ROSARIO

Enciclopedia Italiana (1936)

ROSARIO

Innocenzo Taurisano

. È una preghiera in onore della Vergine Maria che consiste nella recita di centocinquanta Ave Maria, intercalate da varî Pater noster che li dividono in quindici decine, mentre con la mente si vanno meditando i principali misteri della Redenzione. L'essenza e il merito di questa preghiera sta nell'unire insieme l'orazione mentale e l'orazione vocale. Dopo la Messa e l'ufficio divino, il rosario è la preghiera più conosciuta e più usata dal popolo cattolico. I misteri sono costituiti da fatti della storia evangelica, e sono divisi in tre serie riguardanti il gaudio, il dolore, la gloria di Gesù e di Maria.

I misteri gaudiosi sono: L'Annuncio, la visitazione, la Nascita di Gesù, la Purificazione della vergine, il Ritrovamento di Gesù fra i dottori. I dolorosi: l'Agonia, la Flagellazione, la Coronazione di spine, il Viaggio al Calvario, la Crocifissione e morte. I gloriosi: la Resurrezione di Gesù, Ascensione al cielo, la Discesa dello Spirito Santo, l'Assunzione di Maria, la sua Incoronazione.

Origine. - Gli storici non sono concordi nell'attribuire a S. Domenico l'origine di questo modo di pregare: unico argomento che resti è un'antica tradizione, comune in tutta la Chiesa e ringiovanita progressivamente dai papi, che in circa 140 bolle affermano essere stato S. Domenico autore e propagatore del rosario e organizzatore delle confraternite. Questo argomento della tradizione manca invece a quelle opinioni che attribuiscono l'origine del rosario a S. Benedetto, al venerabile Beda, a Pietro l'Eremita. Il Beato Alano de la Roche (sec. XV), che nel passato fu ritenuto da taluni per l'inventore di questa devozione, oggi comunemente è considerato come il suo rinnovatore, poiché essa era caduta in disuso per le pestilenze e per lo scisma d'Occidente.

La pratica del rosario si diffuse rapidamente in tutto il mondo per mezzo delle confraternite mariane. Nel sec. XV per opera di Alano de la Roche e di Giacomo Spenger la pratica venne riportata agli antichi splendori dai quali era decaduta. I papi la favorirono arricchendola d'indulgenze, e S. Pio V in occasione della vittoria di Lepanto, nella prima domenica d'ottobre del 1571 istituì una festa del rosario, festa che Clemente XII estese a tutta la Chiesa. Nei tempi moderni il nome del rosario è legato ai due santuarî di Pompei e di Lourdes. Per opera di Leone XIII, presero immenso sviluppo la pia associazione del "Rosario perpetuo", i cui membri ogni mese a una determinata ora recitano il rosario, e quella del "Rosario vivente", i cui membri a gruppi di 15 ogni mese estraggono uno dei quindici misteri. Lo stesso Leone XIII in 22 documenti apostolici magnificò questa divozione e additò in essa un presidio per resistere ai mali dai quali è afflitta la Chiesa e in special modo ai tre mali che minano la società contemporanea: l'avversione alla vita modesta e operosa, l'orrore al patire, e l'oblio della vita futura (encicl. Magnae Dei Matris dell'8 settembre 1893).

Nella recita del rosario si usa comunemente, per contare le Avemaria e i Paternoster, una catenella a forma di coroncina ove sono fissati gruppi di dieci pallottoline minori, che servono per le Ave Maria, intercalati ognuno da una pallottolina maggiore, che serve per il Pater noster. Anche questa coroncina è chiamata, per metonimia, "rosario".

Strumenti analoghi si ritrovano anche fuori della Chiesa latina. I monaci greci hanno una cordicella con cento nodi (κομβολόγιον), che serve per contare le genuflessioni e i segni di croce; i musulmani hanno la sebḥah o tasbīḥ, nastro in cui sono infilate 33 o 66 o 99 pallot (oline (corrispondenti al numero degli epiteti di Dio), che ha anch'esso . scopo devozionale; simili oggetti sono in uso anche nell'Estremo Oriente, e già ai suoi tempi S. Francesco Saverio si meravigliò di trovarli usati comune mente dai buddhisti del Giappone.

L'arte non rimase indifferente di fronte a questa divozione eminentemente popolare e grandi artisti esercitarono il loro genio nel rappresentare la vergine del Rosario. Celebri, fra altri, i quadri del Sassoferrato nella chiesa di S. Sabina a Roma, del Guercino a Torino, la Festa del rosario del Dürer al museo di Vienna, la Madonna del rosario di Van Dyck a Palermo, la grandiosa Madonna del rosario del Tintoretto a Ferrara, La divozione del rosario di Paolo Veronese a Venezia, i quadri sul rosario del Moncalvo a Chieri, del Vasari in S. Maria Novella, del Murillo e del Cignani a Firenze, del Barocci a Senigallia.

Bibl.: Fondamentali gli articoli di H. Thurston, in Month, annate 1900-1903, 1908; L. De Feis, Origine della istituzione del Ss. Rosario (estratto dalla Rassegna nazionale), Firenze 1907; J. K. Schütz, Die Geschichte des Rosenkranzes, Paderborn 1909; L. Fanfani, De Rosario B. M. Virginis. Historia, legislatio, exercitia, Torino 1930; bibliografia più antica in Realencyklopädie für prot. Theol. und Kirche, XVII, 3ª ed., Lipsia 1906, pp. 144-150. Per le religioni non cristiane, cfr. Encyclopaedia of Religion and Ethics di J. Hastings, X, Edimburgo 1918, s. v. Rosary, pp. 847-56.