ZEMECKIS, Robert

Enciclopedia del Cinema (2004)

Zemeckis, Robert


Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, nato a Chicago il 14 maggio 1952. Autore di un cinema efficacemente spettacolare, ha esplorato, come Steven Spielberg (che lo ha lanciato), diversi generi cinematografici e ha sfruttato con intelligenza le potenzialità degli effetti speciali. Nella sua opera si rintraccia soprattutto una felice commistione tra le forme del cinema fantastico, una dimensione più intima e privata con cui vengono raccontate le vicende dei protagonisti, e una componente favolistica e nostalgica, emblematicamente espressa nella visione dell'America degli anni Cinquanta di Back to the future (1985; Ritorno al futuro), nella fusione tra personaggi reali e cartoons di Who framed Roger Rabbit? (1988; Chi ha incastrato Roger Rabbit?) o nel ripercorrere trent'anni della storia degli Stati Uniti con Forrest Gump (1994), opera per la quale nel 1995 ha ottenuto sia l'Oscar per il miglior film sia quello per la migliore regia.

Diplomatosi alla University of Southern California School of Cinema di Los Angeles, insieme a Bob Gale, sceneggiatore e produttore con il quale condivise poi numerosi progetti, Z. fu notato da Spielberg che gli affidò la regia di I wanna hold your hand (1978; 1964: allarme a New York, arrivano i Beatles!), omaggio alla 'beatlemania'. Nel 1980 ha poi diretto il misconosciuto Used cars (La fantastica sfida), cui ha fatto seguito Romancing the stone (1984; All'inseguimento della pietra verde), il suo primo grande successo internazionale. Il film, una scatenata commedia d'azione ambientata in Colombia, i cui protagonisti sono un avventuriero (Michael Douglas) e una scrittrice (Kathleen Turner) alla ricerca di un prezioso smeraldo, evidenzia compiutamente l'energia e la freschezza del talento del regista. Con Back to the future Z. ha firmato non solo uno dei maggiori successi degli anni Ottanta, ma anche una delle sue opere più personali: le scorribande temporali, tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta, del protagonista in compagnia dell'amico scienziato tematizzano infatti un'angoscia-desiderio di riscrittura della Storia. Tre anni dopo Z. ha diretto Who framed Roger Rabbit? che, ambientato nella Hollywood di fine anni Cinquanta e strutturato secondo il modello classico dell'investigazione dei film noir degli anni Quaranta, ha permesso al regista di far interagire cartoni animati e attori, dando un'immagine particolare ed estremamente riuscita dello studio system dell'epoca d'oro del cinema statunitense. Con Back to the future ‒ Part II (1989; Ritorno al futuro ‒ Parte II) e Back to the future ‒ Part III (1990; Ritorno al futuro ‒ Parte III) Z. ha radicalizzato la sua riflessione sul tempo e sulla storia americana, mentre Death becomes her (1992; La morte ti fa bella), in cui ha fatto ricorso a un massiccio utilizzo di trucchi ed effetti speciali nella deformazione dei protagonisti, ha segnato il suo primo parziale insuccesso. In seguito ha realizzato Forrest Gump, dal romanzo di W. Groom, sulle vicende di un individuo con un quoziente intellettivo al di sotto della media che attraversa con inesauribile candore gli eventi fondamentali degli Stati Uniti a partire dagli anni Cinquanta (il Vietnam, la contestazione), per il quale ha utilizzato al meglio gli effetti della Industrial Light & Magic (come nella scena in cui il protagonista, interpretato da Tom Hanks, incontra il presidente J.F. Kennedy), accentuando il lato favolistico-fantastico con le fughe dalla realtà del protagonista che richiamano E.T. (1982) di Spielberg.

Con una delle sue opere più personali e innovative, Contact (1997), ha ampliato ulteriormente lo spettro delle sue indagini e delle problematiche affrontate, ponendo con sconcertante lucidità l'esigenza di un rinnovamento delle immagini attraverso le vicende di una ricercatrice di astronomia (Jodie Foster). Dopo il thriller What lies beneath (2000; Le verità nascoste), in cui si rintracciano rimandi al cinema di Alfred Hitchcock soprattutto nell'accumulazione progressiva della suspense, ha diretto Cast away (2000), forse la sua opera più estrema, rilettura del mito di Robinson Crusoe, ma pervasa da un forte senso della sfida evidente nella scelta di rendere protagonista, per circa un'ora e mezza, un solo personaggio (Tom Hanks) alle prese con la lotta per la sopravvivenza in un'isola deserta.   *

Bibliografia

A. Tedesco, Il fantacinema di Robert Zemeckis, Alessandria 1998.

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