MIRABELLA, Rosario

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 74 (2010)

MIRABELLA, Rosario |(Saro)

Davide Lacagnina

– Nacque a Catania, il 24 ag. 1914, da Paolo e da Gaetana Toscano. Dopo i primi rudimenti del mestiere appresi nell’atelier del pittore catanese Saro Spina e in seguito ad alcuni viaggi d’istruzione a Roma (1928) e a Firenze (1933), nel 1936 decise di trasferirsi definitivamente nella capitale, per seguire i corsi della scuola libera del nudo dell’Accademia di belle arti e quelli serali dell’Accademia di S. Luca, mantenendosi agli studi lavorando in un laboratorio fotografico (Mirabella, 1983-84).

È di quegli anni l’assidua frequentazione della galleria La cometa e dei pittori C. Cagli, M. Mafai, R. Guttuso, A. Ziveri e M. Mazzacurati, dei quali divenne presto amico e compagno di lotta, schierandosi a favore di una pratica pittorica d’indirizzo dichiaratamente antinovecentista in polemica con il regime fascista (Grasso, 2000).

Al 1942 risalgono le nozze con Emma Quattrociocchi, figlia del pittore bagherese Domenico, cui il M. faceva da assistente nello studio romano di piazza Melozzo da Forlì; mentre al 1943 data l’ingresso nelle file della Resistenza come partigiano combattente nel Lazio. Seguì la partecipazione alla mostra «Arte contro le barbarie», organizzata da l’Unità nel 1944, qualche mese dopo la Liberazione, alla Galleria di Roma. Del 1946 sono l’iscrizione al Partito comunista italiano (PCI) e l’adesione al Fronte nuovo delle arti. L’anno successivo il M. si recò per la prima volta a Parigi, grazie a una borsa di studio finanziata dal governo francese. In quel periodo realizzò un nucleo consistente di disegni a matita, specie di nudi femminili, di chiara intonazione postcubista (Pagano, 2006).

In Francia il M. ebbe modo di confrontarsi direttamente con la pittura dei maestri dell’Ottocento e delle avanguardie storiche e di conoscere e frequentare alcuni giovani artisti italiani, Carla Accardi, P. Consagra, P. Dorazio, C. Maugeri, G. Turcato e A. Perilli, decidendo così di orientare la propria ricerca verso una sempre più radicale astrazione. Risale a questa esperienza la numerazione progressiva di alcune opere titolate Composizioni astratte, oggi in collezione privata.

Nel 1947 aderì al manifesto del Gruppo forma e partecipò alla prima mostra del sindacato delle arti figurative.

Nonostante una prima polemica presa di distanza a firma di alcuni artisti, fra cui lo stesso M. (Consagra et al., 1948; Milanini, 1980), a sostegno dei colleghi criticati da P. Togliatti nella sua recensione (firmata con lo pseudonimo Roderigo di Castiglia) alla I Mostra nazionale d’arte contemporanea allestita nel palazzo Re Enzo di Bologna (Roderigo di Castiglia, 1948), il richiamo all’ordine dell’allora segretario del PCI segnò di lì a poco il più che convinto ritorno del M. alla figurazione, intesa adesso come necessità di allineamento, e insieme espressione di solidarietà, alle rivendicazioni sociali delle vittime della criminalità organizzata e dei lavoratori in sciopero (Grasso, 2000).

Nel 1948 divenne assistente di Guttuso presso la cattedra di figura disegnata al liceo artistico di Roma, di cui nel 1962 diventò titolare.

Nello stesso anno partecipò, con Composizione n. 20 (collezione privata), alla XXIV Biennale di Venezia, in cui espose anche nelle edizioni del 1952, del 1954 e del 1956, e alla Quadriennale di Roma, in cui fu presente anche alle successive edizioni del 1952, del 1956 e del 1960 (Salaris, 2004; per un elenco completo delle opere e delle esposizioni personali e collettive del M. si veda anche l’Archivio Saro Mirabella).

Il 1949 segnò l’esordio nel cosiddetto teatro di massa, con il disegno e l’allestimento di alcune scene, in collaborazione con il pittore Paolo Bracaglia, per un progetto sperimentale di drammaturgia popolare (Leonesi, 1989; Pasaro - Tinterri, 1998).

Il M. trascorse le vacanze estive di quell’anno e del successivo a Scilla, insieme con Guttuso, G. Omiccioli e con lo scultore G. Mazzullo, interessati del pari a riconquistare un rapporto diretto di studio e di rappresentazione della realtà, presto raccolti sotto l’etichetta di scuola di Scilla (Palumbo, 2000; Mazza, 2002; Marcianò, 2005). I lavori frutto di questa esperienza furono esposti lo stesso anno in una mostra collettiva alla galleria Il Pincio di Roma. Sono esemplari di questa stagione le opere Mareggiata sullo Stretto (Palermo, palazzo dei Normanni, Assemblea regionale siciliana), Donna di Scilla, Libecciata sulla scogliera e Pescatore (tutte in collezione privata).

Il 1950 fu l’anno della prima personale presentata da Guttuso alla Casa della cultura di Roma. La militanza politica segnò l’adesione nel 1951 a una nuova edizione della mostra «Arte contro la barbarie» alla Galleria di Roma, chiusa dalla polizia in seguito a un intervento del ministro degli Interni M. Scelba, come risposta ad alcune manifestazioni di piazza contro il generale statunitense D.D. Eisenhower.

Dopo il secondo soggiorno a Parigi (1951-52), grazie a una borsa di studio assegnata ancora una volta dal governo francese, il M. intensificò l’attività espositiva sia in Italia sia all’estero, specie nella Repubblica democratica tedesca e nei paesi socialisti. Si rafforzò, così, l’attenzione della critica, tanto che M. De Micheli, R. De Grada e A. Del Guercio presentarono suoi lavori in varie occasioni. Nel 1952 fu invece lo scrittore messinese S. D’Arrigo a firmare la presentazione dei dipinti del M. in mostra alla galleria Il Pincio di Roma (Marro, 2007).

All’anno successivo risale la collaborazione con Guttuso e U. Attardi per la realizzazione di due grandi pannelli dipinti per l’Esposizione nazionale dell’agricoltura nel quartiere EUR della capitale e, ancora con Guttuso, per un altro grande dipinto murale su tela per la sede romana di un negozio Olivetti in via Nazionale. Del 1953 è anche la partecipazione alla mostra dell’«Arte nella vita del Mezzogiorno d’Italia» allestita al palazzo delle Esposizioni di Roma (Salaris, 2004). Dopo i successi romani (premio della Provincia di Roma alla VII Quadriennale) e a Venezia (sala personale alla XXVII Biennale internazionale d’arte nel 1954, dove presentò cinque carboncini: Rammagliatori di reti, Pescatore siciliano, Contadina calabrese, Case campestri, Spiaggia di Salivoli), nel 1956 il M. incontrò a Roma il pittore messicano David Alfaro Siqueiros, per il quale «i disegni di Saro Mirabella dimostrano che l’emozione plastica e la superiore poesia non escludono l’arte vigorosa. Anzi, tutto il contrario» (Grasso, 2000, p. 113).

Il 1957 fu l’anno del doppio riconoscimento del primo premio ex aequo A. Modigliani a Livorno e del premio internazionale Città di Carrara.

Nel 1961 partecipò al premio nazionale di paesaggio Autostrada del Sole (Salaris, 2004) e si recò in viaggio in Cina e in Unione Sovietica, come osservatore e addetto culturale dell’Associazione amici Italia-URSS, insieme con altri intellettuali del PCI (Mirabella, 1983-84).

Lo stesso anno il M. risultò vincitore della cattedra di figura disegnata presso il liceo artistico di Milano, da cui l’anno successivo fu trasferito a Roma. Nel 1963 fu nominato vicedirettore del liceo artistico e dell’Accademia di belle arti di via di Ripetta, per essere definitivamente promosso, nel 1964, direttore del liceo capitolino, carica che il M. mantenne fino alla morte.

Del 1965 è l’assegnazione del XVI premio nazionale Il Fiorino di Firenze e dell’anno successivo la mostra personale alla Neue Berliner Galerie. Seguirono ancora altre personali a Roma (galleria La Paolina, 1967, presentazione di M. Borghi), a Pescara (galleria Arte oggi, 1969, presentazione di F. Miele), a Palermo (galleria Lo scarabeo, 1970, presentazione di F. Grasso; galleria Flaccovio, 1971) e a Sansepolcro (galleria Tarducci), fino all’ultima di Latina (galleria del Corso, 1971), intervallate solo, nel 1968, dal rifiuto, per protesta, dell’invito alla X Quadriennale d’arte di Roma e, nel 1970, da un breve soggiorno negli Stati Uniti d’America (Mirabella, 1983-84; Alaimo, 2006). Alcune delle ultime opere sono caratterizzate dal ritorno a un’astrazione radicale, di forte carica gestuale ed espressionistica, specie nel ricorso a una cromia piena e vigorosa (Blu e rossi, 1966; Frammenti, 1969; Trama, 1969; tutte in collezione privata).

Il M. morì a Roma il 3 febbr. 1972.

Fonti e Bibl.: Necr.: È morto il pittore S. M., in Paese sera, 3 febbr. 1972; F. Grasso, Morto a Roma S. M., in L’Ora, 4 febbr. 1972; V. Guzzi, Ricordo di M., in Il Tempo, 8 febbr. 1972; Roma, Accademia di belle arti: T. Mirabella, Le radici del realismo nella pittura di S. M., tesi di diploma, a.a. 1983-84, senza collocazione; Roderigo di Castiglia [P. Togliatti], Segnalazioni, in Rinascita, V (1948), p. 424; P. Consagra et al., Per una nostra «Segnalazione», ibid., pp. 469 s. (ora anche in P. Barocchi, Storia moderna dell’arte in Italia. Tra neorealismo ed anni Novanta, Torino 1992, pp. 79-81); M. De Micheli, S. M. (catal.), Roma 1954; F. Grasso, Artisti di Sicilia, Palermo 1969, pp. 90 s.; S. M. (catal.), a cura di F. Miele, Roma 1976; Neorealismo. Poetiche e polemiche, a cura di C. Milanini, Firenze 1980, p. 84; F. Grasso, Ottocento e Novecento in Sicilia, in Storia della Sicilia, X, Napoli 1981, p. 218; S. M. Mostra retrospettiva 1945-1973 (catal., Capo d’Orlando), a cura di F. Grasso, s.l. 1984; G. Frazzetto, Solitari come nuvole. Arte e artisti in Sicilia nel ’900, Catania 1988, pp. 163-180; L. Leonesi, Il romanzo del teatro di massa, Bologna 1989, p. 99; Sicilia: mito e realtà. Artisti siciliani nell’arte contemporanea (catal., Trapani), a cura di R. Bertoni, Bologna 1991, pp. 56-58; M.A. Fusco, La pittura del primo Novecento nel Meridione (1900-1945), in La pittura in Italia. Il Novecento/1 1900-1945, a cura di C. Pirovano, Milano 1992, I, p. 612; G. Barbera, ibid., II, p. 977; A. Barricelli, in L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani, II, Pittura, a cura di M.A. Spadaro, Palermo 1993, pp. 359 s.; L. Caramel, Arte in Italia 1945-1960, Milano 1994, p. 54; A. Negri, Il realismo. Dagli anni Trenta agli anni Ottanta, Roma-Bari 1994, pp. 108, 179 n. 51; Asta di arte moderna e contemporanea. Dipinti, disegni, sculture, grafica provenienti dalla raccolta del pittore S. M. ed altre committenze private (catal.), Prato 1995; La piazza del popolo, a cura di N. Pasero - A. Tinterri, Roma 1998, p. 80; S. M. tra realismo e astrattismo (catal.), a cura di F. Grasso, Palermo 2000; S. Palumbo, Renato Guttuso e la «scuola di Scilla», in Kalós. Arte in Sicilia, XII (2000), 3, pp. 37-39; Scilla. Storia, cultura, economia, a cura di F. Mazza, Soveria Mannelli 2002, pp. 220, 278; C. Salaris, La Quadriennale. Storia della rassegna d’arte italiana dagli anni Trenta ad oggi, Venezia 2004, p. 262; G. Marcianò, La «scuola di Scilla», in Calabria sconosciuta, XXVIII (2005), 106, pp. 47-50; C. Alaimo, Il sistema dell’arte a Palermo. Istituzioni pubbliche e gallerie private 1900-1970, Palermo 2006, p. 117; Il sentimento del tempo nei disegni di S. M. (catal.), a cura di E. Pagano, Bagheria 2006; D. Marro, Tre tempi, tre scritti. Pagine darrighiane di critica d’arte per S. M., Giuseppe Mazzullo, Giovanni Omiccioli, in Letteratura & arte, V (2007), pp. 111-127; S. M. Un artista fra i braccianti di Mezzano (catal., Mezzano), a cura di L. Martini, Roma 2007; H. Vollmer, Künstlerlexikon XX. Jahrhunderts, III, Leipzig 1956, p. 399; A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori …, III, Milano 1972, pp. 2052 s.

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