G. Nsafou, Congo, de la démocratie à la démocrature, Paris 1996.

R. Bazenguissa-Ganga, Les voies du politique au Congo. Essai de sociologie historique, Paris 1997.

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