RIABILITAZIONE MOTORIA

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)

RIABILITAZIONE MOTORIA

Marcello Pizzetti

. La r. è identificabile in un processo terapeutico messo in atto per far sì che individui fisicamente minorati siano messi in grado di sfruttare al massimo le loro capacità residue in modo da rendersi utili a sé stessi, alle loro famiglie, alla comunità (Yesner).

Alla medicina riabilitativa spettano compiti molteplici che consistono essenzialmente in:

1) valutazione del grado d'invalidità sia per quello che riguarda la diagnosi dell'affezione che ne è alla base, sia per quanto concerne l'analisi delle componenti invalidanti nei confronti della limitazione funzionale esistente;

2) giudizio prognostico sul grado di recupero possibile;

3) impostazione del programma terapeutico;

4) applicazione pratica delle tecniche terapeutiche, compito per lo più riservato al personale terapista che deve agire sotto il controllo costante del medico fisiatra. La terapia dev'essere considerata sotto numerosi aspetti che sono:

a) prevenzione delle complicanze;

b) riduzione degli aspetti sintomatologici invalidanti (miglioramento del tono muscolare, ripristino del raggio di escursione articolare, aumento della capacità respiratoria, ecc.);

c) terapia sostitutiva mediante l'applicazione di tutori e protesi o creando compensi che suppliscano in parte o in toto alle funzioni soppresse;

d) attività didattica che riguarda non solamente la preparazione professionale del personale medico e paramedico, ma anche lo stesso invalido, insegnandogli "a vivere con la propria invalidità" (Boccardi).

Mezzi della medicina riabilitativa. - Terapia fisica. - La terapia fisica, che ha una storia millenaria, si è arricchita in questi ultimi decenni di nuovi mezzi offerti dall'enorme progresso dell'elettronica. Essa può essere distinta in varie forme di terapia, ognuna delle quali possiede delle particolari suddivisioni, ciascuna con una sua propria indicazione:

1) termoterapia esogena (forni alla Bier, paraffinoterapia, ecc.);

2) impiego di mezzi che agiscono con la produzione dì vibrazioni elettromagnetiche (elioterapia, radiazioni infrarosse e ultraviolette);

3) impiego di mezzi che agiscono con la produzione di correnti elettriche (correnti continue, ionoforesi, ecc.): a) correnti ad alta e altissima frequenza (onde corte e micro-onde); b) mezzi che agiscono con la produzione di vibrazioni sonore (ultrasuoni); c) elettroterapia di stimolazione muscolare.

Un'importante appendice dell'elettrostimolazione muscolare è costituita dall'elettrodiagnosi d'intensità/durata e dall'elettromiografia, che solo nell'ultimo decennio hanno trovato un largo impiego clinico.

L'elettrodiagnosi d'intensità/durata si avvale dello studio del rapporto esistente, a parità di risposta contrattile del muscolo esaminato, tra intensità (misurata in milliampère) dello stimolo erogato e sua durata (misurata in millesimi di secondo).

Questo accertamento ha come presupposto il fatto che il muscolo a normale mediazione nervosa presenta ancora un'evidente risposta contrattile per tempi di applicazione dello stimolo estremamente brevi (meno di 1 millisecondo), senza che sia necessario aumentare la sua intensità. Esattamente il contrario avviene in quei muscoli che hanno perduta la normale innervazione e la cui risposta contrattile può essere ottenuta solamente quando la stimolazione abbia una durata sufficientemente lunga e la sua intensità sia elevata.

L'elettromiografia è un'elettrodiagnosi di derivazione che si avvale anche di tecniche di stimolazione.

Essa consiste nella derivazione mediante opportuna amplificazione delle correnti d'azione del muscolo in esame. Il comportamento elettrico del tessuto muscolare in fase di contrazione fornisce preziosi elementi di giudizio circa lo stato d'innervazione e le condizioni biochimiche del muscolo in esame. Per tale motivo l'elettromiografia è divenuta un indispensabile mezzo d'indagine nelle diverse condizioni di sofferenza della mediazione neuro-muscolare, in casi di miopatia e in altre condizioni di patologia muscolare. Con la tecnica di stimolo-derivazione si può studiare la conduzione lungo i diversi tronchi nervosi periferici e determinarne la velocità.

Cinesiterapia. - Per cinesiterapia o terapia del movimento s'intende l'insieme delle forme di attivazione muscolare e di esercizi articolari semplici e complessi diretti a fine terapeutico, che abbiano cioè per scopo il miglioramento dell'aspetto posturale e dinamico del corpo umano.

Tra i mezzi di cui si avvale la medicina riabilitativa, la cinesiterapia occupa indubbiamente un posto preminente in quanto in realtà il recupero funzionale e in definitiva la riabilitazione di un individuo minorato sono affidati essenzialmente ad essa. Classicamente la cinesiterapia si divide in attiva e passiva. Quest'ultima, che consiste nella mobilizzazione di segmenti articolari da parte del terapista in assenza di una specifica collaborazione del paziente, ha perduto progressivamente terreno, soprattutto per la constatazione dei danni che la sua applicazione indiscriminata può provocare. Conserva ancora un suo significato come mezzo di stimolazione delle terminazioni nervose periferiche appartenenti al sistema nervoso autonomo, responsabili del tono-trofismo muscolare capsulo legamentoso e regolatrici della postura.

La cinesiterapia attiva si distingue in esercizi liberi, che consistono in mobilizzazioni articolari attive eseguite contro le resistenze opposte dagli attriti sia interni che esterni, in esercizi assistiti che si applicano quando l'attivazione muscolare non è in grado o lo è solo in parte di provocare la mobilizzazione dei segmenti articolari. In questo caso con l'aiuto del terapista, con l'impiego di piani d'appoggio ben levigati, il paziente riesce a compiere movimenti che altrimenti non sarebbe in grado di eseguire. Negli esercizi contro resistenza che spesso rappresentano la fase finale del processo di rieducazione funzionale, la cinesiterapia viene applicata contro la resistenza opposta dal terapista, da pesi, dalla contrazione di gruppi muscolari antagonisti, ecc.

La cinesiterapia classica applicata nel corso dei secoli ha sviluppato negli ultimi decenni alcune tecniche particolari che si sono dimostrate di grandissima importanza nel trattamento di alcune particolari forme morbose. Tra queste diverse tecniche meritano un cenno sintetico la idrocinesiterapia, la facilitazione neuro-muscolare, la terapia occupazionale, la terapia manipolativa.

Idrocinesiterapia. - La cinesiterapia attiva e passiva eseguita in acqua permette di ridurre le sollecitazioni di gravità facilitando e permettendo esercizi che non sarebbero possibili altrimenti. Nella pratica clinica generalmente si fa uso di vasche a forma di 8, che permettono al terapista che rimane all'esterno di raggiungere ogni parte del corpo del paziente. Alla idrocinesiterapia si associa spesso il massaggio idrico a getto che risulta particolarmente utile per il trattamento di diverse condizioni muscolari e osteo-articolari.

Facilitazioni neuro-muscolari. - Si tratta di particolari manovre o della conservazione di alcuni specifici atteggiamenti posturali che agiscono attraverso la stimolazione diretta di ricettori periferici a localizzazione diversa e con la conseguente liberazione d'impulsi afferenti che a loro volta provocano modificazioni temporanee o permanenti dello stato di eccitabilità di singoli neuroni o di interi circuiti neuronici.

Con questo tipo di trattamento è possibile influenzare il substrato corticale sul quale è impostato il movimento volontario. Il metodo inizialmente applicato alla terapia delle infermità motrici cerebrali nel bambino e nell'adulto tende oggi a trovare applicazione anche in condizioni diverse. Le tecniche di facilitazione neuro-muscolari più diffuse sono quelle di Kabat, Bobath, Doman-Delecato, Vojta; la loro applicazione ha permesso di conseguire risultati riabilitativi fino a poco tempo fa assolutamente impensabili.

Terapia occupazionale. - Per terapia occupazionale s'intende un trattamento attivo basato sui principi generali della cinesiterapia, ma eseguito con strumenti che implicano un fine lavorativo e produttivo. Rispetto all'orginaria cinesiterapia presenta alcuni vantaggi: oltre a essere meno noiosa e faticosa, attraverso la produzione di manufatti implica automaticamente una finalizzazione del trattamento. Il principio di base della terapia occupazionale nasce dall'osservazione che movimenti sinergici e complessi sono possibili anche quando i singoli movimenti analitici sono impediti. Da ciò si deduce che le maggiori applicazioni della terapia occupazionale riguardano essenzialmente le lesioni invalidanti delle mani.

Terapia manipolativa. - La terapia manipolativa è una manovra ortopedica diretta al trattamento di alcune condizioni dolorose vertebrali minori di origine meccanica. Essa consiste in un movimento forzato applicato direttamente o indirettamente su una o più articolazioni per portare bruscamente il raggio di escursione articolare al di là dei limiti fisiologici abituali, senza peraltro superare i rapporti anatomici. La terapia manipolativa trova la sua principale indicazione in diverse condizioni vertebrali minori responsabili di violente sindromi dolorose o invalidanti, le protrusioni discali, il blocco intradiscale e le distorsioni delle articolari posteriori. La terapia manipolativa, che si rifà ai principi enunciati dalla scuola francese di R. Maigne, si basa sui presupposti di un'indagine clinica molto accurata in grado di analizzare esattamente la natura e l'origine del dolore vertebrale. Essa non va assolutamente accostata alla chiroprassi i cui presupposti tecnici non hanno alcun fondamento scientifico.

I compiti della r. vanno al di là di quelli puramente clinici che si compendiano nella rieducazione. Alla r. spetta il compito del reinserimento sociale dell'invalido per cui i suoi campi di applicazione si estendono a settori tra loro molto diversi che comprendono l'orientamento professionale e vocazionale, l'istituzione di centri di lavoro protetto, l'abolizione delle barriere architettoniche che rendono inagibili ai minorati luoghi pubblici e privati. Queste tendenze fanno della r. una vera e propria scienza sociale che fa parte integrante dello sviluppo economico di una moderna società industriale.

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