Rischio e probabilita dei cambiamenti climatici

Lessico del XXI Secolo (2013)

rischio e probabilita dei cambiamenti climatici


rìschio e probabilità dei cambiaménti climàtici. – Il sistema climatico si manifesta come distribuzione sulla superficie terrestre dell’insieme di condizioni meteorologiche (pressione, temperatura, umidità, precipitazioni, ecc.) che caratterizzano per lunghi periodi regioni in questo modo individuate. Tale sistema è complesso nei termini fisici della teoria della complessità e si trova in condizioni di equilibrio dinamico determinato dall’interazione di vari parametri (forzanti), che appartengono a differenti sottosistemi (atmosferico, idrologico, geologico, biologico, astronomico) caratterizzati da fenomeni a scala molto diversa (per es., da quella molecolare del cambiamento di fase dell’acqua durante il suo ciclo nel trasferimento mutuo atmosfera-idrosfera, a quella continentale delle circolazioni oceanica e atmosferica). Questi sottosistemi, che sono aperti dal punto di vista termodinamico (scambiano materia ed energia), interagiscono tra di loro e comportano meccanismi di retroazione (feedback) in grado di rinforzare o inibire i cambiamenti. Pertanto, una condizione di equilibrio può rispondere alla variazione dei forzanti in modo molto diverso, sia con una variazione continua sia raggiungendo una soglia critica oltre la quale si possono verificare bruschi cambiamenti (v. ). Fluttuazioni climatiche di tipologia differente sono state rilevate nelle passate ere geologiche e l’elaborazione di quei dati contribuisce al miglioramento dei modelli climatici di previsione (v. ). La complessità del sistema climatico implica che la valutazione degli effetti dei suoi cambiamenti, in particolare di quelli associati alle emissioni antropogeniche di gas serra, sia ancorata a scenari probabilistici di sintesi rispetto a una serie di incertezze distribuite lungo una catena di cause-effetti. In termini di stima del rischio questa condizione si traduce nella difficoltà di esprimere analiticamente la pericolosità di un fenomeno. Tipicamente, per un generico fenomeno potenzialmente dannoso per gli uomini e i manufatti (per es., il terremoto), si stabilisce una relazione tra il rischio R, la pericolosità intrinseca del fenomeno fisico P (cioè la probabilità che esso si manifesti con una determinata intensità), la vulnerabilità allo stesso dell’ambiente sotto valutazione V (cioè l’attitudine a subire danni di cose, persone e attività) e l’esposizione H (ossia la stima in valore economico dell’importanza sociale e antropica del sistema eventualmente danneggiato). Nei limiti del carattere generalmente non deterministico della variabile di pericolosità, il rischio è quantificato attraverso una relazione del tipo R=PVH. Tuttavia, nel caso, per es., delle ondate di calore, uno degli eventi estremi i cui aumenti di intensità e di frequenza di accadimento sono imputati al riscaldamento globale atmosferico, il calcolo di P dovrebbe includere stime probabilistiche di incertezze a cascata (quali, tra le altre e a scala diversa, quelle relative al ciclo del carbonio, ai forzanti radiativi, alla risposta climatica globale e regionale). Malgrado siano oggetto di intensa attività di ricerca, considerato anche il vivo interesse suscitato nelle multinazionali del credito e del mercato assicurativo coinvolte negli investimenti per la mitigazione e la copertura dei danni potenziali, i termini probabilistici in cui sono espresse le pericolosità degli effetti indotti dai cambiamenti climatici risentono dei limiti impliciti di un linguaggio strutturato in modo ibrido. Ne è riprova il rapporto del 2007 AR IV (Assessment report IV), ultimo delle periodiche sintesi di valutazione sui cambiamenti climatici prodotte dall’IPCC in cui rischi climatici e vulnerabilità continuano a essere espressi in termini descrittivi attraverso cinque categorie d’impatto (reasons for concern) già identificate nel precedente rapporto del 2001 (TAR, Third assessment report): rischi per sistemi unici e minacciati (quali barriere coralline, ghiacciai tropicali, specie in pericolo di estinzione, ecosistemi unici, zone ad alta concentrazione di biodiversità, stati residenti in piccole isole, comunità indigene); rischio di eventi atmosferici estremi (onde di calore, inondazioni, siccità, cicloni tropicali, incendi); distribuzione degli impatti (in cui rientra la valutazione della disparità degli impatti tra diversi paesi, regioni e popolazioni); danni aggregati (in cui sono racchiusi in singola metrica impatti come danni materiali, perdite di vita e persone sottoposte a cure mediche); rischi di discontinuità di grande scala (quali, per es., lo scioglimento parziale o totale delle calotte glaciali antartica e della Groenlandia, la riduzione sostanziale o il collasso della circolazione oceanica nordatlantica). Si deve peraltro sottolineare che tali contenuti sono ancora proposti utilizzando un linguaggio misto in cui l’incertezza è probabilisticamente trattata sia qualitativamente (attraverso espressioni quali high agreement, much evidence, medium agreement, medium evidence, ecc.) sia quantitativamente (con formule che esprimono intervalli di verosimiglianza per la probabilità di occorrenza, come, per es., very likely e likely, che equivalgono rispettivamente a probabilità superiori al 90% e al 66%). Tuttavia, i progressi nella scienza dei cambiamenti climatici consentono d’intravedere un futuro prossimo, probabilmente già identificabile nella data di pubblicazione dell’AR5 (Assessment report 5) dell’IPCC, prevista nel 2013, nel quale le incertezze sulle fluttuazioni climatiche saranno elaborate in modo più omogeneo. Ciò non significa che tali incertezze diminuiranno; paradossalmente, infatti, la migliore conoscenza dei fattori climatici noti potrebbe comportare una maggiore comprensione di altri fattori in precedenza non opportunamente considerati, per es., nei modelli previsionali. Considerando la dimensione e l’impatto delle implicazioni economiche e industriali nella lotta ai cambiamenti climatici (v. Protocollo di Kyoto), alcuni elementi che contribuiscono a delineare i parametri fisici e matematici della stima delle incertezze di merito assumono valore generale, oltrepassando l’originario ambito scientifico (v. ).

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata