ROSSELLINI, Roberto

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)

ROSSELLINI, Roberto (App. II, 11, p. 752)

Gian Luigi Rondi

Regista, morto a Roma il 3 giugno 1977. Nel trentennio che segue le sue invenzioni neorealistiche realizza una serie di film che, anche quando discussi o imperfetti, lasciano tutti il segno sia nella storia della Settima Arte sia in quella della società contemporanea. D'ispirazione ascetico-religiosa, ma sempre saldamente collegati ai canoni severi del più scabro neorealismo, Stromboli, terra di Dio, 1949, e Francesco, giullare di Dio, 1950; di tersa costruzione psicologica, Europa 51, 1952, e Viaggio in Italia, 1953, lucidamente costruiti su due ritratti di donne in crisi, anticipatori di tanto cinema moderno, specialmente quello francese della Nouvelle vague; rivisitazioni della Resistenza, con toni però un po' discontinui e precari, Il generale Della Rovere, 1959, e Era notte a Roma, 1960; anticipazione di un modo nuovo di leggere e rappresentare la storia, Viva l'Italia, 1961, sulle imprese di Garibaldi, e Vanina Vanini, 1961, da una cronaca italiana di Stendhal. Cui tengono dietro, su questa linea storicoinformativa, delle opere televisive in cui più d'una volta la funzione educativa, culturale e didattica teorizzata da R. per il nuovo mezzo televisivo, si sublima nella poesia del dimesso e del quotidiano, prima fra tutte La prise du pouvoir par Louis XIV (La presa del potere di Luigi XIV), 1966, prodotta dalla televisione francese. Egualmente rigorosi, anche se accesi da minori incandescenze poetiche e più inclini programmaticamente alla divulgazione, gli altri film televisivi a episodi: La lotta dell'uomo per la sua sopravvivenza, 1967; Atti degli Apostoli, 1968; Socrate, 1970; Pascal, 1971; Agostino d'Ippona, 1972; L'età di Cosimo, 1973; Cartesius, 1974. Tornato al cinema, dopo una rievocazione fra il didascalico e il celebrativo della carriera politica di A. De Gasperi, Anno Uno, 1974, R. dirige, sulla scorta dei Vangeli, una vita di Gesù Cristo, Il Messia, 1976, che rimane la summa del suo credo neorealistico: per l'oggettività immacolata della narrazione, per la sciolta padronanza delle tecniche, per la scarna ma nello stesso tempo coltissima sapienza dello stile. Un testamento di profonda conseguenza artistica e morale. Aveva riassunto le sue teoriche nel saggio Utopia 1010, pubblicato a Roma nel 1974

Bibl.: Autori vari, Il neorealismo cinematografico italiano, Roma 1951; Cinema italiano oggi (a cura di A. Blasetti e G.L. Rondi), ivi 1952; M. Mida, R. Rossellini, Parma 1953; G.C. Castello, Il cinema neorealistico italiano, Torino 1956; B. Rondi, Il neorealismo italiano, Roma 1956; id., Cinema e realtà, ivi 1957; G. Ferrara, Il nuovo cinema italiano, Firenze 1957; P. Howald, R. Rossellini, Bruxelles-Parigi 1958; id., Le néo-réalisme italien et ses créatures, ivi 1959; M. Verdone, R. Rossellini, Padova 1961; id., R. Rossellini, Parigi 1967; J.L. Guarner, R. Rossellini, Londra 1970, Madrid 1973; Scheda bio-filmografica (cinema, televisione, regie liriche, bibliografia essenziale), a cura del Servizio stampa della Rai Radiotelevisione italiana, Roma 1972; G. Rondolino, R. Rossellini, Firenze 1974, con filmografia; Il neorealismo cinematografico italiano (a cura di L. Miccichè), Venezia 1975.

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