ROVASENDA

Enciclopedia Italiana (1936)

ROVASENDA (Roasenda)

Giuseppe Gabetti

Castello feudale, che risale, pare, al sec. XI: fu ampliato nel 1460 con l'aggiunta della torre tuttora esistente. Sorge nel comune omonimo, in località degli antichi Campi Raudii, in provincia di Vercelli e fu residenza feudale dei conti di Rovasenda, d'antichissima nobiltà piemontese.

Secondo autorevoli studiosi, i Rovasenda si riallaccerebbero, attraverso i signori di Biandra, ad Aimone di Vercelli, morto nel 977. Alberto, Guglielmo, Albertino, Robaldo di R. sono menzionati in documenti varî dei secoli XII e XIII.

Il feudo comprendeva "le terre e ville di Balocco, la Bastia, Monformoso, San Marco, Cascine San Giacomo, Massazza, Castelletto, Lenta, Ferracano, Roasio, Ghislarengo e altri luoghi al di là del fiume Po" e fu confermato da Federico Barbarossa all'assedio di Tortona, con diploma 1° marzo 1155 a Bonifacio e Giovanni di Biandrio, progenitori appunto dei R.: la giurisdizione feudale era amplissima, "cum potestate gladii" e con facoltà di battere moneta.

Nel sec. XIV Giovanni di R. fu capo del partito guelfo nei territorî di Leuta e della Riparia superiore (dove la eata Dorotea di R. fondò in quell'epoca un monastero benedettino). Imparentata coi Visconti, la famiglia ne seguì dapprima le parti; poi, nel 1355, in seguito a rottura con Galeazzotto, si confederò con i marchesi di Monferrato. Coinvolta nelle lotte fra i Monferrato e i Savoia, ebbe il castello assediato da Amedeo VIII: trattative, svolte per il tramite di Ugo von Hvorst, legato dell'imperatore Sigismondo presso il conte di Savoia, condussero infine a un accordo: con atto rogato in data 14 luglio 1413 i R. consegnarono castello e località al conte Amedeo, il quale li restituì ai R. in feudo. La signoria dei R. finì così sotto l'alto dominio dei Savoia. Fra i personaggi che illustrarono la famiglia nelle età successive, basti ricordare qui i seguenti: nel sec. XV Giacomo, primo segretario di stato del duca Filiberto il Bello, della duchessa Violante e infine del duca Carlo il Buono, che l'inviò ambasciatore presso il re di Francia Carlo VIII; nel sec. XVI, Pietro, segretario di segreto di Carlo V; Paolo, vescovo di Anversa e poi cardinale e nunzio in Spagna; Antonio, paggio di Carlo V e poi generale negli eserciti imperiali nelle guerre d'Italia e d'Ungheria, ambasciatore del duca Carlo di Savoia, liberatore d'Ivrea dall'assedio dei Francesi, goveratore di Nizza, commissario generale dei Savoia per il Piemonte, membro del consiglio segreto ducale; nel sec. XVII Riccardo Cesare, primo presidente del senato di Nizza all'atto della sua costituzione (1614); Ludovico, senatore ducale e presidente del consiglio di leggi a Torino; Maurizio, cardinale; Galeazzo, ambasciatore presso Filippo IV di Spagna a Urbano VIII; nel sec. XVIII, Annibale, cultore di studî umanistici e poeta.

Alla sala R. nel museo di paleologia e paleontologia di Torino è legato il nome di Luigi di R., reputato geologo (1826-1917); e alla grande collezione di viti di Verzuolo - la più grande che mai sia esistita in Italia, ora aggregata alla R. Scuola di Enologia di Alba - il nome di Giuseppe di R., fratello di Luigi, valente enologo, autore anche di un interessante saggio di un'ampelografia universale (Torino 1877).

Fra i viventi, il conte Alessandro di R., già per molte legislature deputato al parlamento, è senatore del regno.

Bibl.: F. A. Della Chiesa, Breve descrittione della famiglia e castello di Rovasenda, Vercelli 1651; F. Guasco, Dizionario feudale degli antichi stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1909; F. Gabotto, Asti e il Piemonte al tempo di Carlo d'Orléans, Alessandria 1899; id., Origine delle grandi famiglie dell'Italia Subalpina; B. Baudi Di Vesme, Relazione storico-tecnica sul castello di Rovasenda, Torino 1903.