Rosmini

Enciclopedia Dantesca (1970)

RosminiSerbati, Antonio

Maria A. Raschini

Serbati Il filosofo roveretano (1797-1855) arricchì sovente le sue opere filosofiche, teologiche e politiche con vari riferimenti e citazioni dantesche, pertinenti e spesso originalmente utilizzate; tuttavia il suo peso nella letteratura dantesca va cercato in un interesse preciso che qualifica il suo atteggiamento nei confronti di D., e di cui restano testimonianza alcuni progetti di lavoro giovanili.

Una prima lettera del R. a don Bartolomeo Scrinzi - recensione a Secoli di letteratura di G.B. Corniani (Brescia 1804-13, voll. 9) -, enunciando la stretta connessione, in D., tra pensiero politico e pensiero morale, già preannuncia i criteri interpretativi che si preciseranno posteriormente. Del 1821 è infatti la Lettera sul primo canto di D. (pubblicata da A. Dominicis, in " Rivista Rosminiata " III [1966]), dove si afferma che il canto è proemio e chiave del poema e ne condiziona la comprensione totale; e che l'argomento del poema stesso è essenzialmente morale - nel senso pregnantissimo, rosminiano, per cui l'essere morale è il momento normativo dell'intero piano dell'esistenza - onde la Commedia offre all'individuo, come alla società familiare e politica, una scienza normativa dispiegata e di saldo fondamento.

Nelle Brevissime annotazioni sopra D.A. (pubblicate dal Dominicis, cit., ibid.) si propugna inoltre il criterio esegetico di ‛ spiegare Dante con Dante ' che, sviluppato e svolto, avrebbe potuto anticipare e fecondare interpretazioni che si sono successivamente avanzate.

Questi primi scritti diedero incremento a uno studio rosminiano (rimasto in abbozzo in un fascicolo manoscritto, e pubblicato da P. Perez nella raccolta degli scritti letterari del R., col titolo Della dottrina politica di D., Intra 1870-1873, 2 voll.), per il quale le dottrine politiche della Monarchia spiegano numerosissimi passi della Commedia con valore estensibile a tutto il poema; esso sfocia nella tesi che a D. si debbono far risalire le vere origini della scienza politica italiana. Analogamente si può, secondo il R., condurre un'interpretazione, sulla guida del De vulg. Eloq., per approfondire la funzione politica dell'unità della lingua. Facendo leva sulla passione politica di D., il R. vi vede l'impegno di una lotta per il bene politico contro determinati mali politici, e, senza ridurre l'intero poema a questo solo intento, egli trova nella politica dantesca il compimento storico dell'etica e nella morale il fondamento della politica.

Bibl. - C. Bergamaschi, Bibliografia rosminiana, Milano 1967, 2 voll.; ID., Bibliografia degli scritti editi di A.R., ibid. 1970, 2 voll. Per i rapporti tra R. e D.: N. Tommaseo, Ritratto, in " Rivista Contemporanea " III (1855) e IV (1856); ID., A.R., a c. di C. Curto, Milano-Domodossola 1958, 15-16; P. Bellezza, Idee di D. e del R. sul Galateo, Milano 1890; F. X. Kraus, Studi danteschi di A. R., in Per A. R. nel Iº Centenario della sua nascita, II, ibid. 1897, 489; T. Chiovenda, Ancora di D. e R., in " Rivista Rosminiana " XXVIII (1934); V. Vettori, A. R. e la tradizione dantesca del Risorgimento, in Atti del Convegno di Torino (22-24 agosto 1961): Il pensiero di A.R. e il Risorgimento, in " Rivista Rosminiana " LVI (1962) 333-335; A. Dominicis, Il giovane R. e la critica dantesca, ibid. LX (1966) 161-177.

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