RESINA

Enciclopedia Italiana (1936)

RESINA

Guido BARGELLINI
Alberico BENEDICENTI

. Si chiamano comunemente resine alcuni prodotti di origine vegetale, amorfi, solidi o semisolidi, quasi sempre dotati di odore particolare; per riscaldamento si rammolliscono senza presentare un netto punto di fusione; sono insolubili nell'acqua, solubili nell'alcool, etere, ecc. Generalmente le resine si ottengono per incisione del tronco di certi alberi: il succo che scola dall'incisione s'ispessisce o si solidifica all'aria. Alcune resine si possono ricavare da altre piante per estrazione con solventi organici. Altre resine infine si ritrovano in natura allo stato fossile, ma sono indubbiamente anch'esse di provenienza vegetale.

Dal punto di vista chimico, le resine costituiscono un gruppo di sostanze organiche molto eterogeneo perché sono miscele più o meno complesse di composti appartenenti a diversi tipi: in esse bisogna sempre distinguere il vero composto resinoso dalle sostanze che lo accompagnano. Molte resine contengono come costituente principale un acido organico, libero o esterificato. Gli acidi resinosi sono composti aliciclici con molti atomi di carbonio, la costituzione chimica dei quali è strettamente legata a quella dei politerpeni. Tali sono, per es., l'acido abietinico, l'acido pimarico e l'acido silvinico ricavati da diverse qualità di trementina, l'acido copaivico del balsamo del Copaive, l'acido guaiaconico della resina di guaiaco, ecc. Altri costituenti caratteristici di molte resine sono alcuni alcoli resinosi (i resinoli e i resinotannoli) composti anch'essi aliciclici a molti atomi di carbonio con funzione di alcoli: liberi o esterificati con diversi acidi, formano la parte resinosa vera e propria di molte resine naturali. Fra i composti più noti di questo tipo sono il benzoresinolo del benzoino, il peruresinotannolo ricavato dal balsamo del Perù e le amirine della resina Elemi, le quali appartengono probabilmente al gruppo delle sterine. Composti particolari delle resine sono anche alcune sostanze designate col nome di reseni, di natura chimica finora sconosciuta. Nelle resine si ritrovano poi sempre, in quantità maggiore o minore, diversi idrocarburi appartenenti al gruppo dei terpeni, quali il pinene, il limonene, il cadinene, il fellandrene, ecc. Come componenti secondarî delle resine possiamo ritrovare la vainiglina o altre aldeidi o chetoni aromatici, l'acido benzoico, l'acido salicilico, gli acidi cinnamico, cumarico, p-ossicinnamico, caffeico, ferulico, ecc., generalmente esterificati da resinoli, resinotannoli oppure dagli alcoli benzilico, cinnamico, ecc. o da fenoli diversi.

Alcune resine naturali, accanto ai composti resinosi caratteristici e ai composti terpenici, contengono quantità più o meno grandi di gomme, sostanze, com'è noto, appartenenti al gruppo degl'idrati di carbonio. Queste speciali resine sono distinte col nome generale di gommoresine. Tali sono l'incenso, la mirra, l'olibano, l'opopanax, l'assa fetida, il galbano, la scammonea, ecc. Le resine tipiche sono costituite invece da acidi resinosi liberi o esterificati, mescolati con quantità più o meno grandi di composti terpenici. Sono queste le oleoresine delle quali il tipo è la trementina (ricavata dai pini, abeti, larici, ecc.) costituita per la massima parte da acido abietinico e pinene. Altre resine di questo tipo sono la resina Elemi, la resina di guaiaco, la lacca giapponese (ricavata dalla Rhus vernicifera), ecc.

Un gruppo particolare di resine naturali è quello noto fin da tempo antico col nome di balsami costituito da una serie di prodotti semisolidi di odore gradevole, come, per es., il balsamo del Perù, il balsamo del Tolù, lo storace, il benzoino, ecc. In essi predominano gli esteri benzoici o cinnamici degli alcoli benzilico, cinnamico, ecc. e di resinoli e resinotannoli: contengono piccola quantità di composti terpenici e niente acidi resinosi. La resina nota col nome di balsamo del Copaive per la sua composizione chimica non deve però esser classificata fra i balsami perché, come le oleoresine tipiche, è costituita essenzialmente da un acido resinoso (acido copaivico) e da composti terpenici. Lo stesso si può dire per il cosiddetto balsamo del Canada.

Alcune resine si ritrovano come fossili, avanzi di una vegetazione estinta, specialmente nei giacimenti di lignite. La più nota resina fossile è l'ambra che il mare rigetta sulla spiaggia in alcune località del Baltico e anche in Italia. Essa è formata essenzialmente da acido succinico e da acido succinabietinico esterificati con borneolo e con un resinolo. Un'altra importante resina fossile è la coppale che si può ricavare per incisione dagli alberi del genere Tachylobium o da altre piante, ma in maggior quantità si ritrova depositata sotto la sabbia, specialmente nell'Africa orientale, prodotta certamente da piante vissute in epoche passate. Una varietà di coppale è la resina Kauri chiamata impropriamente gomma Kauri. Tanto l'una quanto l'altra sono vere oleoresine.

Usi. - Alcune resine, quali l'ambra e la lacca giapponese, furono impiegate fino dall'antichità per fare oggetti d'ornamento. Ad epoche remote risale pure l'uso di altre resine come profumi (mirra, incenso, benzoino, ecc.). Alcune resine hanno largo impiego nell'industria delle vernici: fra queste prima di tutte la coppale. Ma la resina che ha più estese applicazioni industriali è la trementina che si ricava per incisione dai pini, abeti, larici oppure per distillazione del legno di questi alberi con vapor d'acqua. Dalla trementina per distillazione si ricava l'essenza di trementina e resta come residuo la colofonia o pece greca. Secondo le piante da cui derivano, l'essenza di trementina è costituita da diversi idrocarburi terpenici (pinene, dipentene, silvestrene, ecc.) e la colofonia è formata da diversi acidi resinosi (acido abietinico, acido pimarico, acido silvinico). Dalla colofonia per distillazione secca si ottiene un prodotto liquido (chiamato "olio di resina") che serve, come l'essenza di trementina, nell'industria delle vernici. La colofonia tale e quale serve per molti altri usi: per fare la ceralacca e il linoleum (a questo scopo viene spesso usata invece la Kauri), nell'industria della carta, in pirotecnia, ecc. Larga applicazione hanno anche i sali dell'acido abietinico (resinati). Il sale di sodio viene spesso aggiunto ai comuni saponi. I sali coi metalli pesanti si adoperano per fare lacche e vernici diverse (v. bakelite; trementina).

Farmacologia. - Le resine vengono adoperate in farmacia per la preparazione di unguenti resinosi, pomate, ecc. e in terapia per le loro svariate proprietà. Alcune sono purgative, come le resine di gialappa, scammonea, podofillo, elaterio, ecc.; altre sono antispasmodiche come la gommo-resina della mirra, l'assa fetida, quelle del Dorema ammoniacum, della Pistacia lentiscus e della Ferula galbaniflua. Talune oleoresine sono disinfettanti e anticatarrali, quali il balsamo del Perù, del Tolù e lo storace; altre ancora si usano come parassiticide, antelmintiche, revulsive, ecc. Su varie resine. usate nell'antichità sono stati fatti recenti studî farmacologici da A. Garello.