ROUEN

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1999)

ROUEN

M. Baylé

(celtico Ratumacos, Ratumagus; lat. Rotomagus)

Città della Francia settentrionale, situata sulla Senna, capoluogo del dip. Seine-Maritime.Capitale dei Veliocassi in epoca gallica, venne eretta dall'imperatore Diocleziano (284-305) a capoluogo della provincia Lugdunensis II, il cui territorio, dopo che la Turenna ne fu staccata al tempo dell'imperatore Graziano (375-383), corrispondeva all'incirca all'od. Normandia. Successivamente R. divenne capitale del ducato di Normandia con il capo vichingo Rollone (m. nel 931). La città beneficiava della posizione di porto sulla Senna, sul tracciato di strade che portavano a Lillebonne, Amiens, Boulogne-sur-Mer, Beauvais e Parigi.Rimangono in parte oscuri gli inizi del cristianesimo, la cui introduzione a R. è tradizionalmente attribuita a s. Mallone verso la metà del sec. 3°; il vescovo Avitianus risulta aver partecipato al concilio di Arles del 314, ma i primi elementi certi datano da s. Vittricio (ca. 330-409/415): alla sua epoca risale una cattedrale, situata al centro della città, intorno alla quale si organizzò un complesso episcopale le cui vestigia sono state recentemente riportate alla luce da scavi. Il sito di Saint-Gervais era occupato da una basilica cimiteriale.Il periodo franco è contraddistinto dal crescente ruolo del vescovo e in particolare da alcune forti personalità, come s. Romano (m. nel 639) e soprattutto s. Audoeno (ca. 600-684), già consigliere del re franco Dagoberto I (629-639), l'iniziativa del quale fu essenziale sia per lo sviluppo della Chiesa di R. sia per la fondazione di diversi monasteri normanni (abbazia di Jumièges, Saint-Wandrille a Saint-Wandrille-Rançon). Si svilupparono le basiliche funerarie di Saint-Gervais, Saint-Godard e Saint-Pierre (poi denominata Saint-Ouen).Malgrado la città ricoprisse un ruolo secondario nel vasto impero carolingio, nei secc. 8° e 9° essa sembra aver goduto di una reale prosperità, attestata recentemente da una serie di campagne di scavo che hanno interessato tanto il complesso episcopale quanto l'insediamento. Questa fase di prosperità fu interrotta dalle invasioni scandinave: dopo una prima incursione che nell'841 distrusse la città e i monasteri della Bassa Senna, le aggressioni si succedettero regolarmente; i religiosi si diedero alla fuga, recando con sé le reliquie dei grandi santi di Rouen. Gli scavi confermano il peso dei danni materiali cui fanno cenno le fonti, in particolare l'incendio dell'841 che investì il complesso episcopale.Si dovette attendere la cessione di alcuni territori della regione (911) da parte del re di Francia Carlo III il Semplice al capo vichingo Rollone perché si ripristinasse una sia pur molto relativa tranquillità. Questa situazione consentì di dare avvio a un certo numero di restauri e di ricostruzioni nella città, che continuò a essere capitale del ducato, anche se il duca spostava di volta in volta la propria sede tra le sue varie residenze. Rollone I, duca di Normandia, e il figlio, Guglielmo Lungaspada (927-943), si fecero inumare nella cattedrale di Rouen. La Vieille Tour, uno dei primi masti in pietra, venne innalzata dal duca Riccardo I Senzapaura (m. nel 996) o da Riccardo II il Buono (m. nel 1027). Cominciò a svilupparsi il commercio, caratterizzato da costanti rapporti con l'Inghilterra e la Scandinavia, e, tra le attività importanti, la coniazione di monete. Le liste episcopali non mostrano interruzioni e il ruolo dell'arcivescovo risultò decisivo per il rinnovamento religioso; è opportuno in proposito sottolineare la presenza di alcune forti personalità, come gli arcivescovi Roberto di Evreux (989-1037) e Maurilio (m. nel 1067), designato nel 1055 da Guglielmo I il Conquistatore (1066-1087).Durante il sec. 11° vennero ricostruiti la cattedrale, il Saint-Gervais, il Saint-Ouen, il priorato di Saint-Paul e un gran numero di edifici, oggi scomparsi, come l'abbazia della Trinité-du-Mont - edificata prima del 1031, poi ricostruita agli inizi del sec. 12°, il cui abate Isembert raccolse attorno a sé una pleiade di colti religiosi e artisti -, Notre-Dame-la-Ronde e diverse chiese parrocchiali (Farin, 17312). È certo che la scomparsa della maggior parte delle costruzioni romaniche impedisce di valutare l'importanza di R. quale centro artistico creatore di nuove forme architettoniche: solamente le vestigia della cattedrale e l'abbaziale di Saint-Georges a Saint-Martin-de-Boscherville, costruita da maestranze di R., testimoniano la qualità dell'architettura locale.La città mantenne il ruolo di centro amministrativo e religioso, anche se, a partire da Guglielmo il Conquistatore, i duchi non sempre vi risiedettero. Dal sec. 3° al 12° R. rimase racchiusa in una cinta muraria quadrangolare dotata di sei porte; verso la fine del sec. 12°, in seguito allo sviluppo di un borgo suburbano, si rese tuttavia necessaria la costruzione di una nuova cinta urbica, sebbene rimanessero comunque extramuranee le parrocchiali di Saint-André, Saint-Hilaire, Saint-Paul (antico priorato dipendente dall'abbazia femminile di Montivilliers) e Saint-Sever. Una ricca documentazione archivistica, ancora non completamente indagata, descrive dettagliatamente il processo di parcellazione subìto dalla città fra il 13° e il 15° secolo.Connesso alle attività commerciali nel sec. 11° si sviluppò un vasto quartiere ebraico, certamente presente già in epoca anteriore, tra Saint-Lô e l'od. rue du Gros Horloge. Malgrado la riconquista della Normandia da parte della Francia nel 1204, il commercio in direzione dell'Inghilterra attraverso la Senna continuò a essere fiorente: la locale industria tessile ebbe un notevole sviluppo e si avviarono relazioni con le fiere della Champagne e con i mercanti italiani. L'emergere di una nuova classe dominante patrizia è testimoniato da belle dimore in pietra, documentate da scavi, ma nello stesso tempo continuava l'ampio uso del legno in campo edilizio, che favoriva il propagarsi degli incendi.In campo religioso il tratto saliente del sec. 13° è dato dall'insediamento di Ordini mendicanti: verso il 1221 i Frati Predicatori, stabilitisi nel 1247 intra muros nei pressi della porta Cauchoise, e verso il 1228 i Frati Minori, insediatisi poco dopo nell'antica chiesa parrocchiale di Saint-Clément, ben presto ricostruita nell'area del mastio. Sempre nel sec. 13° si situa l'episcopato di Eudes Rigaud (1248-1275), che fu ottimo amministratore; il suo Regestrum visitationum costituisce una fonte di informazioni storiche e archeologiche di primaria importanza.La gestione degli affari urbani, la concentrazione del potere nelle mani di un ristretto gruppo di notabili e la crescita demografica portarono spesso a disordini, in particolare tra il 1280 e il 1320, e a rapporti talvolta difficili tra la Corona e il Comune di R.; la costituzione del 1321 fu promulgata dal re di Francia Filippo V il Lungo (1317-1322) per porre rimedio a tale situazione.Durante la guerra dei Cento anni (1338-1453), il passaggio delle armate di Edoardo III nel 1346 e i saccheggi compiuti tra il 1355 e il 1364 dai sostenitori di Carlo II re di Navarra e del suo alleato duca di Lancaster danneggiarono sia i dintorni di R. sia le sue attività economiche. Nel 1346 il re di Francia Filippo VI di Valois decise di cintare la città e di restaurare le fortificazioni. Nei secc. 14° e 15° la vita economica di R. conobbe momenti difficili, condizionata dalle vicende belliche, ma l'industria tessile continuò tuttavia a rimanere attiva, mentre si andavano sviluppando i cantieri navali: R. conservò sempre il ruolo di porto per eccellenza per l'esportazione dei vini del bacino di Parigi, facendo concorrenza a Parigi stessa. L'imposizione fiscale troppo onerosa fu all'origine di numerose rivolte, in particolare quelle del 1382.La città altomedievale è nota solo parzialmente, ma recenti scavi hanno consentito di individuarne meglio la storia monumentale. Al castrum gallo-romano e all'antico impianto si sostituì una sistemazione a scacchiera, con un asse N-S (od. rue Grand Pont, rue des Carmes) e un asse O-E (od. rue du Gros Horloge), molto probabilmente di origine carolingia piuttosto che antica: per quanto noto, il tracciato attualmente conosciuto costituisce il risultato di un mutamento che si affermò nella riorganizzazione viaria del sec. 10°, dopo il 911, e che corrispondeva a una più generale tendenza del tempo, ben esemplificata dalla risistemazione dell'impianto urbanistico di Winchester e di York secondo analoghe modalità.A partire dalla fine del sec. 3° o dagli inizi del 4°, la città venne circondata da possenti mura difensive; alcuni elementi dei bastioni gallo-romani sono stati identificati nei pressi dell'od. place des Carmes e dalla Poterne sino all'od. rue aux Ours. La cinta muraria, nella quale si aprivano sei porte, non subì grandi cambiamenti fino al sec. 12°, ma venne dotata di diversi elementi di rinforzo. L'antico palazzo dei duchi sembra fosse, al tempo di Riccardo I, un vero e proprio mastio, uno dei primi conosciuti; la popolazione era insediata oltre le mura, in suburbia che si svilupparono considerevolmente a partire dall'11° secolo. Le fortificazioni del sec. 12°, impiantate dal re di Francia Enrico I (1031-1060), vennero distrutte nel 1204 e la cinta ricostruita nel sec. 13°, a O lungo l'antico tracciato e a E secondo una disposizione che non è ancora sufficientemente conosciuta. Le fortificazioni costruite in occasione della guerra dei Cento anni, prima da Filippo VI, poi per ordine di Enrico V d'Inghilterra (1413-1422), inglobarono i quartieri orientali.L'opinione (Lanfry, 1956) secondo la quale la cattedrale dell'epoca di s. Vittricio si trovava sin dall'origine nel centro della città è stata confermata da indagini archeologiche (Le Maho, 1994). Sebbene non sia possibile ricostruire l'architettura della basilica paleocristiana che si ergeva sul sito della navata dell'od. cattedrale di Notre-Dame, è stata ritrovata, in occasione di scavi condotti sul fianco settentrionale dell'edificio medievale, la chiesa nord di un importante complesso: ampia basilica a tre navate dedicata a s. Stefano, essa comprendeva a partire dal sec. 8° una struttura circolare posizionata al centro della navata centrale - forse un ciborium (Le Maho, 1994), ma non è totalmente escluso potesse trattarsi di un battistero - e una recinzione presbiteriale scolpita con decorazioni a intreccio e motivi zoomorfi, risalente alla fine del sec. 8° o al 9°; coerentemente con le tendenze dell'epoca, in età carolingia venne aggiunto un Westbau, rimaneggiato dopo l'incendio appiccato dai Vichinghi nell'841. Nella città un massiccio portico è parimenti attestato dagli scavi nel Saint-Lô.La storia architettonica della cattedrale di Notre-Dame anteriormente al sec. 10° non è nota: basi di colonne preromaniche sono state ritrovate, su una pavimentazione che può risalire all'epoca paleocristiana, sotto l'ultima campata della navata, corrispondente, secondo la tradizione, all'area in cui sorgeva la chiesa precedente alla cattedrale romanica. Questa fu eretta a partire dalla fine del sec. 10° per volere di Riccardo I e di suo figlio, l'arcivescovo Roberto di Evreux. Malgrado recenti controversie, non sembra sia necessario distinguere le costruzioni del primo - attestate nel De moribus et actis primorum Normanniae ducum del cronista normanno Dudone (ca. 960-1026), canonico di Saint-Quentin - rispetto a quelle del secondo, in quanto i lavori poterono avere inizio tra il 989, data di accesso al seggio vescovile di Roberto di Evreux, e il 996, anno di morte del sovrano; l'abside fu completata prima del 1037 dall'arcivescovo. Dopo un'interruzione connessa all'episcopato di Mauger, figlio di Riccardo II, e ai disordini derivanti dal problema della minore età del duca Guglielmo I, i lavori ripresero dopo il 1055 e la cattedrale venne dedicata nel 1063; in questo periodo furono portati a termine il transetto e la navata. L'edificio fu interamente ricostruito dopo l'incendio del 1200, ma gli scavi (Lanfry, 1956) hanno portato alla luce le sottostrutture dell'abside (antecedenti al 1037) e un vasto deambulatorio coperto a volta con cappelle radiali intorno a un emiciclo centrale, che in un primo tempo doveva prolungare l'abside paleocristiana o preromanica. I particolari di tecnica e di modanatura presentano analogie con l'architettura del Saint-Etienne a Nevers e di Notre-Dame a Chartres, mentre quanto rimane della decorazione scultorea è raffrontabile a motivi a foglia di acanto diffusi nel primo terzo del sec. 11° sia in Normandia sia nell'area della Loira. La navata romanica doveva essere costituita da un sistema alternato di sostegni, da tribune e forse da archi diaframma; alcuni capitelli da qui provenienti attestano legami con la decorazione plastica della cripta della cattedrale di Notre-Dame a Bayeux e del Saint-Pierre a Thaon, degli anni 1050-1060. Campagne di ricostruzione poterono essere avviate nel sec. 12°, ma di questo periodo sussistono soltanto una parte del basamento della facciata, i due portali laterali (1180 ca.), elementi del corpo occidentale nelle campate ovest della navata e la Tour Saint-Romain (ca. 1140-1160), i due primi livelli della quale si collocano nel primo passaggio tra Romanico e Gotico. La sala bassa è coperta da una volta ogivale ottagona ancora pesante e la decorazione scultorea attesta legami con altre botteghe normanne, come per es. quelle attive nella cappella del priorato di Saint-Julien a Petit-Quevilly o a Beauvais; la sala alta, coperta da una volta similare, ma più fine nella modanatura, resta legata allo stile della regione di Beauvais e in parte dell'Ile-de-France.La cronologia e le caratteristiche delle diverse campagne edilizie che interessarono la cattedrale gotica continuano a essere assai controverse, in quanto le opinioni in merito (Lanfry, 1956; Grant, 1989) divergono considerevolmente. La cattedrale è costituita da un'ampia navata affiancata da navatelle con cappelle laterali, da un transetto sporgente con deambulatorio, sui bracci del quale si aprono grandi cappelle orientali, e da un coro a cinque campate, dotato di un deambulatorio con cappelle radiali (il prolungamento della cappella centrale assiale risale a un momento più tardo). Il coro, iniziato assai presto, doveva essere già utilizzabile nel 1206, poiché vi fu consacrato il nuovo vescovo di Bayeux; esso doveva essere già completato, insieme al transetto e alle campate orientali del corpo longitudinale, verso il 1237, data della consacrazione da parte dell'arcivescovo Pierre de Colmieu (1236-1244). Gli architetti che si sono succeduti nell'opera, Jean d'Andeli, Enguerrand e Durand, sono chiaramente elencati nelle fonti. L'articolazione verticale della navata presenta al di sopra di grandi arcate un livello di false tribune, un triforio a galleria e alte finestre; si tratta di una partizione variamente interpretata come segno di originalità dell'architetto oppure come conseguenza della decisione di costruire tribune analoghe a quelle della collegiata di Notre-Dame-et-Saint-Laurent a Eu. Il coro è articolato diversamente, con uno sviluppo verticale tripartito e un muro sottile che denuncia influenze di Chartres e della valle dell'Aisne.A questo edificio dell'età 'classica' del Gotico vennero aggiunte le superbe facciate del transetto, erette a partire dal 1280 per volere dell'arcivescovo Guillaume I de Flavacourt (1278-1306) in stile gotico rayonnant: i rosoni e le ghimberghe traforate dei portali sono una filiazione delle creazioni del transetto della cattedrale di Notre-Dame a Parigi; la facciata del braccio nord, meno restaurata di quella del braccio sud, è un gioiello di quest'architettura, al pari della plastica architettonica della controfacciata.Ulteriori interventi si ebbero nel sec. 14°, con la ricostruzione nel 1302 della cappella assiale, dedicata alla Vergine, su una pianta più ampia e con l'apertura nel 1370 dell'enorme rosone nella facciata occidentale. Dopo un'interruzione dovuta alla guerra dei Cento anni, i lavori ripresero con il coronamento della Tour Saint-Romain e, successivamente, con la costruzione della celebre Tour de Beurre, la cui prima pietra venne posta nel 1485.La decorazione scultorea della cattedrale di Notre-Dame è assai ricca: i due portali laterali della facciata, di Saint-Jean e Saint-Etienne, datano al 1180 ca., a eccezione dei timpani sostituiti nel 13° secolo. I portali del transetto sono decorati da sculture del sec. 14°: le strombature del portale della Calende, situato nel braccio sud, presentano bassorilievi di piccole dimensioni che illustrano temi biblici, mentre il timpano è dedicato alla Passione e la ghimberga all'Incoronazione della Vergine; il portale dei Libraires, collocato nel braccio nord, mostra invece strombature con medaglioni quadrilobati, raffiguranti scene della Creazione e immagini tratte dal bestiario, archivolti con statue di apostoli, martiri e vescovi, mentre nel timpano, non terminato, si trova un Giudizio universale. Gli interventi che interessarono la facciata nei secc. 14° e 15° portarono all'elaborazione di un vasto programma decorativo scolpito, comprendente un gran numero di statue e disposto a schermo nei livelli superiori.All'interno della cattedrale si conservano alcune sepolture medievali, nella maggior parte dei casi molto restaurate, come quelle di Rollone (copia moderna di una statua antica) e di Guglielmo Lungaspada, del re d'Inghilterra Riccardo I Cuor di Leone (m. nel 1199) e del fratello Enrico il Giovane (m. nel 1183), nonché la figura giacente dell'arcivescovo di R. Ugo di Amiens (m. nel 1164) nel deambulatorio, tutte datate al 13° secolo.Notevoli sono le vetrate duecentesche nel deambulatorio, raffiguranti la Leggenda di s. Giuliano l'Ospedaliere, le Storie di Giuseppe, la Passione, come pure quelle trecentesche nella cappella della Vergine, con immagini di ventiquattro arcivescovi di R. venerati come santi, e quelle nel braccio sud del transetto con la Pentecoste.La residenza vescovile, comunicante con la cattedrale attraverso un corridoio, conserva una sala sotterranea a volta del sec. 12°, mentre della ricostruzione attuata da Guillaume de Flavacourt nel sec. 13° sussistono una torre di guardia, una finestratura e alcune zoccolature della Sala degli Stati.L'abbazia di Saint-Ouen, di fondazione merovingia e originariamente dedicata a s. Pietro, venne successivamente intitolata a s. Audoeno, sepolto nella chiesa abbaziale nel 7° secolo. Nell'841 un'incursione vichinga devastò il monastero e nel sec. 11° l'abate Nicola di Normandia costruì un nuovo edificio: sicuramente completata verso la fine del secolo, l'abbaziale romanica venne dedicata nel 1126, ma non ne sussiste che l'absidiola sormontata da un piano, che apre sul braccio nord, chiamata Tour aux Clercs. La ricostruzione gotica procedette con lentezza: iniziata poco prima del 1318, fu rallentata dalla guerra dei Cento anni; l'edificio venne completato solo nel sec. 16°, con l'eccezione della facciata, che si presenta attualmente come un pastiche goticheggiante. In pianta, il coro a tre campate è circondato da un deambulatorio con cappelle radiali e cappelle laterali, un transetto sporgente - di cui la pianta della campata nord e la cappella orientata ricordano la struttura dell'abbaziale romanica - e una navata molto lunga a dieci campate. Malgrado le vicissitudini della sua storia architettonica, la chiesa presenta una certa omogeneità di articolazione, con uno sviluppo verticale a tre livelli e volte ogivali; le alte aperture e il triforio traforato fanno penetrare la luce in abbondanza. L'abside è sostenuta da doppi archi rampanti sovrapposti; il transetto, concepito con due facciate in stile gotico rayonnant, è completato a S dal portico dei Marmousets, a due livelli, coperto all'interno da volte a chiavi pendenti. La torre della crociera comprende due livelli su pianta quadrata, il primo del sec. 14° e il secondo del 15°, con trafori flamboyants nelle aperture, e si conclude con due piani ottagonali nel medesimo stile. Per quanto concerne la scultura, il timpano del portale dei Marmousets, consacrato alla Dormizione, all'Assunzione e all'Incoronazione della Vergine, risale alla fine del sec. 14°; la chiesa abbaziale conserva splendide vetrate della medesima epoca.Situata all'esterno della prima cinta di R., l'od. chiesa di Saint-Maclou venne edificata tra il 1436 e il 1520 su progetto dell'architetto parigino Pierre Robin, capomastro del re, in un'area in cui, dopo il sec. 10°, si erano succeduti vari edifici religiosi.L'antica chiesa di Saint-Gervais (riedificata in stile neoromanico nel sec. 19°), situata presso una necropoli altomedievale, fu ricostruita intorno al 1040 come priorato dipendente dall'abbazia della Trinité a Fécamp. Di questa fase si conservano le vestigia dietro l'od. sagrestia: un'alta abside poligonale ornata da colonne con capitelli scolpiti, innalzata sopra una cripta preromanica che fungeva da basamento, risalente non al tempo di s. Mallone, ma piuttosto all'età carolingia o alla fine del 10° secolo.Il priorato di Saint-Paul, situato all'esterno dell'antica cinta urbica, conserva della fase medievale soltanto la terminazione orientale a cappelle scalari, costruita verso il 1070-1080, rimaneggiata e coperta da volte ogivali verso il 1130, con funzioni di sagrestia a una limitrofa chiesa del sec. 19°; la decorazione con arcatelle dotate di piccoli capitelli è simile a quella delle chiese della Bassa Senna, mentre le crociere ogivali quadripartite, aggiunte in un secondo tempo, sono affini a quelle, restituibili, della sala capitolare dell'abbazia di Notre-Dame a Jumièges; un capitello istoriato raffigurante l'Adorazione dei Magi, databile alla medesima epoca, documenta la presenza di una bottega connessa agli scultori della zona di Beauvais e dell'Ile-de-France.Nel corso di lavori effettuati nel 1976 nel cortile del palazzo di Giustizia sono stati portati alla luce i resti di una costruzione rettangolare a due piani con scala a chiocciola in un angolo e portico laterale; l'apparecchiatura, i contrafforti affiancati da colonne, le modanature e la decorazione delle basi provano che era stata costruita dalle maestranze di Saint-Georges a Saint-Martin-de-Boscherville poco prima di questa chiesa, verso il 1100-1110: doveva trattarsi di maestranze allora molto attive a R., dove numerosi edifici risalgono a questo periodo. Le caratteristiche architettoniche della costruzione corrispondono a quelle delle dimore civili del territorio anglonormanno, ma un'iscrizione che fa allusione al tempio di Salomone e diversi documenti d'archivio indicano che doveva trattarsi della sinagoga romanica, anteriore all'edificio gotico tradizionalmente considerato come tale.

Miniatura

I manoscritti normanni dell'Alto Medioevo sono pressoché ignoti a causa delle razzie vichinghe. Gli scriptoria della Normandia furono molto attivi sin dall'inizio del sec. 11° e a R., durante tutto il Medioevo ma specie nel corso dei secc. 11° e 12°, lo scriptorium di Saint-Ouen produsse un'impressionante quantità di volumi, in parallelo con l'attività degli scribi dell'abbazia di Mont-Saint-Michel e di Fécamp. Verso la fine del sec. 11° si definì nella miniatura uno stile tipico dell'abbazia di Saint-Ouen, i cui prodotti si diffusero nell'intero mondo anglonormanno, poiché se ne trovavano tanto in Saint-Etienne a Calais quanto a Bayeux e nella cattedrale di Durham. A quest'ultima il suo vescovo Guglielmo di St Calais fece dono di una serie di bellissimi libri miniati, tra i quali quelli del Capitolo di Bayeux (Caen, Arch. Dép. du Calvados, 57; 58), una grande Bibbia (Durham, Dean and Chapter Lib., A.II.4) - tra i vertici della miniatura normanna, il cui stile ebbe anche influenza sulle sculture e sugli avori - e altri esemplari (Rouen, Bibl. Mun., 467; Roma, BAV, Reg. lat. 291).Tra i codici della Bibl. Mun. di R., oltre a quelli provenienti da Saint-Ouen, si conserva un importante fondo di manoscritti provenienti dalle abbazie normanne: da Jumièges per es. la Bibbia del 1080 ca. (Rouen, Bibl. Mun., 8); da Fécamp alcuni esemplari (Rouen, Bibl. Mun., 7; 445), che per la maggior parte risalgono al periodo di produzione più fulgido dello scriptorium; da Saint-Evroult (od. Saint-Evroult-Notre-Dame-du-Bois) l'insieme del fondo, con manoscritti tra i quali un codice contenente i Gesta Normannorum ducum di Guglielmo di Jumièges (Rouen, Bibl. Mun., 1174), completati da Orderico Vitale (1075-post 1142), e diversi libri miniati nello stile grafico peculiare di questo scriptorium. Si conservano inoltre due celebri manoscritti anglosassoni magnificamente illustrati da miniature a piena pagina e da incorniciature nello stile della c.d. scuola di Winchester. Il primo è il Benedizionale dell'arcivescovo Roberto (Rouen, Bibl. Mun., 369, già Y. 7), realizzato a Winchester intorno al 980 - forse per lo stesso vescovo di Winchester Ethelwold (963-984) - e verosimilmente donato a R. da Roberto di Jumièges, ovvero Roberto Champart, vescovo di Londra (1044-1051) e arcivescovo di Canterbury (1051-1052); alcuni studiosi hanno tuttavia suggerito che l'arcivescovo Roberto, menzionato in un antico elenco di libri, sia piuttosto l'arcivescovo di R., Roberto di Evreux. Il secondo manoscritto è il Sacramentario, detto anche 'messale', di Roberto di Jumièges (Rouen, Bibl. Mun., 274, già Y. 6), databile verso il 1020, da lui donato tra il 1044 e il 1051 all'abbazia della quale era stato abate a partire dal 1037.Rispetto alla fase romanica, la miniatura gotica, dominata nel sec. 13° dalle botteghe parigine, ebbe una certa flessione, ma in compenso risulta assai rilevante a R. la produzione trecentesca, con lo sviluppo di libri profani, come le Chroniques de Normandie (Rouen, Bibl. Mun., 1233, già Y. 26).Indipendentemente dalla specifica produzione di R., la miniatura duecentesca della regione è ben rappresentata dal fondo di manoscritti provenienti dall'abbazia di Jumièges, tra i quali una grande Bibbia (Rouen, Bibl. Mun., 11, già A. 69), riccamente ornata, e un salterio (Rouen, Bibl. Mun., 56, già A. 347). Parimenti molto attiva fu, durante i secc. 13° e 14°, l'attività di copiatura di testi canonici, nei quali è dato trovare miniature di grande qualità, come per es. in un manoscritto contenente la Summa super rubricis decretalium (Rouen, Bibl. Mun., 757, già E. 2) di Goffredo da Trani (m. nel 1245), risalente al 14° secolo.

Musei e Collezioni

Il Mus. des Antiquités conserva opere di oreficeria dell'Alto Medioevo provenienti da scavi diversi, pastorali abbaziali normanni e smalti limosini, insieme ad avori romanici e gotici e a esempi di statuaria medievale, nonché un importante fondo lapidario, alabastri della fine del Medioevo ed elementi di tavole lignee scolpite provenienti da abitazioni di Rouen.

Bibl.: Fonti. - Dudone di Saint-Quintin, De moribus et actis primorum Normanniae ducum, a cura di J. Lair, Mémoires de la Société des antiquaires de Normandie 23, 1865, pp. 115-301; Regestrum visitationum archiepiscopi Rothomagensis (1248-1269), a cura di T. Bonnin, Rouen 1852; Le Père Noël Taillepied, Description des antiquitez et singularitez de la ville de Rouen, Rouen 1587; Dom F. Pommeraye, Histoire des archevesques de Rouen, Rouen 1667; Histoire de la cathédrale de Rouen, Rouen 1686; F. Farin, Histoire de la ville de Rouen, Rouen 17312; A. Floquet, Histoire du Parlement de Normandie, 7 voll., Rouen 1842; J. Le Lieur, Le Livre des Fontaines de Rouen, Rouen 1911.

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