Prodi, Romano

Lessico del XXI Secolo (2013)

Prodi, Romano


Pròdi, Romano. – Economista e politico (n. Scandiano 1939). Docente di economia e politica industriale nelle università di Bologna, Trento e alla Harvard University, è stato ministro dell'Industria (1978-79) e presidente dell'IRI (1982-89; 1993-94). Promotore della coalizione di centrosinistra dell'Ulivo, vittoriosa nelle elezioni del 1996, P. è stato presidente del Consiglio dal 1996 al 1998. Presidente della Commissione europea dal 1999 al 2004, nei cinque anni del suo mandato l'Unione Europea ha vissuto alcune svolte storiche, tra le quali l'entrata in vigore dell'euro come valuta corrente (genn. 2002), l'allargamento ad altri dieci paesi (maggio 2004) e la firma della Costituzione europea a Roma (ott. 2004), che però non è mai stata ratificata. Nell'ottobre 2005 è stato nuovamente scelto come candidato premier della nuova coalizione di centrosinistra, l'Unione, in vista delle elezioni legislative dell'aprile 2006. La sua candidatura ha avuto conferma ufficiale alle elezioni primarie, tenutesi nell'ottobre 2005 e volute dallo stesso P. per verificare l'approvazione da parte dell'elettorato, oltre che dei partiti; ha ottenuto il 74,1% delle preferenze su oltre 4 milioni di voti. Alle elezioni politiche (9-10 apr. 2006) la coalizione capeggiata da P. ha avuto la meglio sulla Casa delle libertà, seppure con uno scarto esiguo e il 17 maggio 2006 P. ha accettato l'incarico di presidente del Consiglio dal neoeletto presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Le diverse culture politiche presenti all'interno dello schieramento che lo sorreggeva hanno manifestato presto la loro incompatibilità indebolendo l'esecutivo e rendendo inutili gli sforzi di P. di cercare mediazioni. A seguito della crisi di governo (febbr. 2007) provocata da un dissenso sorto nella maggioranza in merito alla politica estera (in particolare, sul finanziamento della missione militare in Afghanistan), P. ha rimesso il mandato. Il presidente Napolitano, tuttavia, ha respinto (marzo) le dimissioni, rinviando il governo al Parlamento, che ha rinnovato la fiducia. Nel febbraio 2008, tuttavia, il governo di P. non è riuscito a ricomporre il contrasto con Clemente Mastella, leader dell’Udeur e ministro della Giustizia, che si è dimesso determinando in tempi rapidi la caduta dell'esecutivo e la nuova chiamata alle urne (13-14 aprile 2008). Grande fautore della creazione del Partito democratico, P. ne ha presieduto l’Assemblea costituente nazionale dal 2007 fino all'aprile 2008. Dal settembre 2008 presiede il Gruppo di lavoro Nazioni Unite-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa.

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