RICCIARDO di Nanni da Castelfiorentino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 87 (2016)

RICCIARDO di Nanni da Castelfiorentino

Maria Cristina Rossi

RICCIARDO di Nanni da Castelfiorentino. – Non si conoscono gli estremi biografici e i nomi dei genitori di questo miniaturista, attivo a Firenze dalla seconda metà degli anni Quaranta del XV secolo.

A partire dal quinto decennio del Quattrocento, i Medici promossero un fenomeno di grande portata: l’attenzione per gli oggetti antichi, in particolare per le gemme che arricchivano le loro raccolte, da parte di alcuni miniatori che illustrarono i codici commissionati dalla famiglia (Garzelli, 1992). Nel filone tematico della presenza dell’antico nelle miniature di età laurenziana s’inserisce la figura di Ricciardo di Nanni da Castelfiorentino.

La sua attività miniatoria è attestata attraverso vari documenti che lo ricordano insieme ai suoi compagni di bottega, Cosimo e Matteo. E la sua personalità esce arricchita dai libri medicei della fabbrica della Badia Fiesolana, dove egli fu attivo insieme a Francesco d’Antonio.

La scoperta dei documenti fiesolani ha permesso di far luce su questo raffinato maestro, anche attraverso confronti stilistici con le altre rare opere a lui attribuite, con molte miniature di tre antifonari e di un Kyriale della Badia Fiesolana e con la produzione di Filippo di Matteo Torelli (Garzelli, 1975a).

I documenti hanno favorito inoltre la conoscenza di altre notizie sull’attività dell’artista, relative a un antifonario della Ss. Annunziata e anche alla sua professione di prete a Castelfiorentino. Secondo Mirella Levi D’Ancona (1962), Ricciardo avrebbe svolto il suo tirocinio dal 1449 al 1452 nella bottega di Niccolò da Padova e poi, tra il 1465 e il 1468, presso la bottega di Filippo di Matteo Torelli. Dal 1460 circa dovette avere una sua bottega; dei suoi diretti collaboratori non si hanno notizie, sebbene dovessero essere miniatori di un certo rilievo. Cosimo viene ricordato dai documenti prima di Ricciardo, mentre Matteo riceveva pagamenti dalla Badia Fiesolana autonomamente già dal 1461.

La miniatura al foglio 71 del Graduale D, con il Corpus Domini (Firenze, Ss. Annunziata), pagata nel 1473 (Archivio di Stato di Firenze, Ss. Annunziata, vol. 694, c. 75r), è il punto di partenza dal quale emergono alcuni caratteri morfologici e stilistici di Ricciardo: il profilo molto marcato del volto di Cristo e gli occhi globulari, la testa incassata nelle spalle e il torace piuttosto arrotondato, la figura che appare, nel complesso, molto asciutta anche per l’ombreggiatura che ne rivela appena la muscolatura (Landi, 1977). Degno di nota, inoltre, si rivela il modo di costruire lo spazio e il paesaggio solitario di fondo, sistemato in ordine prospettico. Una linea tesa e scattante profila corpi sottili e allungati, con pieghe profonde, quasi metalliche, che li avvolgono.

Dal confronto tra la miniatura del Graduale D e altre attribuite a Ricciardo, specialmente le miniature degli antifonari della Badia Fiesolana (oggi nell’Archivio della Basilica di S. Lorenzo), è possibile costruire un catalogo della produzione di Ricciardo e della sua bottega.

Il corale con le Antifone dei Ss. dalla festa di s. Andrea all’Annunciazione (Archivio della Basilica S. Lorenzo, Mss., G.206, settimo decennio del XV secolo) presenta una bellissima miniatura (foglio 2v) con la Chiamata di s. Pietro e s. Andrea.

L’iconografia rimanda a una composizione di Lorenzo Ghiberti in una formella della porta settentrionale del Battistero di Firenze (1403-24). I corpi delle figure sono costruiti attraverso una linea incisiva e nervosa che mette in risalto i particolari anatomici, che si individuano anche attraverso il panneggio e l’accurata gamma cromatica. L’armonia della pagina è data dai trapassi luministici molto delicati e dall’unità compositiva e soprattutto prospettica. L’esecuzione curata e raffinata si allinea con un gusto prezioso per il dettaglio decorativo, spesso condensato nell’impiego del fregio che corre sui quattro lati della pagina. Infatti i fregi delle miniature di questo codice sono di altissima qualità: fra i riccioli vegetali con fiori e foglie giocano putti, farfalle e uccellini, così come i colori dell’ornamentazione, che riprendono quelli delle miniature, contribuiscono a impreziosire la stesura ornamentale.

Nel corale che contiene le Antifone dall’Annunciazione alla Visitazione (Archivio della Basilica S. Lorenzo, Mss., H.207, settimo decennio del XV secolo) è raffigurata, all’interno dell’iniziale, l’Annunciazione al foglio 4r.

Le due figure rimandano all’ambiente fiorentino tra Filippo Lippi e Alesso Baldovinetti. Soprattutto da quest’ultimo Ricciardo ha tratto l’equilibrio armonico della composizione, la minuzia e la cura dei particolari. Per alcune caratteristiche stilistiche e decorative è stato possibile proporre una vicinanza di Ricciardo a Domenico Veneziano, attraverso la mediazione di Baldovinetti (Landi, 1977).

Le miniature conservate presso la Badia Fiesolana riflettono a un livello maturo il periodo precedente a quello sperimentato da Ricciardo, iniziato probabilmente quando lavorava insieme a Battista di Niccolò da Padova (come risulta da un pagamento del 1449), artista che sicuramente influenzò la sua produzione (Ciardi Duprè Dal Poggetto, 1977).

La scoperta di questa fase scioglie ogni riserva su molte attribuzioni che la personalità di Ricciardo rendeva possibili ma non certe. Accanto alla sicura paternità di numerosi codici della collezione di libri in palazzo Medici, la reale definizione del personaggio dipende dalla risoluzione della problematica questione relativa a Filippo di Matteo Torelli, al quale Levi D’Ancona ha ricondotto una fortissima relazione.

A ogni modo, Maria Grazia Ciardi Duprè Dal Poggetto (1977) attribuiva a Ricciardo anche un foglio staccato, conservato nel Museum of art di Cleveland (inv. 50.1), legato da sempre al nome di Francesco d’Antonio, nel quale la miniatura orna l’iniziale del salmo 53, Deus in nomine tuo salvum me fac. Il foglio sarebbe stato prodotto nello stesso momento degli antifonari laurenziani, e si è anche ipotizzato che provenga da un salterio identificabile con uno perduto facente parte del complesso liturgico della Badia Fiesolana (ibid.).

Nel catalogo delle opere a lui attribuite s’inserisce anche un salterio proveniente da Vallombrosa (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Conv. Soppr., 512), terminato di scrivere nel febbraio 1452. Due piccole iniziali, ai fogli 7r e 18v, entrambe raffiguranti David, una cornice con Ecce homo al foglio 7r e alcuni fregi floreali a margine, costituirebbero il suo apporto decorativo (Dillon Bussi, 1998 [1999]).

Non si hanno notizie relative agli ultimi anni della sua vita, dagli anni Sessanta a dopo il 1480, quando si ricorda la sua morte (Garzelli, 1985a).

Fonti e Bibl.: P. D’Ancona, La miniatura fiorentina (secoli XI-XVI), II, Firenze 1914, n. 215, pp. 186 s.; P.R. Taucci, I corali miniati della Ss. Annunciata di Firenze, in Studi storici sull’ordine dei servi di Maria, I (1933), p. 154; M. Levi D’Ancona, Miniature e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo, Firenze 1962 pp. 229-232; A. Garzelli, Codici miniati laurenziani: per un catalogo. I, in Critica d’arte, n.s., XXI (1975a), 143, pp. 19-38; Ead., Codici miniati laurenziani. Appunti per un catalogo. II, ibid., n.s., XXI (1975b), pp. 25-40; M.G. Ciardi Duprè Dal Poggetto, Contributi a Ser Ricciardo Nanni, in Prospettiva, X (1977), pp. 54-57; E. Landi, I corali medicei della Badia Fiesolana, II, Le miniature di Francesco d’Antonio e di Ricciardo Nanni, ibid., pp. 31-39; F. Ames-Lewis, The library and manuscripts of Piero di Cosimo de’ Medici, New York 1984, pp. 180-186; M. Levi D’Ancona, La miniatura fiorentina tra gotico e Rinascimento, in La miniatura in Italia tra gotico e Rinascimento, Atti del II Congresso, Cortona... 1982, a cura di E. Sesti, Firenze 1985, pp. 451-464; A. Garzelli, Miniatura fiorentina del Rinascimento. 1440-1525: un primo censimento, I, Firenze 1985a, pp. 59-61; Ead., Note su artisti nell’orbita dei primi Medici. Individuazioni e congetture dai libri di pagamento della Badia Fiesolana (1440-1485), in Studi medievali, s. 3., XXVI (1985b), 1, pp. 435-482; Ead., L’«antico» nelle miniature dell’età di Lorenzo, in La Toscana al tempo di Lorenzo il Magnifico. Politica, economia, cultura, arte. Atti del Convegno... 1992, I, Pisa 1992, pp. 163-171; M.G. Ciardi Duprè Dal Poggetto, Osservazioni sui codici miniati riccardiani con ritratto e sul loro contributo alla conoscenza della miniatura fiorentina, in Immaginare l’autore. Il ritratto del letterato nella cultura umanistica, a cura di G. Lazzi, Firenze 1998, pp. 29-39; A. Dillon Bussi, Battista di Niccolò da Padova e Giovanni Varnucci: lo scambio delle parti? (e alcune note su Ricciardo di Nanni), in Rivista di storia della miniatura, III (1998 [1999]), pp. 105-114; A. Labriola, Alcune proposte per Zanobi Strozzi e Francesco di Antonio del Chierico, in Paragone, s. 3, LX (2009), 83, pp. 3-22; A. Dressen, The library of the Badia Fiesolana: intellectual history and education under the Medici (1462-1494), Firenze 2013, pp. 107-109.

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