RIO GRANDE DO NORTE

Enciclopedia Italiana (1936)

RIO GRANDE DO NORTE (A. T., 155-156)

Emilio Malesani

Uno degli Stati Uniti del Brasile, così chiamato dal nome del piccolo fiume costiero che bagna la capitale dello stato (Natal) e che più spesso è ora detto Rio Potengy. Occupa l'estremità nord della cuspide orientale del Brasile e il suo territorio (kmq. 52.411), scendendo dal pianalto della Serra da Borborema, va a finire al Capo San Rocco. L'Oceano Atlantico segna il limite N. tra le foci del Rio Apody e del Rio Carnaubinha e il confine orientale tra quest'ultimo punto e la foce del Rio Gualú, con uno sviluppo costiero complessivo di 390 km., mentre nel resto il Rio Grande confina con lo stato di Parahyba a S. e con quello di Ceará a O.

Le coste sono basse, pantanose, coperte di macchie e fronteggiate da numerosi scogli rocciosi a fior d'acqua o appena emergenti, cosicché sono accessibili soltanto in corrispondenza delle foci dei fiumi; in più luoghi si trovano poi dune che ostacolano la penetrazione verso l'interno. La zona marittima è in complesso bassa e sabbiosa e ad essa segue una larga fascia pianeggiante che si solleva lentamente verso le alture meridionali ed è a sua volta attraversata da basse colline. La regione meridionale si compone in maggioranza di roccie gneissiche e metamorfiche e il rilievo si fa accentuato fino ad accordarsi con la Serra da Borborema che penetra nel territorio riograndense da mezzodì; di essa possono considerarsi ramificazioni le minori Serre do Apody, do Periquito, do Joao da Valle, ecc.

I fiumi sono scarsi di numero e d'importanza, quali l'Apody, il Potengy, il Trahiry e il maggiore Rio das Piranhas o Assú, che proviene dal territorio del Parahyba e sfocia con cinque bocche presso Macau. Il clima è molto caldo e secco, nonostante la vicinanza del mare, e solo sul litorale è mitigato dalle brezze costiere la scarsezza delle precipitazioni è qui molto accentuata e i fiumi sono spesso asciutti per varî mesi dell'anno.

Dal punto di vista dell'agricoltura si distinguono due zone: la litorale-agreste e il sertão. La prima si presenta come una pianura leggermente ondulata con terreni argilloso-silicei e siliceo-argilloso-cretacei la cui fertilità è assai pregiudicata dalla mancanza di piogge sufficienti. Nell'agreste si trovano le fertili valli dei fiumi dove sono concentrate le colture del cotone, della canna da zucchero e della manioca. La zona del sertão occupa la sezione meridionale più alta e quella più occidentale, ed è un territorio molto accidentato, percorso da serie di alture pietrose, spesso coperto da sfasciume di rocce e inciso più o meno profondamente dai varî corsi d'acqua che, durante la stagione delle piogge, si comportano come veri e proprî torrenti rovinosi. Prevalgono anche qui i terreni siliceo-argillosi, ma la vegetazione, assai ridotta per la scarsezza delle precipitazioni e per la difficoltà di provvedere all'irrigazione, assume in generale i caratteri della catinga o cespugliato spinoso, formazione propria di terreni aridi del nord-est. Vi si praticano però le colture alimentari e industriali, specialmente del cotone, dovunque pozzi o sorgenti sono in grado di fornire acqua per l'irrigazione. La Inspectoria de obras contra as seccas ha qui svolto ampiamente l'opera sua, trivellando pozzi, aprendo strade e concedendo aiuti finanziarî a privati per la costruzione di serbatoi mediante piccole dighe: ne è derivata un'intensificazione e un progresso notevole della coltura del cotone nella regione detta del Serido, che presenta condizioni naturali assai promettenti sia per il rendimento unitario, sia per la qualità del prodotto, valutato superiore al cotone egiziano. La regione del Serido si stende sul versante occidentale della Borborema verso il Rio Assú e comprende i municipî di Caico, Jardim do Serido, Acary, Flores, Curraes Novos, Serra Negra: nelle numerose valli e vallecole che la intersecano sono stati costruiti numerosissimi piccoli sbarramenti che trattengono le acque delle piene e ne permettono l'impiego per l'irrigazione delle zone coltivate poste immediatamente a valle; nel solo Rio Grande esistono 1500 di questi piccoli sbarramenti (açudes). Progetti di grandi laghi serbatoi sono allo studio, ma la loro attuazione non pare sia prossima.

Le colture principali sono quelle della canna da zucchero e specialmente del cotone, da cui trae alimento la maggioranza della popolazione; seguono quelle del mais, della manioca e del riso. Ragguardevole la produzione di noci di cocco. La canna da zucchero è il prodotto proprio delle valli dell'agreste dove essa cresce magnificamente, ma la coltivazione e la lavorazione sono fatte ancora in maniera antiquata e tradizionale:

L'allevamento del bestiame è sviluppato nel sertão, ma le gravi siccità recano grande pregiudizio al numero e alla qualità degli animali: nel 1920 furono censiti 320 mila bovini, 50 mila equini, 80 mila asini e muli, 400 mila tra pecore e capre e 30 mila suini. Le industrie hanno scarso sviluppo: notevole soltanto quella delle saline di Macau e di Mossoró che forniscono annualmente 400 mila tonn. di sale all'esportazione.

La popolazione dello stato, che era di 537.135 ab. nel 1920, è valutata al 1° gennaio 1933 pari a 818.645 individui con una densità di 13 ab. per kmq. Il territorio è diviso in 37 municipî dei quali, oltre la capitale Natal, ricordiamo Assú (30.000 ab.) e Ceará Mirim (27.000 ab.) sui fiumi omonimi, Lages, dove giunge la ferrovia che parte da Natal e deve proseguire per il sertão, Acary e Serido, centri della zona cotoniera, S. José do Mipibù e Nova Cruz sulla ferrovia che da Natal va a Independencia nello stato del Parahyba.

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