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rodio

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Elemento chimico, di simbolo Rh, numero atomico 45, peso atomico 102,91, di cui sono noti vari isotopi radioattivi artificiali. In natura esiste solo il nuclide 103Rh. Fu scoperto nel 1803 da W.H. Wollaston, che così lo denominò per il colore roseo di molti suoi sali. È presente nei minerali del platino in misura del 5-6% e anche in alcune sabbie aurifere dell’America Centrale e Meridionale.

È un metallo bianco con struttura cubica a facce centrate, di densità 12,42 g/cm3, che fonde a 1966 °C e bolle a 3727 ± 100 °C; a 25 °C ha calore specifico 0,24 J/g·°C; è duttile, ma meno del platino. Mostra grande resistenza all’ossidazione atmosferica (anche superficiale) e agli attacchi chimici. Riscaldato al calor rosso forma lentamente il triossido di dirodio Rh2O3 , che sopra i 1150 °C si decompone nuovamente negli elementi. Non viene disciolto da acidi diluiti (neppure ad alta temperatura) né dall’acqua regia. Viene invece attaccato, a caldo, dal cloro, con formazione del tricloruro RhCl3, e dall’acido solforico, sempre ad alta temperatura. Si discioglie negli idrogenosolfati e nel piombo fusi. Il r. si ottiene generalmente dal residuo del trattamento con acqua regia del concentrato di minerale di platino; per separarlo dagli altri metalli ivi contenuti (rutenio, iridio, argento, platino) se ne sfrutta la maggiore inerzia all’attacco acido e la solubilizzazione selettiva in idrogenosolfato di potassio fuso, che consente di portare in soluzione il metallo. Esso viene poi convertito in aquoclorocomplesso, purificato con resine a scambio ionico e ridotto allo stato metallico. Il r. così ottenuto (r. colloidale o nero di r.) è in forma finemente suddivisa e mostra attività catalitica assai superiore rispetto alla polvere di r. vera e propria, ottenuta per successiva riduzione in corrente di idrogeno. I composti del r. sono altamente tossici.

La produzione mondiale del r., che proviene soprattutto dalla Repubblica Sudafricana e dalla Russia, ammonta a circa 16 t l’anno; il prezzo si è notevolmente ridotto rispetto al passato ed è ormai paragonabile a quello del platino. Il r. è impiegato nella rodiatura, nella fabbricazione di leghe, come catalizzatore in alcuni processi chimici (produzione di acido acetico, processi di carbonilazione, ossidazione dell’ammoniaca ecc.); si usa inoltre nella preparazione di contatti elettrici e in oreficeria. La rodiatura è l’operazione di ricoprimento di superfici metalliche con un sottile strato di r. di protezione, usata in gioielleria o per contatti elettrici, specchi, parti di strumenti ottici. Si esegue per deposizione elettrolitica da bagni di solfato o di fosfato di r.; su rame, nichel, oro la deposizione si esegue direttamente, in altri casi si opera prima una nichelatura e su questa la rodiatura; lo spessore dei depositi di solito è compreso fra 0,2 e 0,5 mm.

Vedi anche
platino Elemento chimico, simbolo Pt, numero atomico 78, peso atomico 195,09, di cui sono noti 6 isotopi stabili (numero di massa 190, 192, 194, 195, 196, 198); densità 21,45 g/cm3, punto di fusione 1772 °C. 1. Caratteri generali Il platino è un metallo bianco, lucente, duttile e malleabile. In natura è generalmente ... William Hyde Wollaston Chimico, fisico e fisiologo (East Dereham, Norfolk, 1766 - Londra 1828), dapprima medico a Londra. Fu il primo a preparare il platino in forma malleabile (filo di Wollaston, William Hyde), utile per la produzione di manufatti; tale scoperta, importante per l'epoca, gli fruttò abbastanza da permettergli ... catalizzatóre catalizzatóre Sostanza che, presente anche in minima quantità, modifica la velocità di una reazione chimica, pur senza far parte dei prodotti finali della reazione. Il catalizzatore modifica, abbassandola, la quantità di energia di attivazione necessaria per innescare la reazione. In biochimica, catalizzatore ... composti metallorganici Composti chimici contenenti radicali organici in unione con atomi metallici, riducibili alle formule generali del tipo RMe, dove R è il radicale organico (alifatico, aromatico, eterociclico ecc.) e Me l’atomo metallico, o RxAMe (dove A può essere un alogeno, un radicale acido ecc.), nei quali l’atomo ...
Categorie
  • CHIMICA INORGANICA in Chimica
Tag
  • REPUBBLICA SUDAFRICANA
  • ISOTOPI RADIOATTIVI
  • ELEMENTO CHIMICO
  • ACIDO SOLFORICO
  • NUMERO ATOMICO
Altri risultati per rodio
  • rodio
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    ròdio [Lat. scient. Rhodium, dal gr. rhódon "rosa", per il colore di molti dei suoi sali] [CHF] Elemento chimico, dell'VIII gruppo, 2° periodo, grande, del Sistema periodico degli elementi, di simb. Rh, numero atomico 45 e peso atomico 102.9, di cui è noto un solo elemento stabile, con numero di massa ...
  • RODIO
    Enciclopedia Italiana (1936)
    Italo BELLUCCI . Elemento chimico con simbolo Rh, peso atomico 102,9, numero atomico 45. Scoperto nel 1803 da Wollaston nel platino nativo e così chiamato per il colore roseo (ῥόδεος) che presentano numerosi suoi sali. Si rinviene sempre nei minerali di platino dai quali si estrae e si separa. Proprietà. ...
Vocabolario
rodìo
rodio rodìo s. m. [der. di rodere]. – Un rodere o un rodersi insistente e continuato: sento un r. dietro l’armadio, deve essere un topo; spesso in senso fig., tormento interiore: e quell’odio contro don Rodrigo, quel rodìo continuo che...
rodite
rodite s. f. [der. di rodio3, col suff. -ite]. – Minerale, lega naturale di oro e rodio.
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