FLEISCHER, Richard

Enciclopedia del Cinema (2003)

Fleischer, Richard

Francesco Di Pace

Regista cinematografico statunitense, nato a New York l'8 dicembre 1916. Vincitore nel 1948 di un Oscar come produttore per il documentario Design for death (1947), da lui diretto con Theron Warth, ha attraversato quasi tutti i generi classici realizzando circa cinquanta film, pur se la sua notorietà è legata soprattutto a titoli spettacolari come 20,000 leagues under the sea (1954; 20.000 leghe sotto i mari), Fantastic voyage (1966; Viaggio allucinante) e Tora! Tora! Tora! (1970), diretto con Fukasaku Kinji e Masuda Toshio. F. ha saputo dimostrare una particolare capacità nel descrivere certi risvolti più duri e amari della realtà americana del suo tempo in film polizieschi e drammatici come The narrow margin (1952; Le jene di Chicago), Violent Saturday (1955; Sabato tragico), o 10 Rillington Place (1971; L'assassino di Rillington Place n. 10).

Figlio di Max, pioniere del cinema d'animazione, abbandonò gli studi di medicina per iscriversi alla scuola di arte drammatica di Yale, dove fondò una compagnia teatrale, The Arena players, e venne notato dalla RKO, che lo scritturò prima come redattore e montatore di cinegiornali di guerra, poi come regista. Dopo alcuni cortometraggi appartenenti alle serie della RKO This is America e Flicker flashbacks (1942-1946), nel 1946 esordì nel lungometraggio con il melodramma Child of divorce. Tra il 1948 e il 1952 F. diresse alcuni film polizieschi rivelatisi nel tempo geniali modelli per b-movies. Fu soprattutto con The narrow margin, un thriller in gran parte ambientato su un treno e caratterizzato da affascinanti soluzioni formali, che la sua fama si accrebbe, consentendogli di firmare un contratto con la Disney per 20,000 leagues under the sea, fedele ma inventiva rilettura del capolavoro di J. Verne. La sua duttilità e il suo virtuosismo tecnico (l'uso disinvolto del cinemascope, la fantasia nei movimenti di macchina, il pregevole utilizzo del colore) si rivelano pienamente in film epici come The Vikings (1958; I Vichinghi), con Kirk Douglas e Barabba (1961), con un superbo Anthony Quinn; o ancora in western atipici come Bandido (1956) e These thousand hills (1959; Il re della prateria), e bellici antimilitaristi come Between heaven and hell (1956; I diavoli del Pacifico) e Tora! Tora! Tora!, spettacolare ricostruzione dell'attacco giapponese a Pearl Harbor. È però nel genere drammatico-psicologico che F. evidenzia le sue costanti tematiche: la predilezione per storie desunte dalla cronaca, retaggio del suo passato di documentarista, la fascinazione per il tema del doppio, il suo sguardo pessimistico. È il caso di Violent Saturday, solo apparentemente cronaca di una rapina, in realtà impietoso ritratto della provincia americana, o di Compulsion (1959; Frenesia del delitto), interpretato da Orson Welles, in cui F. descrive l'ambiguità morale di due ragazzi spinti a un gratuito gesto criminale dalla lettura di F. Nietzsche. Sullo stesso livello sono The girl in the red velvet (1955; L'altalena di velluto rosso), sensuale e raffinato dramma della gelosia, e The Boston strangler (1968; Lo strangolatore di Boston), dove l'uso dello split screen, delle ellissi e della desaturazione del colore risultano funzionali alla narrazione e alla definizione psicologica del personaggio dello strangolatore Albert DeSalvo, una delle prove migliori di Tony Curtis. Di notevole fattura è anche 10 Rillington place, in cui un claustrofobico impianto scenico intrappola lo spettatore nella misera esistenza del 'mostro di Londra' John Reginald Christie, interpretato da Richard Attenborough, costringendolo a una presa di coscienza del labile confine fra il bene e il male. Negli anni seguenti, la sua carriera è stata diseguale: fatta eccezione per The last run (1971; L'ultima fuga), e The new centurions (1972; I nuovi centurioni), incentrati su due personaggi, rispettivamente un autista della malavita e un poliziotto, entrambi impersonati da George C. Scott, descritti con umanità al tramonto della loro carriera, o il fantascientifico Soylent green (1973; 2022: i sopravvissuti), con un intenso Charlton Heston in un profetico scenario di disastro ambientale, la vena di F. si è andata esaurendo. Vanno ricordati almeno il controverso antirazzismo di Mandingo (1975) e The jazz singer (1980; Il cantante di jazz), ambizioso remake dell'omonimo film diretto nel 1927 da Alan Crosland, prima di Conan the destroyer (1984; Conan il distruttore) e Red Sonja (1985; Yado), entrambi con Arnold Schwarzenegger. Nel 1987 ha diretto la commedia Million dollar mistery (Il mistero da 4 milioni di dollari) e due anni dopo il cortometraggio di fantascienza Call from space. Ha scritto un libro di memorie Just tell when to cry. A memoir (1993).

Bibliografia

G. Turroni, I "fatti" di Richard Fleischer, in "Filmcritica" 1971, 218, pp. 376-78; S. Bourgoin, Richard Fleischer, Paris 1986; Mystfest 16. Festival internazionale del giallo e del mistero. Catalogo generale, a cura di G.P. Brunetta, P. Tortolina, Cattolica [1995], pp. 51-73.

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