Taiping, rivolta dei

Dizionario di Storia (2011)

Taiping, rivolta dei


(dal cinese Taiping tianguo, «regno celeste della grande pace») Movimento rivoluzionario iniziato in Cina da Hong Xiuquan (1814-64), fondatore della Società degli adoratori di Dio e poi del «regno». Proveniente dalla comunità marginale degli hakka nella provincia del Guanxi, nel Sud dell’impero, Hong ebbe rapporti da giovane con missionari protestanti e fallì due volte negli esami imperiali. Dopo varie esperienze estatiche, cominciò a predicare nel 1843-44 una dottrina eclettica che fondeva elementi della tradizione cinese e del cristianesimo, raccogliendo fautori nei ceti popolari. Egli si rifaceva in parte anche a movimenti popolari antidinastici più antichi come i Turbanti gialli. Il «regno» fu fondato dopo le prime vittorie nel 1851 e diviso fra quattro luogotenenti di Hong, mentre egli prendeva il titolo di «re celeste». Nel 1853 fu conquistata Nanchino, eletta a capitale del nuovo Stato. La rivolta fu favorita dalle conseguenze economiche della guerra dell’oppio e dal disordine che ne seguì nella Cina del Sud, oltre che dalla conseguente caduta di prestigio della dinastia Qing e dall’avversione delle province meridionali verso il dominio Manchu. Ideologicamente, il movimento non era lontano dal tradizionale ribellismo contadino. Al comunismo dei beni si associava una struttura piramidale della società concepita in termini militari. Risultavano in modo particolare l’autonomia della figura femminile e la severità dei costumi. Istituzioni radicate, come la fasciatura dei piedi, il concubinaggio, la prostituzione, la poligamia, ma anche l’adulterio, erano tutte proibite. Anche i rapporti sessuali erano strettamente regolati, includendo forse il divieto delle relazioni fra coniugi, per lo meno in tempo di guerra. Le donne potevano andare a cavallo e dovevano combattere come gli uomini. È tuttavia probabile che tali principi non fossero strettamente applicati fuori del nucleo originario del «regno», mentre la province conquistate dopo il 1853 furono assoggettate a un semplice regime di occupazione. D’altra parte la compattezza del movimento fu incrinata da una successione di faide e contrasti fra i capi, mentre dal 1854-55 la gentry delle province centrali si organizzò militarmente e promosse la rinascita delle cd. armate di nuovo tipo, parzialmente addestrate e armate alla maniera occidentale, anche se guidate da funzionari confuciani. Intanto l’avanzata dei T. non era riuscita a estendersi alla Cina del Nord, ove i contadini non si sollevarono e le milizie imperiali gradualmente li respinsero. In alcuni momenti, come nei combattimenti a Shanghai, il sostegno delle potenze europee ai Qing fu di una certa importanza. I T. cercarono anche di stabilire contatti con le ribellioni antidinastiche dei Nian e dei musulmani, senza però arrivare a un coordinamento efficace. La ribellione fu repressa, dopo alterne vicende, intorno al 1864.

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