Rochefort-Luçay, Victor-Henri marchese di, detto Henri Rochefort

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Giornalista e uomo politico (Parigi 1830 - Aix-les-Bains 1913); romanziere, commediografo, conseguì molta notorietà con la sua attività giornalistica (su Nain Jaune, Evènement, Figaro); espulso dalla redazione del Figaro per i suoi articoli ostili al Secondo Impero, fondò il settimanale repubblicano La Lanterne (1868), che fece circolare clandestinamente in Francia quando dovette riparare in Belgio. Eletto nelle file dell'estrema sinistra (1869), redattore capo di La Marseillaise, fu arrestato dopo l'assassinio di V. Noir, ma riebbe la libertà con la rivoluzione del 4 sett. 1870, entrando nel governo provvisorio di difesa nazionale. Deputato nel 1871, si dimise, rifiutando di votare la pace con la Prussia sottoscritta da A. Thiers; nel 1873, avendo partecipato alla Comune, fu deportato in Nuova Caledonia, da dove evase l'anno successivo. Amnistiato, tornò a Parigi (1880) e fondò l'Intransigeant, inizialmente socialista, ma l'avversione per i repubblicani moderati presto lo spinse su posizioni revansciste; nel 1887 legò le sue sorti al generale G. Boulanger e ciò gli valse un nuovo esilio (1889-95). Nel 1897-99 prese violentemente posizione contro A. Dreyfus, accentuando il carattere antiparlamentare e antisemita delle sue campagne di stampa. Negli ultimi anni collaborò al giornale nazionalista Patrie. Fra le numerose opere: Les aventures de ma vie (5 voll., 1895-96).

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