ritratto Pittura, scultura o fotografia che ritrae, cioè rappresenta la figura o la fisionomia di una o più persone.
L’arte egizia ebbe un particolare interesse per la riproduzione di tratti individuali, creando così vitali espressioni fisionomiche e tipizzando invece la rappresentazione dei corpi. Efficaci esempi di r. di dinasti e di personaggi non mancano nell’arte assiro-babilonese e ittita, mentre l’arte cretese-micenea nel suo stile prevalentemente miniaturistico e decorativo non affrontò problemi ritrattistici.
L’arte greca fin dalle origini pose come problema centrale la rappresentazione dell’uomo, ma ricercò dapprima il tipo e non l’individuo, anche quando intese raffigurare un determinato personaggio. Nell’arcaismo il kùros e la kòre sono immagini di bellezza astratta e stilizzata. Una tendenza fortemente idealizzante e tipizzante si nota in tutti i r. di stile severo (tipo dell’efebo, dell’atleta, del guerriero, del filosofo ecc.), e tuttavia accenti impressionistici e caratterizzanti non mancano fin dall’arcaismo per figure di barbari, schiavi o mostri. Il 4° sec. crea una numerosa serie di r. di poeti, di filosofi, di oratori, di grandi tragici, nei quali accanto alla tendenza idealizzante propria del 5° sec., molte raffigurazioni improntate a un gusto di classica armonia si avverte anche una viva sensibilità psicologica. La celebrazione ritrattistica di Alessandro Magno porta alla creazione del r. eroico, del sovrano dall’espressione ispirata, ma accanto a questi tipi si moltiplicano nell’ellenismo sia le immagini celebrative delle grandi figure del passato sia quelle dei personaggi del tempo, nelle quali si farà sempre più accentuata una ricerca espressiva, giungendo ai più esasperati virtuosismi veristici. La ritrattistica etrusco-italica è caratterizzata da spontaneità e vivezza espressiva.
Nella
L’uso di portare o no la barba, le diverse acconciature delle donne, la forma del busto sono gli elementi esterni per definire la cronologia dei ritratti. Lo stile passa da un raffinato classicismo nell’età augustea e giulio-claudia a un morbido vigore sotto i Flavi, a una intensa forza sotto Traiano, per assumere un tono più accademico con Adriano. Un gioco di levigature e di trapano caratterizza i r. degli Antonini e ancor più quelli dei Severi; una ricerca sempre più espressiva si ha durante il 3° sec., mentre va affermandosi il tipo dell’imperatore con lo sguardo volto in alto, ispirato, che porterà all’immagine astratta e divinizzata della ritrattistica nel 4° secolo.
Durante il Medioevo l’idea di r. emerge quasi esclusivamente in riferimento all’immagine di Cristo (➔ acheropita), di martiri e santi. Il vero e proprio r. della persona umana si identifica nell’immagine funeraria, corredata delle insegne del suo rango. I r. di viventi, non ancora rivolti a una precisa connotazione fisionomica, riguardano personaggi nella loro carica, con le insegne del potere: r. degli imperatori bizantini nelle basiliche e nei tribunali; r. di pontefici, di cui le prime serie si trovavano nelle antiche basiliche; r. dei fondatori, frequenti in mosaici e affreschi degli edifici sacri. In questo ambito nasce l’uso del nimbo quadrato, che individua all’interno di un gruppo o di una rappresentazione sacra il r. di un personaggio vivente.
Nella miniatura e nei manoscritti compaiono, oltre al r. dell’autore, di antica tradizione, i r. del committente, dell’amanuense o del miniatore (Giuliana Anicia, Dioscoride, 6° sec.,
Dal 15° sec. nasce il r. in senso moderno, con dignità di soggetto autonomo, legato alla nuova cultura umanistica e in relazione con l’ascesa della classe borghese. Nell’ambito del r. privato si avvia l’elaborazione di tipologie (busto, mezza figura o figura intera; di famiglia, di gruppo), valide in tutta la storia del r. moderno.
L’individuazione fisionomica, misura/">misura del valore artistico dell’opera, della sua derivazione dal vero, è un fattore fondamentale nel r. umanistico e rinascimentale; per tale aspetto anche opere come gli affreschi (perduti) di Masaccio nella Sagra del Carmine, con figure di viventi nell’ambito del contesto narrativo, furono considerate un memorabile esempio. Nella complessa evoluzione del genere, il valore del r. come documento di una realtà storica, come memoria, è alla base delle diverse categorie del r.: allegorico, ufficiale, religioso, celebrativo o anche infamante, per es. in ricordo di pene comminate a rei di misfatti (A. del Sarto, disegni per l’affresco dei capitani impiccati,
La positura di profilo, tipica del r. celebrativo, si diffonde, nel 15° sec., anche in relazione con lo studio delle monete antiche e con la ripresa dell’arte della medaglia. In questo campo, come nella pittura, va menzionata l’opera di Pisanello, (Lionello d’Este,
In Veneto durante il 16° sec. si elabora un tipo di r. a mezzo busto in un contesto qualificato da simboli o attributi, allusivo alla vita interiore e sociale del soggetto; esemplari i r. di Tiziano, G.G. Savoldo, I. Bassano, Tintoretto,
Nel 17° sec. il r. è ormai uno dei generi artistici maggiori. In Spagna, Velázquez eseguì raffinati r. di personaggi della casa reale, oltre alla realistica serie dei Buffoni di corte (
Nel 18° sec. si diffondono inoltre un tipo di r. arcadico, idealizzante (J.-M. Nattier, N. Mignard), e un r. realistico, borghese. In Italia va ricordato il r. galante di
Nel passaggio al 19° sec. si rilevano istanze contrastanti; l’idealizzazione prevale nelle opere di J.-L. David e nel r. romantico di