ARBUCKLE, Roscoe

Enciclopedia del Cinema (2003)

Arbuckle, Roscoe (detto Fatty)

Riccardo Martelli

Regista, sceneggiatore e attore statunitense, nato a Smith Center (Kansas) il 24 marzo 1887 e morto a New York il 29 giugno 1933. Fu uno degli esponenti più famosi del primo cinema muto americano: interpretò e diresse decine di comiche fondate sulla pura fisicità, a base di inseguimenti frenetici e di torte in faccia, ma girate con tecniche pionieristiche di ripresa e di montaggio. Nel 1921, però, la sua carriera, al culmine del successo, venne stroncata da un grave scandalo.

Debuttò sullo schermo nel 1909, come semplice comparsa. Quattro anni dopo fu ingaggiato da Mack Sennett della Keystone, allora il maggiore produttore di comiche del mondo. Nel giro di pochi mesi andò delineandosi, in una serie di brevi film, il personaggio di Fatty (il grassone), l'ingenuo dalla faccia a luna piena, in ruoli di poliziotto pasticcione o di marito ingannato; il favore incontrato da questi sommari cortometraggi convinse i produttori ad affidargliene anche la regia e la sceneggiatura. Mentre la loro lunghezza aumentava, la struttura andava arricchendosi, pur continuando a basarsi sull'improvvisazione e su personaggi fissi. Questi sistemi mutuati dalla commedia dell'arte erano tuttavia accompagnati da tecniche nuove, come le riprese rovesciate o fortemente accelerate, e da un montaggio che eliminava i tempi morti e dava alla narrazione un ritmo velocissimo. Come interprete, l'agilità e la destrezza straordinarie di un corpo di quelle dimensioni producevano nello spettatore una sensazione di irrealtà dal sicuro effetto comico. A ciò si affiancava una grande capacità di gestione degli attori: collaborarono felicemente con lui Charlie Chaplin e Harold Lloyd, mentre Buster Keaton fu addirittura una sua scoperta.

Nel 1917 fondò una propria casa di produzione, la Comique Film Corporation, e ottenne di conseguenza il completo controllo artistico sulle proprie opere: i mediometraggi da lui girati fino al 1919 con il suo nuovo primattore, Buster Keaton, ebbero un successo sempre crescente. Alla fine di quell'anno firmò con la Famous Players-Lasky Corporation un contratto di 20.000 dollari alla settimana, la retribuzione più alta ottenuta fino ad allora nel mondo del cinema, ma che comportò un minore controllo sulla qualità dei film e un ritmo di lavoro frenetico. Sopravvennero poi diversi scandali, dovuti alle sue intemperanze alcoliche e sessuali, che culminarono nel 1921 nel coinvolgimento in un processo per stupro e omicidio. Nonostante l'assoluzione, una violentissima campagna di stampa costrinse la produzione a licenziarlo. Da quel momento poté girare, sotto pseudonimo, soltanto documentari educativi. Il ricordo della sua tragica vicenda rimase a lungo nella memoria collettiva di Hollywood, fino a riemergere, a partire dagli anni Sessanta, in diversi saggi biografici e in un film di James Ivory, The wild party (1975; Party selvaggio).

Bibliografia

L. Guild, The Fatty Arbuckle case, New York 1962.

D.A. Yallop, The day the laughter stopped: the true story of Fatty Arbuckle, New York 1976 (trad. it. Napoli 1986).

A. Edmonds, Frame-up! The untold story of Roscoe "Fatty" Arbuckle, New York 1991.

S. Oderman, Roscoe "Fatty" Arbuckle: a biography of the silent film comedian, 1887-1933, Jefferson (NC) 1994.

R. Young, Roscoe "Fatty" Arbuckle: a bio-bibliography, Westport (CT) 1994.

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