ROBERTO I, principe di Capua

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 87 (2016)

ROBERTO I, principe di Capua

Rosa Canosa

ROBERTO I, principe di Capua.Figlio cadetto del principe normanno di Capua Giordano I e della longobarda Gaitelgrima di Salerno (già moglie del padre di Giordano, Riccardo I), se ne ignora la data di nascita, collocabile comunque nella seconda metà dell’XI secolo.

Ancora minorenne alla morte del padre, avvenuta nel novembre del 1090, Roberto si rifugiò ad Aversa con sua madre e i suoi fratelli nel 1091, quando i capuani si ribellarono e tutti i normanni furono espulsi dalla città.

Nel 1104 Roberto era in guerra con Riccardo II, suo fratello maggiore e principe di Capua. Questo conflitto sembra aver aumentato il disordine nel ducato di Gaeta che dopo la ribellione del 1092 era diventato una delle aree maggiormente contese nei primi anni del XII secolo.

Due anni più tardi, nel 1106, Roberto succedette nella guida del principato capuano a Riccardo II, morto nell’aprile di quello stesso anno senza eredi. I contrasti precedenti sembrano aver reso difficile la successione (Loud, 1999, p. 116). Secondo gli annali, nel 1106 Roberto avrebbe invaso Capua mettendola a ferro e a fuoco (Annales Cavenses, a cura di G.H. Pertz, 1839, p. 191; Annales Ceccanenses, a cura di G.H. Pertz, 1866, p. 282). Nell’aprile di quello stesso anno egli portava semplicemente il titolo di procurator del principato di Capua (Regii Neapolitani Archivii Monumenta, V, 1857, n. 522, pp. 304 s.). Sembra aver acquisito formalmente il titolo di principe nel luglio del 1107. In quello stesso anno il principe Roberto I menzionò il proprio controllo su Gaeta, ma distinguendolo espressamente dal governo del principato (E. Gattola, Ad historiam..., 1734, p. 225).

Sin dai primi anni del suo principato Roberto I tentò di invertire la tendenza alla riduzione dell’autorità principesca e dei suoi territori (limitati all’area intorno alla città di Capua e ai territori tra Napoli, Roccamorfina e i Monti Aurunci), osservabile sotto il suo predecessore. Risale al 1108 una campagna del principe di Capua condotta nella Valle del Liri settentrionale e nei territori papali. In quello stesso anno Roberto venne in aiuto del monastero di Montecassino, costringendo i conti di Aquino ad abbandonare i tentativi di riappropriarsi del castellum di Interamna conteso con l’abbazia. Il 9 dicembre 1108 il principe fece una donazione alla chiesa di S. Paolo di Aversa per la salvezza dell’anima di suo nonno Riccardo, di suo padre Giordano, di suo fratello Riccardo e di sua madre Gaitelgrima (Diplomi inediti..., a cura di M. Inguanez, 1926, n. 10, p. 25). Roberto fece inoltre una serie di donazioni e conferme in favore del monastero capuano di San Giovanni Battista (nel 1108) e di San Biagio di Aversa (nel 1107, 1115, 1116, 1119), contribuendo alla formazione e alla crescita del loro patrimonio nel corso del XII secolo. E ancora, nel febbraio del 1117 il principe di Capua confermò a Montecassino, nella persona dell’abate Gerardo, il possesso del castellum di Sujo. L’autorità dei principi normanni di Capua, che aveva subito un’importante contrazione sotto il suo predecessore, sembra dunque essersi rivitalizzata sotto Roberto I (Loud, 2007, p. 79).

Nello stesso periodo (1108-09) il principe Roberto dette il proprio sostegno a Pasquale II nei suoi tentativi di rafforzare la propria autorità nella parte meridionale della Campania, dove il papa stava affrontando una grave ribellione. Ma l’assistenza al papato non si concluse qui. Nella primavera del 1111 – secondo la cronaca cassinese – Roberto inviò trecento cavalieri per liberare Pasquale II e sei dei suoi cardinali dalla prigionia cui li aveva ridotti l’imperatore Enrico V. Si trattava tuttavia di un contingente troppo piccolo per poter fronteggiare efficacemente il grande esercito imperiale.

L’appoggio del principe di Capua al papato riformatore si manifestò anche in forme più indirette. Nel 1109, per esempio, Roberto I donò alcune terre fuori Capua a un canonico della cattedrale e a suo fratello (Le pergamene di Capua, a cura di J. Mazzoleni, 1956-1960, II (2) n. 6). Nello stesso anno Roberto è attestato ad Anagni durante il pontificato di Pasquale II. In questo modo Roberto I continuava la tradizione della stirpe dei principi normanni di Capua di presentarsi come difensori del Papato.

Nonostante ciò nell’estate del 1113 Roberto I, insieme con il conte Giordano di Ariano e con il conte Roberto di Caiazzo, attaccò l’esercito beneventano guidato da Landolfo de Greca, da poco nominato connestabile di Benevento da papa Pasquale II. Pochi anni più tardi tuttavia, nel 1117, Roberto fu il solo leader normanno a prestare soccorso a Pasquale II, nuovamente minacciato dalla presenza di Enrico V a Roma. L’anno successivo il principe di Capua offrì il suo aiuto anche al successore di Pasquale, papa Gelasio II, assumendo il comando delle truppe normanne che presero Roma. Nel marzo del 1118 a Gaeta il principe Roberto giurò fedeltà al nuovo papa, insieme con il duca di Puglia Guglielmo, il duca di Gaeta e altri baroni.

È da notare che le fonti che trasmettono questa informazione non fanno riferimento a una cerimonia di investitura (Le Liber Pontificalis, a cura di L. Duchesne, 1892, II, p. 315; Chronica Monasteri Casinensis, a cura di H. Hoffmann, 1980, IV, cap. 64, p. 526). Il rapporto di fedeltà dei normanni di Capua con il Papato non era messo in discussione dal rapporto di dipendenza che li legava ai duchi di Puglia e Calabria da quando, nel 1098, Riccardo II ebbe bisogno dell’aiuto di Ruggero Borsa per riconquistare Capua. Se questa dipendenza sembra essere stata più formale che sostanziale per Riccardo II, il principe Roberto I, fratello e successore di Riccardo, è definito «dilectissimus consanguineus ac baronus noster» in una carta del duca Guglielmo del maggio 1119 (Normannische Herzogs- und Königsurkunden, a cura di L. von Heinemann, 1899, pp. 28 s., n. 16; Déer, 1972, p. 146; Archivio della Badia della SS. Trinità, F 14).

Si noti, comunque, che i beni donati al fratello minore del principe, Giordano, si trovavano nel territorio del principato di Salerno, non in quello capuano.

Il principe Roberto figura, inoltre, come testimone in un documento dell’ottobre del 1114 redatto a Montecassino (quindi nel principato), con il quale il duca Guglielmo confermò i beni dell’abbazia cassinese in Apulia.

Il principe di Capua mantenne inoltre una rete di relazioni sia con l’aristocrazia normanna sia con l’antica élite longobarda. Nel 1115 fece una donazione all’abbazia di Sant’Angelo in Formis su richiesta del longobardo Grimoaldo, conte di Palazzo (Loud, 2000a, p. 282). L’anno successivo fu testimone e garante del giuramento di protezione del conte Guglielmo II di Principato nei confronti delle proprietà dell’abbazia di Cava. Nello stesso 1116 Roberto fece una donazione a un’abbazia locale dalla casa del barone Riccardo Musca ad Aversa (Codice diplomatico normanno di Aversa, a cura di A. Gallo, 1927, p. 362, n. 32). Anche sotto Roberto I persistevano, dunque, i legami tradizionali della famiglia dei principi normanni di Capua con la città di Aversa.

Roberto morì nel giugno del 1120. Il cronista Falcone Beneventano narra che, essendo Roberto gravemente malato, i cittadini di Capua elessero principe suo figlio Riccardo il 27 maggio 1120. Otto giorni dopo Roberto morì (Falcone di Benevento, Chronicon..., a cura di E. d’Angelo, 1988, 1120.3.1, 3.3, 3.4).

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